venerdì 30 gennaio 2015

L' Eco Cuore dell'Amore.

Questo breve racconto è dedicato a tutte le persone che lottano contro le cardiopatie ed al personale medico che lavora in tali ambiti; ma questo mio lavoro è finalizzato a voler descriver il non detto che fa insorger tali patologie come le relazioni umane.
Vorrei che contribuisse alla ricerca verso la cura delle cardiopatie.

Attilio Saletta.

                          L’Eco Cuore dell’Amore.

La vicenda prende spunto dal vissuto di qualcuno che è passato attraverso una patologia cardiaca e che oggi vive con un pacemaker per supportar il suo cuore; ma ha conosciuto un mondo che non conosceva, una sfida con se stesso, una visione più precisa del senso della vita comunitaria, dell’individuo, dei caratteri della sofferenza, il determinismo autentico che genera l’aver una patologia e quindi farvi fronte, eliminar maschere ridondanti di belle parole ed ecco che il legame: parole e fatti si palesa per quello che è, ed ad ostacolo della patologia si aggiunge anche le relazioni umane, le visioni distorte del tuo problema, aggiungendo ulteriori ostacoli che però fanno sì di veder meglio il fallimento, o meglio, default delle organizzazioni collettive, viste in un microcosmo che proietta nel macrocosmo le loro negatività.

E’ il giorno dell’epifania ed in una casa a due piani, in una piccola via senza uscita, in una città sospesa nel passato, dalle pendenze impegnative per chi vi cammina, con persone che ciclicamente vanno avanti ed indietro, piccoli negozi, una piazza con una Chiesa dalle ampie scalinate dove bimbi vi giocano a salir in fretta ed i loro genitori aver il fiatone per rincorrerli, cani correnti, donne e uomini, vestono abiti da intellettuali, con camminate, forse forzate per dimostrar, chissà cosa, gruppi di badanti arrivano come mute di avamposti d’eserciti, il tabagismo dominante, individui, discutono animatamente di politica in una piccola scalinata, dove il parlar in terza persona di ciò che li riguarda, appare un menù quotidiano di negazione di se stessi, in una farmacia, un’avvenente farmacista riceve clienti, ma sembrano interessati a lei, piuttosto che per prelevar farmaci, una donna guarda suo marito con far indagatorio, dentro la farmacia.
Il veloce imbrunire fa la sua comparsa e nel secondo piano di una casa a due piani, qualcosa accade…
Un’abitazione semplice: un lettino da neonato ancora da scartare, intorno giocattoli da bimbo alle prime uscite in vita, in uno scaffale, corpose cartelline piene di documentazioni mediche, un farmaco, un calendario con segnati valori di coagulazione del sangue e posologie farmacologiche, assieme ad indicazioni delle settimane che mancano alla nascita di un bimbo.

Un uomo, in cucina, lava i piatti: capelli tagliati di fresco, un pigiama a tinte scure, barba da fare, viso sereno, s’osserva la cicatrice che ha all’altezza, quasi dell’ascella sinistra, la sua dolce metà, l’osserva felice, seduta su un divano colorato, il pancione ben delineato, con i suoi capelli di un bruno naturale arruffati, una vestaglia dai colori chiari; prende un lembo dell’indumento, così osserva la cicatrice che ha, quasi all’altezza dell’ascella sinistra e guarda all’insù per veder un lampadario a forma di cuore di un rosso acceso ed anche l’uomo, interrompendo la sua azione in cucina, guarda con far intenso il lampadario e per completar l’azione, molla i piatti e dona un bacio alla sua dolce metà e che lei ricambia, giusto sotto il lampadario a forma di cuore.

E’ un inizio di ottobre, Gianfranco: altezza media, capelli da tagliare, un abito con cravatta, seduto nel suo ufficio, un computer davanti a lui, sguardo arcigno, qualche cliente arriva timoroso nei suoi confronti, con speranza di un prestito bancario che lui, cancella con poche parole; ritorna ad osservar il suo computer, arrivano suoi colleghi, ammirati dalle sue pose, lui  appare soddisfatto, osserva gaudente un invito per una cena di lavoro con banchieri dove discuteranno delle crisi economica e monetaria.
In un ottobre alle prime trame, Luisella: fisico, né magro, né grasso, capelli ben curati di un bruno naturale, vestita con classe con un tailleur elegante, dà direttive imperiose ai suoi sottoposti, in un ristorante, dando ordini su come posizionare i tavoli, le tovaglie, gli antipasti posti con valori estetici; tra poco giungeranno banchieri che discuteranno di crisi economica e finanziaria.

Gianfranco, ritorna verso casa, ma avverte sensazioni di stanchezza, sta camminando verso la sua abitazione, distante tre isolati da dove ha partecipato ad una cena, dove aveva ammirato la risolutezza di una donna, impegnata a dar direttive ai suoi sottoposti; deve fermarsi, s’appoggia ad un portone per riprendersi da questa strana sensazione mai avuta in vita.
Luisella, appare pallida, siede su una poltrona del ristorante mentre i suoi sottoposti, rimettono ordine al ristorante, una sensazione mai avvertita prima, nella sua mente, la brillantezza dialettica di un uomo con dei capelli da tagliare; esce dal locale, ma la sua camminata è sofferente.

E’ il dieci ottobre, in un ospedale dai non molti reparti, in un ambulatorio di cardiologia avviene qualcosa...Luisella ha appena fatto un elettrocardiogramma dove risulta che i suoi battiti cardiaci sono molto bassi, è coricata su un fianco, una cardiologa, le sta per fare l’eco cuore, avvicina un piccolo attrezzo verso il suo cuore.
Gianfranco appare turbato: ha svolto l’esame dell’elettrocardiogramma dove gli è stato evidenziato una bradicardia estesa; è nella sala d’attesa, presto lo chiameranno per l’esame dell’eco cuore.

