giovedì 19 febbraio 2015

Una fiaba a lieto fine.



DOVE LO SPEDIAMO?


-Guarda: la nostra opera!Ammira il nostro genio! Abbiamo cementificato tutto! Ridotto le difese dell’uomo! Tanto se c’è un disastro è sempre colpa della pioggia! Aumentato il lavoro per i nostri amati Convitati di Pietra! Non è magnifico! Non c’è più bisogno di fare alcun appalto!
-Certo: infatti, perché sprecar tempo a farli, basta che il vincitore sia quello che farà aumentare i costi dell’opera nella maniera più esosa possibile, con la qualità peggiore dei materiali usati,  il più negativo impatto ambientale, determinando per voi il massimo dei guadagni come per le vostre Consorterie; dove ogni singolo bullone s’ingrossa a forza di menzogne, con i tempi di realizzo della stessa età al Matusalemme, dove non ci sia una singola rotella  che non sia gravata dalla corruzione.
-Vedi che convieni anche tu della necessità di depravare tutto?
-Chissà perché invece in altri lidi fanno l’opposto: vedasi Rotterdam ad esempio, eppure non  mi   sembra che ci siano  due modi di studiare Architettura; ma forse da noi svariati modi di depravarla.

-Quali inutili difese per l’uomo che immetti: noi abbiamo  mezzi affinché la depravazione sia legalizzata, provocando il massimo dei danni, pensa che divertente….parliamo pure di lotta agli sprechi quando facciamo certi Summit  dove un asciugamano costa quanto sei mesi di stipendio di un impiegato….sarebbe come se Erode fosse stato eletto Ministro della prima Infanzia.

-Senti: ti vedo stanco, perché non ti riposi un poco; sai dire idiozia stanca.

Un giaciglio: un uomo dorme, il pubblico come tanti lillipuziani si prende cura di lui, l’uomo si risveglia,  adagiato su una catapulta, i suoi movimenti difficoltosi come la corruzione per la vita di un paese.  Un conto alla rovescia, allo scoccare dello zero…la catapulta agisce con impeto, un Sacco che vola;  nessun’anima venduta, solo un lillipuziano mentale, lui è sparito ma nessuno desidera il suo ritorno.


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