sabato 15 dicembre 2018

Special Exhibition.


















































martedì 11 dicembre 2018

SEARCH JOB, CHI MI AIUTA A DARE?

lunedì 10 dicembre 2018

Llights of the scene, Luci della ribalta.




C'e da domandarsi cosa merita di essere in primo piano e dove sia finita, se esiste ancora, il desiderio della normalità del vivere da parte dell'uomo.


Sembra che esista solo lo spazio per il frastuono, la disarmonia, il degrado, ovunque si annidi, l'uomo come numero, usato per operazioni mercantili e la menzogna agire indisturbata e l'indifferenza dell'unico essere vivente dotato di senso critico verso la sua natura fare il resto.


Eppure le cose di valore esistono e portano decoro, ma non si fondano sulla oramai sfilacciata forza dei numeri dell'ancor meno rilevante  consenso per gli spazi dell'uomo.


Quante persone vivono ai margini della macchina sociale, solo perché sono anime progettuali ed allergiche al frastuono, la violenza e le grandi masse esagitate, ma sanno vedere le anatomie dei fatti, senza indossar divise, tanto meno farle indossar ad altri.


Ma non siedono su alcun piedistallo, anzi, i piedi ben ancorati sul terreno e la vita è ben altra cosa che passar il tempo a parlar come circuiti mentali di qualcuno sempre alle luci della ribalta per oscurare il desiderio dell'uomo di normalità.


A differenza di questo sciame di individui, chi ama sperimentare la vita sono degli entusiasti ed hanno empatia con chi gli sta vicino, l'unica decisiva scelta sta come produrre questo entusiasmo in qualcosa di effettivo e reale, legandosi con persone con le stesse qualità.



Una ricerca, spesso non facile perché il desiderio di normalità non è elemento comune per troppi individui e trovare persone con questo semplice desiderio non è semplice, ma se riesci a trovar tuoi simili con indoli giuste, ti rendi conto che la tua ricerca non è stata vana.


Quindi il meccanismo dell'osservare, agire e migliorare non è un'utopia in questa nostra decadente epoca e puoi ridar smalto alla vita sociale e far parte di qualcosa di tangibile.


Non solo, puoi anche prendere iniziative personali ed agir subito senza aspettar nessuno, ma quel agire ridar beni ad altri, senza desideri di star in qualche palcoscenico e l'essenza della normalità farsi strada.



Le uniche cose di valore sono di piccola entità. Certo, tanto da fare, ma l'empatia come mezzo per riaver la normalità del vivere in tuo possesso, anche se la ricerca è stata spesso infruttuosa. Non è la panacea, nessun facilitatore del vivere, ma un ambiente in cui la tua carica progettuale può innescarsi, sia con i tuoi simili, sia nel territorio.



Da poche settimane, per certi versi, la ricerca di avere persone con cui poter veramente condividere qualcosa di tangibile potrebbe essere arrivata ad un punto rilevante, la mia ricerca non termina qui, casomai oggi ho basi nuove entro cui agire.


In una parola Retake:

" Tanto da fare ma empatia come mezzo"

Attilio Saletta.










lunedì 19 novembre 2018

TRUE ENERGY


" la modifica del Padre Nostro ad opera di Papa Francesco con il : Non abbandonarci alla tentazione introduce che la tentazione è la passività in ogni ambito assieme alle persone negative"

Quindi: sperimentazione, azione, benessere e riconquistare se stessi, il territorio e vera vita sociale.

In una parola" Retake"

Qui un mio video sul Prima ed il Dopo e ciascuno può salir a bordo.









Attilio Saletta.





venerdì 9 novembre 2018

IL RISVEGLIO DEL TERRITORIO E DI SE STESSI.




Una bella sinergia fondata sul dinamismo: prendersi cura del territorio, forza interiore, creatività e qualcosa che produci.

Dal degrado alla sanità dei luoghi.

Da qualche tempo ho deciso di prestare la mia opera alla Onlus : Retake.