Luisella trattiene a stento emozioni fortissime osservando il suo cuore, facendo domande alla cardiologa che sta muovendo con perizia la sonda ultrasonografica, lei risponde con efficacia, qualche lacrima calda discende e solca il viso di Luisella.
La cardiologa le indica il menù: una terapia anti tromboembolica con un farmaco: il coumadin, esami settimanali per verificar la velocità delle coagulazione del sangue, un altro eco cuore, l’holter per monitorare la sua situazione cardiaca da tener un giorno intero, forse dopo, un esame aritmologico, poi un’operazione chirurgica…un pacemaker da inserir per stabilizzar i battiti del suo cuore.
Esce dall’ambulatorio con un viso che è un misto di inquietudine, serenità e occhi sognanti.
Gianfranco è già coricato su un fianco, la cardiologa ha iniziato a fargli l’eco cuore, muovendo la sonda ultrasonografica con abilità; lui osserva il suo cuore ed inizia ad emozionarsi, i suoi occhi lucidi, una tensione emotiva alta, domande che lui fa alla donna che lei risponde senza indugi.
Alla fine ha già un bel tragitto da svolgere: una terapia anti tromboembolica da svolgere con un farmaco: il coumadin ed esami settimanali per controllar la velocità della coagulazione del sangue, un altro eco cuore, l’holter da svolgere per monitorare la sua frequenza cardiaca di un giorno, probabilmente un esame aritmologico, poi forse un intervento cardiochirurgico per inserirgli un pacemaker per evitarli la bradicardia e altre anomalie cardiache.
Esce dall’ambulatorio con forti emozioni, una volta uscito dall’ospedale, vede una donna che osserva l’ambiente circostante con far emozionato e poi lui; Gianfranco ricambia con un sorriso, Luisella sale in auto, lui guarda la facciata dell’ospedale.
In pochi istanti, entrambi si ricordano di essersi visti in un ristorante per una cena sontuosa.

L’attività è iniziata per Luisella e Gianfranco: dosaggi mirati del coumadin da prendere, sul presto, ogni settimana, all’ASL, il prelievo del sangue, poi il risultato che arriva sui loro telefonini, via sms, telefonate al medico per veder come procedere, attenzioni alimentari, ma il non noto prende il dominio delle loro esistenze…imparar a farsi e da soli, la eparine, con disagi da principianti e azioni maldestre, ma una familiarità con gli esami del sangue, osservando con calma l’ago che s’infila nella vena, aiutar l’infermiera a svolgere l’azione; ma sono le relazioni umane che creano più disagi per entrambi…o meglio, le uniche.

I loro amici non capiscono cosa sta accadendo: stavi bene di salute…cosa sono adesso queste storie che non stai bene…ti stai forse inventando qualcosa per rintanarti un tuo spazio…relegandoci ai margini…del tuo esistente…Gianfranco, nel suo lavoro, in banca, sembra mutato, amichevole con i clienti, risentimento dei suoi colleghi, nessuno vuole più invitarlo a cene sontuose, avverte il meccanismo della terra bruciata attorno a sé…diversi momenti di disagio come astenia, dispnea che deve nascondere agli altri, balena in lui qualche idea embrionale di far qualcosa di diverso nella sua attività, magari inserendo etica in economia…ma quando ha fatto accenni a qualcuno del progetto…la terra bruciata è salita vertiginosamente verso di lui con accuse di non ascoltar il senso comune, cosa sono queste storie quando prima ti andava bene tutto ed eri stimato e punto di riferimento per tanti, minacce, sventagliate d’ira contro di lui; a casa arriva prostrato, qualche accenno di pianto che solca le sue guance, specie ricordando l’eco cuore che un’abile cardiologa le aveva fatto e le sue inquietudini verso la notte, dove i sui battiti cardiaci, già bassi, s’abbassano ulteriormente.

Luisella , in un sabato battuto dal vento, sta svolgendo la spesa settimanale in un supermercato: nella zona dei surgelati si sente male, quasi uno svenimento…appoggia le mani su uno scaffale, cerca di respirar con calma, poi qualche passo lento, avanti e indietro, nella stessa zona del suo disagio, poi riesce a superar il grave problema, esce dal supermercato, spinta da una forza nascosta e nel tragitto verso casa, frammenti di negatività di rapporti umani ricevuti negli ultimi giorni escono come ondate tossiche…lo stupore fitto di negatività verso di lei perché adesso s’è inventata di star male, amici che parlano della sofferenza delle persone malate, ma sono gli stessi a gettarla nella sofferenza, l’unica, con parole e fatti, viaggiar come separati in casa, la stima verso di lei, crollar verso il basso,  diktat di smettere d’inventarsi patologie che non ha, sono solo frutto di malattie psicosomatiche…messe in circolo, proprio dalle stesse persone che le parlano di tali disagi…
Un progetto di crear un’attività eco solidale con i cibi e l’alimentazione assieme a corsi di educazione alimentare, ricevendo acredine da sottoposti e suoi pari, nonché aziende alimentari; cosa fai adesso, sei impegnata a farti nemici, mentre prima eri così ben voluta, senza mai farti alcuna domanda.

Sul far delle dieci serali, prima di crollar nel sonno, ricorda le immagini dell’eco cuore che una cardiologa le aveva fatto, il suo viso è solcato dalle lacrime e prima di assopirsi, la sua radio fa partir la canzone: Down Town, s’addormenta con la radio accesa, poi si spegne da sola, ma non lei.



E’ un giorno importante per i due che ancora non si conoscono, ma sembra che viaggino su rotte uguali e benefici punti di collisione; alle otto mattutine, per entrambi, in ospedali diversi, un marchingegno fa la sua comparsa…l’Holter...elettrodi messi in vari punti, fogli di carta da riempire con quello che capiterà nelle ventiquattro ore ad entrambi e poi ritornar nei rispettivi luoghi con le relazioni compilate…

Sono passati venti minuti dall’uscita dall’ospedale per Gianfranco…riceve una chiamata…la smetti di occuparti solo di te e delle tue fantasie, sei diventato insopportabile per noi, c’è tanto da lavorare per gli altri, hai sparso la voce che in economia si può inserire etica…quand’è che ritornerai in tè?
Lui: in un mezzo pubblico, inaugura la relazione, scrivendo l’accaduto e l’ora precisa del primo frammento…ipotizza con un filo d’ironia… che tre fogli non basteranno per scrivere avvenimenti…

