mercoledì 30 dicembre 2015

Quando la vita ha un senso.

martedì 29 dicembre 2015

2016

martedì 22 dicembre 2015

immagini del Natale

Gli scartati.



Una Società troppo auto referenziale e                                                                         
                       Monologhista.

Lo scorso venerdì ho partecipato assieme ad altri all'apertura della “Porta Santa della Carità” aperta dal Santo Padre ed io far qualcosa al riguardo, ma neanche per un nano secondo, tutto ciò mi ha portato ad aver chissà quale impeto di stima nei miei confronti per la vicinanza con Papa Francesco; solo seguir la traccia della cristianità con tutte le mie cospicue limitazioni.

Un tema ha affrontato il Pontefice: “Gli Scartati” un dato di fatto sempre più evidente nell'epoca della comunicazione che vede nell'attacco agli spazi di vita percettiva dell’uomo il principale obbiettivo come del resto per la mente e lo spirito umano ed allora gli scartati diventano un elemento assiomatico di questa supposta epoca moderna. 

Da tempo sono diventato allergico ad osservar i fatti del vivere attraverso l’esteriorità degli stessi; invece andando nella profondità del pensiero umano e di come negli ultimi decenni, si sia innescato un processo di decadimento del percepir l’esistente, alla guida della macchina sociale le persone peggiori e quelli antagonisti della stessa guisa.

Uscendo mi sono fatto domande mentre il concentrato mediatico andava in cerca di persone da intervistar ed io osservar uno spettacolo che mi ha fatto riflettere sulla natura della diffusione delle notizie e se ci fosse in quei frammenti, tracce proprio dello scartar la percezione della sofferenza, forse anche in chi la viveva e la vive sulla sua pelle.

Mi è parso subito evidente che dovevo ricercarne l’essenza nel passato, nella conoscenza di epoche distanti dalla nostra per veder gli indicatori di una società che si fonda sull'esclusione sociale di soggettività percettive e l’immissione di qualcosa di nocivo a cui nessuno par farci caso; neanche chi vive in prima persona l’emarginazione.

Dopo qualche giorno mi sono imbattuto in quei frammenti di saggezza nelle opere e nelle azioni di uomini dalla cristianità, spesso fuori dal coro, ma essenziali per la stessa evoluzione del sentirsi cristiano.
Le figure dalla grande caratura come furono Pico della Mirandola, Erasmo da Rotterdam e Tommaso Moro; lì ho potuto vederne, non solo l’attualità, qualcosa di più, il declinare di questo mondo che passa per essere moderno.

Un tratto comune legar le opere di queste tre personalità: un’attività per il ritorno alle fonti della cristianità, fuori dall'allontanamento e del sentirsi parte della fonte del percepirsi cristiano, non solo a parole, ma nel concreto del vivere.

Qui ho trovato come Papa Francesco operi su questa base e come la sua caratura morale trovi punti di ostruzione del senso comune del sentirsi con tali paradigmi dell’oggi per una società che è diventata un concerto di monologhi a cui nessuno deve inserirsi, non importa a quali gerarchie sociali si appartenga e quindi il tarlo auto referenziale degli stessi dialoghi tra le persone a cui pochi sfuggono.




Pico della Mirandola affermar quella sua ricerca incessante ed impopolare di una visione armoniosa di tutte le realtà create, la posizione vera dell’uomo nel mondo ed il genio umano.
Qui l’oggi dove tutto ciò è lontano anni luce dalle decisioni umane e non è un caso che il Pontefice abbia inserito nel suo agir, il tema del creato, ma spero, fuori dai compromessi umani sulla natura che sono le cose più deleterie per gli spazi armoniosi del vivere in questo mondo dove la disarmonia è un dato assiomatico del vivere.



Erasmo da Rotterdam affermar che agli occhi del mondo, la saggezza di Dio equivale a pazzia; mai concetto passa per vero oggi davanti alla più truce e psicotica violenza politica, anche di tipo psicologico che non è meno devastante di quella con le armi e l’omicidio in nome delle idee e quindi ecco che la saggezza diventa sinonimo di fanatismo agli occhi del senso comune che vede nella aleatorietà dei concetti, una fonte di salvezza da se stessi e quello che accade, poi porta alla diffusione degli scartati, specie quelli che non desiderano essere delle comparse del vivere.
Ma lo stesso pensatore dinamico dir che la vera curiosità non è far gli spettatori della vita; bensì una ricerca instancabile della natura umana che non conosce esclusioni, quindi la generosità umana è in Dio stesso, perciò una riflessione, per nulla neutra, sull'umanità stessa.
Tutto quello che non c’è oggi, dove le esclusioni sono sempre più numerose, magari per esigenze di cassa degli Stati, o i tanti che si sostituiscono a Dio e la generosità umana inesistente nel loro agire, o quelli che ne parlano, ma operano per incentivar i loro possedimenti, principalmente non fonti economiche; la mente umana per irretirla al farsi domande, senza questo passaggio, nessuno appropriazione indebita economica potrebbe manifestarsi.