Il primo mio agire è stato a Roma dalle parti di Via Val Trompia con sensazioni belle.

Così la mia vena creativa solita verrà rinforzata nel prendermi cura con altri di territori ed assieme a ciò, il mio legame con la vita spirituale e la conquista del tempo presente.

Il video che ho realizzato è un sunto dinamico di questa sinergia.



Qualche azione bella in giro per la città da parte di bambini.



Non è una chimera far del bene e le bella vita sociale non è un sogno irrealizzabile.








Attilio Saletta.

venerdì 2 novembre 2018

Se tornassimo alle opere dell'Antica Grecia per parlar dell'oggi?


Sembra che cercar belle attività umane, oggi,passi per un eretico; eppure...,
Ma per farlo, far tappa più di due millenni addietro.



Eschilo, così descrisse la sua epoca e la nostra nel “Prometeo Incatenato”

Donò all'uomo una scintilla di Zeus; in altre parole, la libertà, ma rifiutato da egli stesso.  Così fu incatenato da Zeus, ma principalmente dall’uomo in quella che fu definita: “La tragedia della conoscenza”

Oggi, Eschilo descriverebbe l’oggi con un Prometeo molto più incatenato che nella sua epoca: l’uomo non ha mai lottato per essere libero; il privilegio di essere schiavo, sì.


Sofocle, nel “Edipo Re”, individuò la sua epoca e la nostra in questa maniera: Il pericolo rappresentato dal sapere, la debolezza dell’uomo, dominato dal destino e dal caso e le illusioni come mezzo principale del controllo sull'uomo. Nel finale, Edipo si priva della vista per non vedere gli esiti di una profezia.

Sofocle, oggi descriverebbe la nostra epoca con tinte ben più fosche, dato il dominio degli illusionisti in ogni dove, come modo fondamentale per impedire all'uomo di svolgere il suo compito; il altre parole, sconfiggere le “Cassandre” lungo il suo cammino verso se stesso ed usare gli occhi per osservare, non vedere.



Qui facciamo un salto in un'opera del diciottesimo secolo.

Vittorio Alfieri, nella sua opera, forse più rilevante. “Saul” descrisse la “Tragedia della superbia”.

 Se lui, oggi, agisse, la individuerebbe in maniera ben peggiore, dato che il tarlo del credersi migliori degli altri, investe e senza eccezioni, l’intera macchina sociale.


Euripide, così mise in scena la sua epoca e la nostra nella sua opera” Le Baccananti”

Nessun interrogativo, né risposte, anime violente con uccisioni, devastazioni, squartar animali con ferocia e poi, gli stessi personaggi, diventare persone riflessive, misurate, fin anche religiose. La “Tragedia delle Doppiezza” insomma.

Euripide, oggi, la descriverebbe in scenari ben peggiori che nella sua epoca. Individui che conoscono tutte le preghiere e le canne dei fucili e le idee che devono provocar l’assassinio, perché in caso contrario, non potrebbero identificarsi come idee, persone che non hanno mai esploso un colpo di pistola, ma ogni giorno, provocano omicidi a tutto spiano.

Esiste un modo per sconfiggere le “Cassandre” sulle qualità umane? Sicuramente, qualche esempio.


Il Sarno è un fiume, ogni giorno, un uomo, pulisce quel corso d’acqua con un mezzo,  Il fiume è pulito, senza detriti, nessuna esondazione è intervenuta, non ha chiesto lascia passare a nessuna autorità. Quel uomo ha creato da solo, spinte progettuali da parte di altri suoi simili.


Chi lavora la terra, oggi, continua la tradizione di prendersi cura del proprio ambiente, salvaguardando: alberi, fiumi, coltivazioni, abitazioni come i loro secolari predecessori. Non sempre è così, ma la tradizione continua.