Luisella, mentre mangia una brioche, dopo un quarto d’ora dall’introduzione del meccanismo, riceve un sms…cosa fai oggi? Hai intenzione di continuar a badar a te stessa, non occupandoti dei nostri amici, rappresentanti di aziende alimentari, ci stai creando problemi con loro, da quando ti sei messa in testa questa insensatezza, dell’educazione alimentare, smetti di pensar solo a te stessa…
Lei inaugura la relazione…pensa che tre fogli di annotazioni non basteranno…

Il giorno dopo, alle otto del mattino, entrambi consegnano al personale medico, assieme al meccanismo e gli elettrodi, tre fogli fitti di annotazioni ed un foglio aggiuntivo…pieno anch’esso…nella giornata riceveranno altre attestazioni di stima condite di forconi e imposizioni, abbassamenti cardiaci, pensieri di chiamar il 118, per difendersi dal caos delle relazioni umane, entrambi vanno a dormir prostrati da una giornata passata da un coro di arbitrari e accuse di non saper ascoltare, tentativi vani di immettere qualche  sillaba, zittiti da persone che l’accusano di non saper ascoltare.

Le giornate passano per i due, ogni dì s’alzano con la consapevolezza che subiranno problemi cardiaci, numerosi in giornate, assieme a relazioni umane tendenti al brutto, condite di ideali e buoni propositi, altre mattinate a svolgere controlli alla coagulazione del sangue e dosaggi del farmaco appropriati; si profila l’esame aritmologico per i due, in un ospedale dai molti piani, questione di giorni...forse il pacemaker vicino come elemento per regolarizzare i battiti cardiaci…ma non i rapporti umani…

Sono le due pomeridiane di un mercoledì, mentre le atmosfere natalizie s’avvicinano, in un ospedale che sembra una città autentica, con uscita ed entrata di un miscuglio di persone tra pazienti, medici, individui spaesati nei corridoi per ricercar dove andar, bar dove persone mangiano vorticosamente e qualche medico osserva la scena preoccupato; forse capendo che non mancheranno pazienti al suo cospetto, vie con nomi, forse un po’ pretenziosi, ascensori sempre in funzione, individui escono dall’ospedale dopo essere stati dimessi, altri vi entrano, donne corpulente hanno borse piene di dolciumi, pane ed affettati per qualche parente, così lo sfortunato potrà ritornarci presto ed anche la parente, forse non solo come parente, capannelli di medici, discutono di ferie, emolumenti, relazioni sentimentali, mentre un’avvenente medico donna passa con uno strumento per misurar la pressione e il capannello di uomini osserva i seni della donna ed il suo strumento per misurar la pressione e qualche paziente l’osserva, forse pensando come sarebbe bello farsi misurar la pressione con lei, avvicinar il busto al suo avambraccio…e lei sentenziar… ha la pressione alta…dovrebbe far una vita priva di sussulti…una coppia di giovani sposi, passa nelle vicinanze e l’uomo osserva la scena, la sua dolce metà lo strattona con vigore; ma non siamo all’interno delle sequenza di Madame Bovary.

Luisella è giunta nella zona dei medici aritmologici, un vestito semplice, una bella e corposa cartellina gialla ed è facile intuire essere piena di riscontri medici; il più importante, sicuramente L’Holter, non fa a tempo ad arrivarci, che è subito chiamata ad entrar in un ambulatorio.
Una donna decisa la invita a spogliarsi, lei svolge l’azione rapidamente, sale sul lettino, i soliti sensori che oramai conosce perfettamente; il meccanismo parte immediatamente con la misurazione delle pressione, i battiti cardiaci, lo strumento per misurar anomalie cardiache di tipo ritmico; dopo qualche minuto con lei, ancora adagiata sul lettino, giunge un giovane medico che inizia a farli domande, legate all’anamnesi della sua patologia.
La donna si riveste e dopo qualche minuto, compare un cardiochirurgo che subito intuisce, sarà colui che la opererà, a capo di uno staff, per inserirgli in pacemaker e lui, con poche frasi… sentenzia ciò che voleva ascoltare: “Il suo cuore va troppo lento, le metteremo un pacemaker”, l’altro medico: è in lista d’attesa, tempo un mese è sarà operata… ma se avesse disfunzioni gravi…non esiti a chiamar il 118…

Luisella esce rinfrancata, ma un dubbio l’assale: riuscirò a sopportar le mie anomalie salenti degli ultimi giorni in un mese? Prende l’auto e parte mentre arriva un mezzo pubblico davanti all’ospedale ed in pochi istanti vi discende Gianfranco…i due non hanno modo di vedersi, anche se avrebbero potuto farlo facilmente.

Gianfranco è uscito dall’ospedale con un viso speranzoso; ma alleggia il presentimento che un mese, prima dell’intervento per inserirgli il pacemaker potrebbe essere troppo; sale su un mezzo pubblico, poi un treno locale, quindi arriva a casa stanchissimo; crolla nel letto per alzarsi solo l’indomani…il presentimento dei due incomincia subito ad agir, senza aspettar molto… anche le loro relazioni non tardano a far sentir i loro vocioni…per partecipar al presentimento dei due con efficacia… o forse come attori principali…i due stanno per incontrarsi, ma non sotto una pagoda di un bar, e loro andar su un’altalena, con dei bicchieri pieni di un latte e menta; forse qualcosa di più penetrante.

Avvenimenti concentrici avvengono per Luisella e Gianfranco con il presentimento che si fa strada in un fine settimana, che precede il Natale.

