sabato 21 febbraio 2015

..Breve racconto sulle parole più usate.

PARREBBE…


- E’ strano: eppure non solo siamo simili, ma, in effetti, i nostri ruoli devono mutar di posizione; vale a dire io prendere il tuo posto, tu svolgere quel mio.
-Fammi capire…aspetta forse ho intuito qualcosa…in effetti, la garanzia dei Diritti non è sufficiente che sia sancita da qualche documento, gli uomini sono macchine del nonsenso; se sono sufficientemente depravati, insensibili alla dignità umana, dediti alla cupidigia, alla superbia, l’impianto dei Diritti finisce per diventare lettera morta. Chi invece desidera che non sono materiale vaporoso, allora i Diritti devono diventare dei Doveri, giacché anche se sono scritti su carta se l’antropologia corrente viaggia in direzione che il sistema immunitario della Società Civile va espellendo cellule sane per introdurne di nefaste, quindi funziona al contrario, ecco che allora i Diritti spariscono dalla scena ed al loro posto il Darwinismo Sociale.
-Sì…parole come libertà, giustizia, dignità umana, per citare qualche termine, non sono Diritti, ma Doveri. . Fare ogni sforzo in tuo possesso, quindi un Dovere, affinché nessun’Autorità si ponga di traverso nel tuo cammino individuale verso il tuo determinismo come mente progettuale e critica.
Le vicende umane di questo Pianeta sono state piene, come ora, d’impianti legislativi fondati sul Diritto, quindi sull’uomo; ma quando la sottovalutazione del ruolo nefasto del potere ha determinato e determina la cancellazione d’ogni Diritto, anche se sancito da documenti e discorsi ufficiali, allora ecco che appare chiaro che va immesso non lo Stato di Diritto, ma quello del Dovere. Il modo più diretto per far sì che la tua libertà, soggettività, il tuo desiderio di creare spazi, passi dal Dovere di fare ogni sforzo atto ad impedire che nessun’Autorità si ponga di traverso lungo il tuo cammino; così che tu possa agire per il meglio.
- Mio caro amico: ecco che il Dovere diventa un Diritto, perciò l’etica, la responsabilità, la dignità umana, la coerenza, la razionalità, solo per citare qualche termine dinamico, non  più  dei Doveri diventando dei Diritti, perché la cosa più bella sta nell’agire in tali ambientazioni, se qualcuno t’impedisce di guadagnarci la vita in tali ambiti per l’ostilità dell’ambiente circostante e delle classi dirigenti e della cecità di chi dovrebbe segnalare tali indicatori, è il segno che la Democrazia non si svolge in un’aula Parlamentare, tanto meno da qualche schermo televisivo. Sta nella vita e nelle scelte d’ogni singolo individuo, lì giace la democrazia, non   con l’andare a votare o parteggiare per questo o per l’altro; ma se le aperture mentali e ricerche individuali di ciascuno creano spazi alla sua mente, poi determinano anche volani materiali, d’azione, di guadagnarci la vita con tali propensioni, questa è l’essenza della Democrazia, il resto è solo come andare a cercar Feticci nell’isola di Giava.
-Già: se uno gioca a Scacchi conosce le regole del gioco stesso, ma se uno pretende che il cavallo possa fare le stesse mosse della Regina, potrà mai svolgersi una partita? La stessa regola vale per la vita sociale e il gioco democratico; se è privato di regole non esiste più alcun gioco, solo il libero arbitrio del primo che scende dal letto al mattino, l’anarchia fatta da qualcuno che dice di combatterla citando il pensiero liberale.
- Le leggi non sono Verità Assolute, se creano ostacoli agli spazi mentali dell’uomo, vanno viste in chiave antropologica, la percentuale di cosa io e tu farci, quindi sporcarci le mani con esse; dove i divieti sono scarsi, lo spazio d’azione dell’uomo ampio, specie da un punto di vista mentale. Di risparmio che va sviluppandosi attraverso l’auto determinismo dell’uomo, il crollo del processo del delegare; l’aver mezzi per non fare in piccolo ciò che altri fanno in grande, se ciò non può essere determinato è dovere d’ogni uomo non applicare quella legge se viola la sua integrità personale, fare altrimenti è acconsentire ad un baratto morale cancellando le soggettività dinamiche nella vita sociale.
I due lasciano la scena.




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