Nel Burkina Faso, un uomo ha vinto, assieme ad altri, la battaglia contro la desertificazione, così, un terreno che era totalmente desertico, ora, sorge rigogliosamente una foresta. Anche in questo caso, auto determinismo e futuro.


La stazione di Termini, il degrado che sembra dominare, ma andando sulla terrazza della stessa stazione, la magia della leggerezza delle percezioni con pianisti sempre in azione.
Come stamane con quattro ragazzi, studenti del conservatorio, alternarsi al pianoforte e l'ambiente percettivo inserirsi senza blocchi.

Quindi.






La vita sociale è ben altra cosa, in nessun caso nelle capacità percettive di nessuna autorità o presunta tale; solo in chi è allergico al corteo della “Tragedia della conoscenza” sia come primattore, che in qualità di comparse che battono le mani a comando.

Le persone libere, agiscono in un’altra opera teatrale: “La gioia dello sperimentare e mandar a gambe all'aria, Cassandre, Illusionisti con l’azione mirata di Mnemosine; la Dea della memoria.







Eolo e natura non sono i colpevoli, la crime scene è stata costruita dall’uomo. 



Attilio Saletta.



Quindi ricercar buone notizie, non vuol dire essere un eretico.








giovedì 25 ottobre 2018

Prigionieri della routine?


Viviamo in un tempo degenerato dove il carcere più assoluto è la routine.

Cerchiamo solo notizie negative, ma se non le troviamo, la vita ci appare irreale.


Crediamo che la vita sociale sia passar il tempo su internet, dove il peggio del peggio dimostra le sue capacità, indipendentemente da quale reggimento provenga questa fittizia vita sociale.
Peggio ancora, diventare incapaci di immedesimarsi con le nostre vite reali. 
L'unica cosa che conta sono il coro stonato della " Ciarlatan Band" del momento dove esistono solo le opinioni.


Esse hanno solo valore nelle corse dei Cavalli, non quelli dei ronzini che credono di vincere a forza di deliri.
Senza contare chi inciampa su un gradino...Parlerà tutto il giorno solo di quello, al punto che lo "Scisma Luterano" al suo confronto, sembrerà un bel picnic in un parco.


Insomma: siamo come carcerati che posseggono le chiavi per uscire dalle galere, ma siamo talmente legati alla prigione della routine dal non voler uscirne.


Eppure c'è un modo per sperimentare vera vita sociale, mandando nell'oblio questa collosa routine inconcludente.
Un impulso creato da te stesso, assieme ad altri.


Far qualcosa di semplice: agire verso il bene comune e combattere il degrado ovunque si annidi.
Inizierò prestissimo ad agire così, lavorando con una Onlus

"Retake"

Veder una zona muraria rovinata dal degrado ed agire per darne decoro ed un parco di nuovo vivibile, questo è il modo migliore per sconfiggere la routine di questa scadente epoca.
Agirò in questo senso con altri.
In totale libertà, senza autoritarismi deteriori e bramosie del consenso e lo show e le good news create da te stesso assieme ad altri, sfuggiti alla piovra della routine amorfa contemporanea dominata dal trash in ogni dove.



La stessa cosa vale per quello che sto sperimentando: l'attività meditativa.
Il valore della libertà è solo interiore; il resto è un festival di artifici ed è una auto disciplina che ti viene da dentro.


Perché dover domandar la vita ed i suoi spazi, quando è già in tuo possesso sin dalla nascita? O peggio, andar con il cappello in mano verso chi fa della routine del pessimismo umano la base del suo dominio?


Il vivere è ben altra cosa e non dover domandar a nessuno cose che possiedi da sempre, perché sono innate nella natura umana. 
Dimenticarsene crea la metastasi della routine dell'oggi, indipendentemente in quale collocazione sociale vivi.

" Le uniche cose di valore sono quelle dove agisci in piena libertà, senza ordini, disinteresse verso il consenso ed ogni frammento una scoperta trainata dalla gioia di vivere ed una colonna sonora che ti sostiene in ogni momento"