E’ un sabato difficile per l’uomo: in un supermercato avviene l’escalation del disagio…dopo pochi minuti, tutto il corollario si presenta, quasi senza eccezioni…astenia, dispnea, giramento di testa, sensazione di vuoto; incontra conoscenti e deve pure fingere di star bene…arriva a casa, domandandosi come ci è arrivato…si siede sfinito su una sedia, poi si alza e deve tenersi ad un armadio per non cadere; nel pomeriggio arrivano bambini e ipotesi di adulti e le urla funeste inscenano il loro spettacolo pirotecnico; lui si sente circondato come il generale Custer a Little Be Horn…manca solo la bandiera bianca e la trombetta d’ordinanza.
In quei momenti, immagina come sarebbe felice se in qualche locale vi fosse una scritta:” In questo locale è vietato alzar la voce”
Le truppe d’assalto lasciano il terreno di guerra e Waterloo è un cumulo di moschetti incurvati anche se è solo un’abitazione, ma sufficiente per rinverdir teatri guerreschi.
A mezzanotte, osserva il suo telefonino ed un numero telefonico: il 118, vorrebbe chiamarlo, le ultime ore sono state ricolme di difficoltà; sotto casa passa uno che urla, dicendo che arriverà presto Natale, lui pensa che potrebbe passarlo in un ospedale, desiste dal far il numero, va su internet, legge qualcosa sulle crisi sincopali, tanto per rasserenarsi, anche le ultime sparate di qualche parlatore…ipotizza che siano queste ultime, più letali rispetto al primo item…crolla nel letto sfinito.

Luisella passa un sabato molto difficile: si mette in testa di lavar i panni e stirare, ha un certo impeto positivo; ma non appena aziona la lavatrice con il primo risciacquo, le sensazioni non tardano ad arrivare…dispnea, astenia, vertigini, ondeggiamenti…si corica nel letto ed osserva l’asse da stiro, si alza per andar a svolgere l’azione; deve tenersi sullo stesso per non cadere e facendolo, tutto il resto cade.
I vicini di casa hanno iniziato il loro solito litigio quotidiano; lei in quei momenti di grande difficoltà, immagina speranzosa una scritta in un locale: “in questo luogo è vietato alzar la voce” … i vicini di casa, mentre litigano, lamentano il rumore di un qualcosa che è caduto, nell’altra abitazione.
A mezzanotte, la donna sta per chiamar il 118, si sente male, sola e sofferente; desiste, crolla nel letto, i suoi panni sono nella lavatrice, quelli da stirare…per terra.

Una domenica che sembra priva di sensazioni negative per i due che del resto, conoscono genesi, anatomie e forse metodi empirci per non esserne effetto: la mattinata passata per entrambi a sistemar la casa, stupore felice per non aver ricevuto le solite legnate, frasi che sia l’uomo che la donna dicono a loro stessi.” Guarda come sto bene oggi e quante cose ho fatto” …ma nel pomeriggio…arriva il conto…improvviso e senza tante moine…Gianfranco si tiene contro la porta della sua stanza, temendo l’irreparabile se mollasse il contatto con quella porta, le gambe molli, la fatica della respirazione, difficile anche sviluppar pensieri.

Luisella, improvvisamente, dopo aver sistemato gli asciugamani in bagno, deve appoggiarsi al lavandino per non cadere, respiro affannoso, il bagno che sembra una trottola, non riesce neanche a sviluppar alcun pensiero.

Alle sette serali, dopo aver superato crisi spaventose ed essere riusciti a far uscir qualche pensiero, una vocina indica ad entrambi un tragitto di salvezza; Gianfranco e Luisella, nello stesso istante, seduti entrambi su piccole poltrone, senza nessuno in casa, prendono un telefono, una chiamata, si precipitano a chiamar qualche conoscente, qualcuno arriva mentre due autoambulanze sono arrivate sotto casa di entrambi…il presentimento si è materializzato…in pochi minuti, personale medico svolge nelle loro case  varie azioni: controllo delle loro nutrite cartelle mediche, il pulsi ossimetri messi sui  loro diti, l’elettrocardiografico  a sentenziar ciò che i due hanno provato e sanno, sul braccio destro di entrambi, la fleboclisi di color blu, chiamano l’ospedale che i due avevano visitato da pochi giorni ed erano in lista d’attesa per il pacemaker; il codice giallo scatta per entrambi, i due discendono con le loro gambe e sono adagiati dentro  due ambulanze, nessuno è con loro a parte il personale medico, ora dal presentimento si passerà all’azione.

Due autoambulanze corrono su una autostrada, in trenta minuti arrivano a destinazione, due barelle discendono ed arrivano al pronto soccorso, passando avanti a tutti e Luisella e Gianfranco s’osservano e si riconoscono, ricordandosi di una cena sontuosa; la prima cosa che fanno, prima di essere visti dal personale del pronto soccorso è quello di scambiarsi i loro rispettivi numeri telefonici e scoprir di aver lo stesso problema ed in lista d’attesa per un pacemaker; l’attesa è terminata…ma non solo per il pacemaker, forse regolar i rapporti umani non è una chimera.

Luisella, entra per prima nell’ambulatorio di cardiologia, Gianfranco aspetta il suo turno.
La donna è subito visitata da una cardiologa, il solito elettrocardiogramma, un’infermiera le fa un primo prelievo di sangue sul braccio dove ha la fleboclisi e lei dialoga con l’infermiera con calma e serenità, un altro prelievo di sangue nell’altro braccio, un controllo della sua respirazione; una frase attesa: la ricoveriamo al settimo piano, reparto di cardiologia della day surgery.

La donna esce dall’ambulatorio e vi entra un uomo, i due s’osservano per qualche secondo, senza dirsi nulla, ma con accenni d’intesa.

Un ascensore che sale, nel breve tragitto, Luisella percepisce uno stato di pace, senza aver intorno reazioni umane litigiose, risentite, caos, insania e lamentio ed il suo viso sereno, sola nella sua quiete; ma entrando in reparto, la sua gioia è immensa, leggendo un comunicato: “In questo reparto non si alza la voce”
In pochi minuti è già monitorata con elettrodi, uno schermo sulla sua sinistra segnala i battiti del suo cuore...40...dopo un secondo…33…dopo un altro…36...osservando l’andamento, le sembra una pallina da flipper; riceve un sms...

Sono Gianfranco, sto al settimo piano del day surgery di cardiologia, forse nella prima stanza; già sono sotto monitoraggio, il mio cuore è una pallina da flipper, ma arrivando qui ho provato gioia…una scritta: In questo reparto non si alza la voce.
E’ bello star qui, senza le solite reazioni umane e chi mostra il muso alla vita”

Gianfranco riceve un sms.

Sono Luisella, sto nella seconda stanza dello stesso reparto dove stai tu; ora sto in pace con me stessa qui dentro, il fatto che non mi verrà a trovar nessuno, mi genera pace interiore; ora ti devo lasciare, la cardiologa sì è seduta sul letto, vicino a me, ha aperto il computer…credo voglia farmi delle domande.

Una cardiologa è in una stanza piena di monitor, osserva quello che segnala l’attività cardiaca di un uomo, nella prima stanza del reparto e di una donna, nel secondo assieme  ad un collega...” Credo che non siano venuti qua perché erano in lista d’attesa per un pacemaker, guarda i loro battiti cardiaci, sembrano palline da flipper; ma entrambi mi hanno tranquillizzata con i loro modi, pensavo di dover io farlo verso di loro, forse devono aver relazioni umane non proprio belle, i loro visi sono così radiosi”

I due volti radiosi hanno difficoltà a prender sonno: osservano i loro battiti cardiaci, sul braccio sinistro un braccialetto rosso, con un codice a barre, i loro elettrodi; Gianfranco riceve una chiamata, mentre il suo battito cardiaco è andato a 29.

Luisella e Gianfranco, parlando a bassa voce, passano in rassegna tutto: da come erano freddi ed insensibili, poi l’eco cuore ha mutato indirizzi al loro vivere, le emozioni sgorgar senza blocchi, il loro incontro in quel ristorante, la scoperta che entrambi, dopo la cena, ebbero i primi segnali di anomalie, lo stupore nel saper che entrambi, nello stesso giorno, andarono a far l’eco cuore in quel ospedale, i meccanismi della terra bruciata attorno a loro, dopo la patologia, la scoperta di voler far qualcosa di diverso, la fuga dei loro amici, le lacrime notturne, ricordando l’eco cuore e veder quello straordinario muscolo in uno schermo, qualcuno dubitar del loro male, l’holter e le quattro pagine fitte d’appunti per descrivere le emozioni umane ricevute…quelle di basso profilo…dominanti…l’esame aritmologico ed essere in lista d’attesa per il pacemaker.
La loro ilarità ricordando le eparine e le loro maldestre azioni, poi i sintomi gravi, il fine settimana dove il temer per la propria vita, era diventato un’immagine nitida, il 118.

Sai Luisella: non credo nelle coincidenze, l’amore mi ha trovato, mi sta parlando, giusto ora, tra diverse ore l’operazione, poi inizieremo a riprenderci la vita come si deve, iniziando dal camminar in corridoio assieme”
“Gianfranco: non mi riconosco più rispetto a prima, ma neanche riconosco più ciò che prima consideravo ovvio, abbiamo dei progetti da mettere in piedi, inizierà in sala operatoria, non vedo l’ora di andarci; lì partirà il nostro tragitto verso l’insolenza silenziosa”

Entrambi sono nelle braccia di Morfeo, dormono sereni; alle cinque del mattino, l’infermiera fa un altro prelievo di sangue, svegliando, prima lui, poi lei, i due si danno un buon giorno, via sms…quando sonno le otto del mattino…il solito controllo della pressione…davanti alla camera di Luisella, passa la colazione, ha il dato che lei oggi è a digiuno, stessa cosa per Gianfranco…i loro volti si rallegrano, sms che viaggiano tra loro, qualche familiare chiama, anche qualche amico…il primario ed il suo staff entrano nella camera di Gianfranco…un avvenimento che segnerà lo spartiacque tra la vera vita comunitaria e quella che crede d’esserlo ed entrambi né capiranno il senso.

Un dialogo via sms viaggia tra Luisella e Gianfranco.

Sai Luisella, credo di aver capito in senso della via comunitaria: il primario quando è entrato, non sì è messo al centro del palcoscenico, ma ha preteso la progettualità di tutti quanti, compreso me, ed a favore di me, mi sono sentito parte delle staff e non un paziente.
Gianfranco: le stesse mie sensazioni, io parte del loro progetto e loro parte del mio, un vero dialogo senza posizioni auto centriche, esibizionismo, meno che mai antagonismo e urla.
Già mi cara: parole poche ma con l’obiettivo unico dell’utilità dei concetti e descrizione dei fatti minuziosa; al termine mi hanno detto se ero soddisfatto dei dati ricevuti…ho detto di sì.
Mio caro: abbiamo vissuto, prima credendo l’esatto opposto, poi quando abbiamo avuto la patologia e l’esame dell’eco cuore, trovato il meccanismo della terra bruciata attorno a noi, con l’utilità dei concetti come principale nemico per crearci ostacoli e rapporti umani mediocri.
Esatto Luisella: ora standoci distante, abbiamo ora dei progetti, ma quello che abbiamo percepito qualche minuto fa è una prova tangibile della vera vita comunitaria e allo stesso tempo, il fallimento delle organizzazioni collettive che della mediocrità, non possono far a meno.
Gianfranco: andremo presto il sala operatoria con animi sereni e fiduciosi; abbiamo ricevuto il regalo della vera vita comunitaria che fa perno sull’individuo; se avessimo avuto dati aleatori, ora apprestandoci all’intervento, saremo preoccupati perché considerati dei numeri.

Un’infermiera giunge nella stanza di Gianfranco con un piccolo tosa peli…procede a toglierli per agevolar l’intervento chirurgico, poi il camice blu è messo addosso al paziente…una flebo messa sul suo braccio sinistro che lui conosce essere un antibiotico, poi ecco il cappellino blu in testa; il letto esce dal reparto, l’ascensore, l’arrivo in una piccola sala operatoria.
Osserva la scena e si mette a ridere, guardandosi attraverso qualche monitor; le premesse sono buone, uno sguardo sereno al lettino operatorio, anestesisti, strumentisti, chirurghi e altro personale sono attorno alle varie posizioni, lui si mette sul lettino operatorio da solo, chiede ad una donna di mettere la musica, lei accende la radio, la musica del benessere sta per iniziare.
Luisella, in reparto, sa che lui è andato il sala operatoria; ma anche che presto toccherà a lei…è allegra…chiama un’amica al telefono.

Gianfranco è sereno nella sala operatoria, si rende subito disponibile verso lo staff che sta per operarlo, gira la testa verso destra per crear lo spazio per l’intervento cardiochirurgico, un liquido quasi freddo discende sul suo corpo, non sente nulla di ciò che sta accadendo, ma dialoga, la sensazione del caldo sui suoi tessuti, collabora trattenendo in respiro per qualche istante, poi la frase del cardiochirurgo.” Adesso sentirà un po’ di dolore” lui risponde sereno:” Le cose che fanno male sono i rapporti umani senza anestesia…faccia pure”.
L’intervento procede bene e sa che le cannule sono già a contatto con il cuore e per lui inizia lo spettacolo partecipe di veder il monitor con l’andamento del muscolo cardiaco segnalargli il mutamento di frequenza cardiaca.
Un valente chirurgo gli sutura la ferita, dialogano con calma; ad operazione terminata, l’uomo si corica da solo sul lettino ed in pochi minuti, dopo aver ringraziato tutti, inizia ad aver dei dolori alla schiena e sulla ferita, l’ascensore lo riporta al reparto e mentre sta per entrar nella stanza…vede una donna uscir dalla sua stanza…Luisella sta andando in sala operatoria.

Qualche ora è passata ed i due si parlano al telefono, scambiandosi sensazioni.

Sai Gianfranco, l’operazione è andata bene, arrivando in sala operatoria ero felice, nessun timore, sono salita sul lettino da sola, poi quando tutto è iniziato, un’anestesista ha messo la musica, poi il cardiochirurgo mi ha detto ad un certo punto che avrei sentito del dolore ed io gli ho detto di andar tranquillo, le cose che procurano dolore sono i rapporti umani, molti di questi, senza anestesia.

Sono stupito, cara Luisella, le stesse cose accadute a me, credo sarà difficile scordarmi quello che è accaduto; ho una certa fame, ma non posso mangiar nulla.
Non dirmelo, mio caro, chissà quando potremo mangiare, ma ho abbastanza male alla schiena e sula ferita, ma felice, ora i battiti cardiaci sono sul sessanta fisso, con la borsa del ghiaccio sulla parte operata.
Forse mia cara, il ghiaccio bisognerebbe metterlo in testa a qualcuno che crede di essere; non so bene che cosa per raffreddargli il capo.
Già: sta arrivando l’infermiera, sembra voglia spostarmi di stanza.

Dopo qualche minuto, i due sono nella stessa stanza, non hanno più un monitor da vedere, un piccolo congegno appoggiato al fianco di entrambi e gli elettrodi, prendono un caffè d’orzo assieme al coumadin, due loro amici, arrivati da lontano, sono vicini a loro, i loro visi radiosi, vedendo un uomo ed una donna che stanno per dispiegar le ali dell’amore e Gianfranco e Luisella, non crear dubbi al riguardo, osservandosi con difficoltà, non potendo girarsi sul fianco sinistro, né muovere il braccio ed avvertendo dolori forti, attenuati dalla tachipirina.

La donna dal fisico slanciato che è accanto a Luisella, si rivolge verso Gianfranco.

Ma nessuno è venuto a trovarti delle persone vicine a te.
L’uomo con far tra il sofferto e l’ironico.
Forse sarebbe il caso di analizzar che cosa sia il concetto della vicinanza e se i fatti e le parole camminano assieme, oppure un divorzio non ancora legalizzato; ma sono felice e non credo sia difficile capirlo.

La stanza si trasforma in un arco di condivisioni silenziose mentre i due innamorati si lanciano segnali con le mani destre che percuotono i fianchi, passa il carrello delle vivande e l’uomo vicino a Gianfranco, dal viso serafico e barba fluente, rivolge una domanda a Luisella.

Anche tu non hai avuto nessuna visita di tuoi amici; forse non avevano tempo?
Capirai: dovevano parlare della solitudine delle persone in ospedale, con qualche patologia; mi hanno fatto capire quanto sia vero come l’amore, dovrò pur investir ora che ho un cuore efficiente con un uomo che pure lui dovrà investir sul suo cuore nuovo.
Allegria dominate non esibita, il personale medico par interessato, Luisella e Gianfranco divorano la cena aiutati dai loro amici; non è dato sapere se abbiano più fame di cibi o amore oppure rapporti umani senza untori nei paraggi, i due loro amici escono di scena e per i due innamorati, una nottata con diverse sofferenze, ma alleviate dall’osservarsi e senza parlare, poi il sonno li avvolge.
Alle cinque del mattino, per entrambi, un altro prelievo di sangue, l’emocromo, qualche chiamata rara con parenti e sorelle, la misurazione della pressione; poi arriva il momento tanto atteso.
Un infermiere, stacca gli elettrodi della donna, il camice dell’operazione ancora indosso, lei siede sul letto, sa che non deve guardar in basso, riesce a sedersi sulla sedia, respira con calma con il suo braccio sinistro menomato; osserva l’uomo che ama far le stesse operazioni ed i due, con larghi sorrisi, s’osservano ai due lati della stanza, ma non parlano, comunicano con i sensi.

Gianfranco si alza, con il braccio destro prende qualcosa per lavarsi ed un asciugamano, va in bagno, camminando incredulo, svolge le operazioni usando il solo braccio destro, esce dal bagno sorridendo alla donna che ama, lei ricambia e va in bagno a svolgere le stesse operazioni usando il solo braccio destro.

Giunge il momento magico: Luisella e Gianfranco, svolgono i primi passi nel corridoio, l’inizio titubante, si tengono per mano, osservati dal personale medico e pazienti, dopo qualche minuto sono esausti, ma non di felicità, ritornano in stanza quando il primario ed altri, conversano con loro con dolcezza.

Due sedie a rotelle ed entrambi sono portati a far i raggi al torace, ritornano in stanza per il pranzo tra mille difficoltà, dovendo usar solo il braccio destro, ma sono assieme in un piccolo tavolo della stanza, un infermiere toglie loro il braccialetto rosso e la fleboclisi, giungono i loro due amici che li aiutano a vestirsi e legarsi le scarpe; senza di loro non sarebbe stato possibile.

Anche gli assenti si fanno sentire, dicendo loro di andar da qualche parte a far rieducazione, così come sono, non sarebbero utili alla causa, non è dato sapere quale.

Una casa tranquilla tra amici veri, per entrambi, il braccio sinistro riprende a funzionare gradatamente e qualche bacio avviene tra i due…mandano qualche mail a qualcuno affermando di aver trovato una vera causa per il vivere, i destinatari furibondi, la rieducazione può dirsi completata in un semplice Natale, assieme ad amici veri.
Dopo sette giorni, i punti di sutura tolti e regali per tutti con qualche bel libro pieno di frasi semplici, i cerotti tolti dopo qualche giorno, la ripresa mai interrotta del coumadin e l’INR, l’amore che abbatte ostacoli, qualcuno scrive che si sente la mancanza dell’uno o dell’altra, ci hai abbandonato troppo presto.

Una casa dove Luisella e Gianfranco fa da lancio per il loro amore, progetti che si materializzano legati ad introdurre etica e cultura dell’alimentazione nel vivere, difendendo le intime ragioni dell’individuo e sostenendo uomini e donne, finiti nelle retrovie della macchina sociale per aver tali indoli, in una primavera avanzata il primo controllo post operazione con esami assai noti ai due, in estate quello tecnico del pacemaker, in agosto, Luisella inizia il suo percorso della maternità, a ridosso del Natale, festeggiano l’anniversario del primo anno con il pacemaker andando in un reparto di cardiologia e passando l’intero giorno con i componenti di un unico progetto, chiamato essere umano, svolgendo opere di prevenzione in ogni dove, facendo conoscere che la prevenzione è benefica in ogni dove, quasi gratis, costi sociali bassi, spinta verso l’auto determinismo umano che loro due, hanno sperimentato il suo valore durante la patologia, il valore del silenzio e il pregio di un individuo è molto più alto di masse di persone.

E’ il giorno dell’Epifania: Luisella e Gianfranco, sotto il lampadario a forma di cuore, si osservano per lunghi minuti, i sorrisi che s’allargano, in un calendario è segnato un cerchio rosso posto nel mese di maggio, un abbraccio sincero ed un bacio pieno di significati e qualche frase esce spontanea.

Mia cara Luisella: sono oggi così cambiato che non mi riconosco più in cosa ero e chi i miei amici; la patologia mi ha forgiato, dato un senso alla vita, ciascun frammento un valore proprio, i pensieri che sono onde autentiche e che creano.

Mio caro Gianfranco: prima badavo solo al particolare, senza accorgermi del vuoto della mia esistenza, ero circondata dal formalismo, la retorica e i riti della reputazione; la malattia mi ha messo di confrontar me stessa, lungo il cammino, i meccanismi del non detto, del non visto, le parole ed i fatti, separati in casa; oggi mi sento rinata dopo il percorso che ho dovuto affrontare.

L’Eco Cuore ha svolto il suo cammino mentre i due osservano il calendario con un cerchio rosso sul mese di maggio e dancing in the night suona per loro, in uno schermo compiono i titoli di testa del film: La vita è meravigliosa” …una sirena di un’autoambulanza risuona, Luisella e Gianfranco osservano un piccolo quadretto che hanno messo su una parete con una frase di Oscar Wilde:

“L’egoismo non consiste nel vivere come ci pare, ma nell’esigere che gli altri vivano come ci pare a noi”

Cenni di assenso, forse, dentro quel mezzo e coricato un individuo, vittima di quella frase e dei rapporti umani conseguenti con troppi a pretendere di prender possesso dell’altrui determinismo dei loro simili

Sai Gianfranco: quante persone finiscono ad aver problemi cardiaci per effetto dei rapporti umani che fanno della sete del possesso la base della patologia stessa?
Già Luisella: se venisse depurato il linguaggio e le emozioni umane; quella sirena suonerebbe di meno; ma potrebbe mandar in frantumi il “Disco rotto dei grandi uomini”
Sì: il giocattolino chiamato uomo, non sarebbe più nelle mani di qualche Mister Mortimer.
Andiamo a far scoperte silenziose ora; anche per chi hai nel grembo.

Attilio Saletta.























giovedì 29 gennaio 2015

Sprazzi di vera libertà...Bertrand Russel







Il gioco della vita chiamata prevenzione.

Inserisco ora diversi link che fanno leva sulla prevenzione che è giocar a far prima; il vero gioco della vita ma che è visto male...si preferisce far gli increduli dinanzi ad una situazione non prevista dove nessuno gioco esiste, ma porta al diventar famoso e coperto di gloria ed i pochi che giocano a far prima....accusati di essere dei biechi individualisti che pensano solo a se stessi.

https://www.signagainststroke.com/it/charter.html

 Diversi link legati a come prevenir l'insorgere di patologie cardiache.

http://www.aliceitalia.org/per_unita_urgenza_ictus.php

http://it.wikipedia.org/wiki/Basic_Life_Support

http://ilcuorediroma.org/

http://www.farmacoecura.it/interventi/pacemaker-al-cuore-intervento-controindicazioni-cambiamenti-di-vita/

http://www.medtronic.it/tua-salute/bradicardia/

https://aritmologia.wordpress.com/le-aritmie-cardiache-che-cosa-sono/

http://www.santaclaragroup.it/ecg-holter-cardiaco-eo-pressorio-1091.html

http://salute.doctissimo.it/salute-generale/esami-laboratorio/l-ecodoppler.html

http://www.my-personaltrainer.it/farmaci/coumadin.html

http://www.valorinormali.com/sangue/pt-inr-alto-basso/

http://it.wikipedia.org/wiki/Cardiologia



Ora il cuore di qualcuno è rigenerato, sta scrivendo un piccolo racconto che vede un uomo ed una donna, cambiar vita a seguito di una malattia cardiaca ed apri la strada all'amore, sarà donato a chi lavora nella ricerca contro le cardiopatie, l'effetto del male, ma la vera causa, i rapporti umani, specie se ti fai domande e cerchi di mettere in uso che l'uomo ha qualità distinte da forme viventi non umane.

























mercoledì 28 gennaio 2015

L'uomo alleggerito.

Nella nostra epoca, grazie alle tecnologie, l'uomo è stato alleviato dalla fatica fisica del lavoro; ma grazie ai moderni sistemi dell'informazione, anche sollevato dal peso del pensare,,un nemico che porta all'impopolarità, grazie alle tecnologie, tale minaccia è evitata e così siamo alla mercé di un alito di vento che diventa una tragedia, evitando di pensare  per non diventar impopolari,,,,ma l'uomo non è l'unico essere vivente dotato di senso critico? Mi sono perso qualcosa?
Se le guerre fossero disputate tra diversi loquaci e solo tra loro, senza che costoro non allunghino nessun fucile in nome e per conto dei loquaci, in mondo non sarebbe più sano? Molti dischi rotti gettati nell'oblio?

Il coraggio fa rima con il silenzio.

Incontri persone che parlano a manetta usando il disco rotto dei grandi uomini...lasci dire, attraversi la strada...hai cose più importanti da fare...ad esempio...la tua integrità personale e stupirti della vita.

Ti accusano di aver poca vita sociale...non lotti per nessuna opinione, lasci dire...ogni giorno stai meglio non avendo nessuna opinione da difendere.

Ti dicono che fai parte di un'élite...lasci dire...se usi la semplicità e l'osservazione dell'ovvio...farai sicuramente parte di un'élite.

Ti accusano di non ascoltare e quando tenti di parlare...ti accusano di non farli parlare...lasci dire...continui ad ascoltar la voce del silenzio che ti fa far  scoperte.

Non urli per reclamar i tuoi diritti; usi il coraggio di poterli avere con il senso della misura, nato dal silenzio....lasci dire...

Ti accusano di mai parlar in terza persona di ciò che ti riguarda...lasci dire....non sei nato per far lo spettatore della tua vita.

Forse esiste una regola:" In una disputa dialettica i fatti perdono sempre...non indossano maschere e mai agiscono a vanvera, neanche fanno i commedianti...lascia dire...il silenzio è veramente coraggioso"..





lunedì 26 gennaio 2015

Immagini del nulla, ma ricchi di significati


















Scrivo per legittima difesa.

Nel novembre dello scorso anno è uscito un mio libro che contiene quindici mie opere teatrali e che potete trovar in formato e-book in molti circuiti.

http://www.lafeltrinelli.it/ebook/saletta-attilio/scrivo-legittima-difesa/9788899181086

http://www.mondadoristore.it/Scrivo-per-legittima-difesa-Attilio-Saletta/eai978889918108/

http://www.infilaindianaedizioni.com/index.php/ebook/attilio.html

http://www.amazon.it/Libri-Attilio-Saletta/s?ie=UTF8&page=1&rh=n%3A411663031%2Cp_27%3AAttilio%20Saletta

http://www.anobii.com/infilaindiana/books?filterType=2&filterValue=11&doScroll=true

Quindici opere teatrali mie derivanti da miei racconti di precedenti libri mai usciti.

Se volete darmi una mano, trovando i testi interessanti e non usuali, potete farlo facilmente e se nel mondo del teatro, qualcuno avesse intenzione di metterne in scena alcune, sarei felice di darle, opere nate da lo sconcerto che ho verso il troppo nonsenso che passa per logico.

Ora qualche brano del mio libro.

Ho un alto impegno sociale da svolgere: lottare contro la corruzione e riceverne i benefici, impegnarmi contro le disparità è sarei stupido se non profittassi della mia posizione per allargarle, parlare in favore della povertà in modo che aumenti e quindi dimostrare il mio favore verso la povertà, lottare per la libertà in modo che nessuno possa viverla interiormente perché dimostrano d’essere avversari della libertà e dei miei amici che producono armi e mine antiuomo, lottare per la giustizia per far sì che chi osserva l’ovvio possa diventare una mela marcia.


Lo sportello esce di scena assieme ai due personaggi; fa la sua comparsa, un palo della luce con un uomo truce con una bandana in testa e vicino a lui un uomo dal volto altezzoso e il ladruncolo..

Adesso faccio il ladruncolo mentre prima facevo l’avvocato e tu adesso fai l’avvocato mentre prima facevi il ladruncolo.

Niente di strano: qualcuno scrive per legittima difesa.

Scusa avvocato che prima facevi il ladruncolo; hai qualcosa da dirmi?

 Non è in caso che ci facciamo la guerra tra  noi giacché facciamo parte della stessa categoria: gli svuota tasche.
Concordo collega: usiamo mezzi diversi ma sempre svuota tasche siamo; specialmente se uno desidera vivere usando l’osservazione dell’ovvio pretendendo fin anche di difendersi usando lo stato di diritto quando in mano nostra muta di direzione.
 Esattamente collega: un po’ come inserire un’anima candida dentro le nostre ampolle; all’uscita diventa un rospaccio con quattro teste, sei braccia e un naso deforme cadente lungo due metri.
 Piuttosto non vedo nessuno da spennare nelle vicinanze.
 Non ti preoccupare:  mettiamoci in società, tu rapini un passante, ci dividiamo il bottino, al processo il derubato perde la causa, ci paga e poi noi due ci dividiamo il bottino.


Il palo esce di scena ed anche i due personaggi.

Caro figlio mio: sei così diverso da noi, non t’adiri mai, il dottore mi ha detto che devo fare una vita tranquilla ma mi fai agitare per la tua calma nonostante che il dottore m’abbia consigliato una vita tranquilla ed allora grazie a te, sono costretta ad assumere tranquillanti.

Il giovane cerca di replicare; ma è stoppato dall'uomo

corpulento.


Non rispondere con la tua calma: non vedi come tua madre sta soffrendo perché non usi passionalità nella vita? Io sono tuo padre è ti ordino di smettere d’essere così freddo e misurato; da quando hai iniziato a leggere quei libracci sul pensar lentamente  sei diventato allergico al rumor inutile, non c’è verso di dialogar con te su nessuna opinione.














domenica 25 gennaio 2015

Qualcosa di nuovo.

Aggiornamenti

Non usavo più questo blog da tanto tempo e molte cose sono accadute.

La mia attività artistica in pieno sviluppo con un'opera." Scrivo per legittima difesa"
Ora convivo con un pacemaker che ha mutato in meglio la mia vita.

Su Facebook partecipo a diversi gruppi e quindi scrivo o metto immagini, presto anche miei video. mi potete trovare du.

www.facebook.com/atiliosaletta
www.twitter.com7reason44