Poi ecco Tommaso Moro con quella sua verve di cristianità che pagò con la vita la sua propensione giocosa e seria questa sua attività.
Non sono le idee umane ad essere importanti, ma una simpatia critica sul quotidiano; tutto ciò che è così distante oggi con l’irreggimentar la conoscenza stessa e questo vestito stretto, impedisce quella curiosità critica essenziale per farsi domande e trovar le incoerenze, specie attraverso il gran concerto del servilismo che il pensatore inglese e poi uomo di Stato aveva già indicato.
Quello che spalanca le porte non allo sviluppar gli scartati, peggio, è lo stesso pensiero umano naturale ad esserlo, giungendo ben prima che sia l’uomo e i suoi spazi di vita ad esserlo; ecco un ritorno alle fonti della cristianità e dello stesso genere umano per ridar quel desiderio di curiosità critica che nel passato era molto più elevata di oggi dove abbiamo tutto

Qui mi pare che la caratura morale del Santo Padre, intenda recuperar le fonti del sentirsi cristiano, nonostante che la saggezza passi oggi per fanatismo.
Il lavoro di questo inglese procede nell'alveo della perdita di umanità dell’agir umano e come quindi si crea nel concreto la tirannide; oggi molto forte e popolare, una formula terribilmente semplice: doppiezza-istinto di sopraffazione- pura incoscienza-la fede dei privilegiati e quindi uso cieco e psicotico del potere che davanti alle difficoltà non ha che altri strumenti che l’autoritarismo e la visione autocrate dei meccanismi sociali; quindi un monologar all'infinito o un teatrino degenere senza alcun interesse per il particolare, proprio per la totale mancanza di curiosità critica sui fattori del vivere.

La sua azione prosegue nella sua attualità dell’oggi: il mondo deve essere accessibile a tutti, quindi ecco un altro ritorno alle fonti del cristianesimo; oggi tale parametro, è mai stato indicato sul volano dell’accessibilità del vivere da parte dell’uomo, oppure in economia, serve che questa accessibilità debba diminuir per crear sviluppo economico? La stessa conoscenza è accessibile a ciascuno; oppure nascosta dall'irreggimentazione della stessa?

Il Santo Padre, mi pare agisca anche su questo terreno e quindi un ritorno alle fonti del cristianesimo e di Dio quindi.

Tommaso Moro prosegue nei meccanismi della persuasione, della politica che usa tali mezzi per far crollar la curiosità critica del vivere da parte dell’uomo e quindi, la necessità del servilismo.
Il corteo dei megalomani ed avventurieri; entrambi non vedono dentro se stessi ed ecco che se dai valore alla tua coscienza, la capacità di ricercar la verità ed il rispetto di te stesso come vera libertà che poi porta ad essere liberato dal male insito nei fatti; tutto ciò per il senso comune è fanatismo e le sociologie di massa, della badanti a presa rapida per la tua mente ed il tuo spirito come inchiostri simpatici da utilizzar subito.

Ecco quindi al ritorno alle fonti del cristianesimo che questi tre personaggi ricercarono e come Papa Francesco, per la sua caratura morale, ogni dì non manca mai di cercar di far percepir all'uomo, dandogli quella curiosità critica, su un mondo che deve essere accessibile a tutti, la posizione del creato e dell’uomo in questo mondo e la posizione armonica di tutte le realtà create da Dio e che l’uomo deve riprendere a salvaguardar, ma non attraverso monologhi; nelle azioni concrete del vivere senza aver bisogno del consenso degli altri; in quello del compito che Dio gli ha dato: la generosità umana che non conosce esclusioni.

Possibilmente senza quel serpente infernale della “Felicità Programmata” magari perché hai un microfono davanti e rispondi a qualche domanda e ti sembra di aver il mondo in mano; la felicità è ricerca, quella curiosità critica che ti impedisce di negarti a te stesso.
Certo esiste da sempre quel dualismo: Utopia Vs Potere, quanti libri sono stati scritti su questo dilemma, ma una soluzione semplice esiste.    

“Nel silenzio della ricerca, nel non dar importanza agli ostacoli a parte quelli che crei a te stesso; bensì alle tue potenzialità, a cosa scopri ed alla tua santabarbara di domande sempre maggiori e nessuna rinchiusa nel baule delle opinioni”

Esattamente un anni fa e proprio mentre scrivo, ero in una sala emodinamica dell'ospedale di Perugia per l'impianto del pacemaker; è stato un anno denso di mutamenti e posso dire che la mia patologia cardiaca mi abbia dato un senso vero del vivere.

                                               Buon Natale e Namastè  a tutti; anche a quelli che fanno il broncio alla vita e sono molto popolari ed accusano chi ricerca il meglio della vita di essere un fanatico.



                                                             


                                     Attilio Saletta.


  



domenica 13 dicembre 2015

Miei due film messi in vendita




Tutta colpa della luna.

Ecco il link con gli elementi che trattano questo mio film







Ecco il secondo.




La prima parte del mio film intitolato.

"Ma ti rendi conto"





Attilio Saletta.







mercoledì 9 dicembre 2015

Tutta colpa della luna.


Ho messo in vendita un mio film.

https://sellfy.com/p/pBjH/

Tutta colpa della luna.

martedì 8 dicembre 2015

Esiste ancora un'idea del mondo, oppure circondati dai "Io non posso"?


Oggi è l'apertura dell'anno giubilare ed il Pontefice ha da poco aperto la Porta Santa a S. Pietro ed allora riflessioni mi giungono copiose


Nel passato si aveva un'idea del mondo davanti alle difficoltà del vivere e questa idea condivisa, portò ad alzar il livello di necessità del vivere stesso e molti "Io posso" poterono manifestarsi, nessuno dei quali, messo in atto dalle sociologie di massa, che ancora non esistevano come purtroppo si sono come oggi manifestate, tanto meno dagli ambienti della politica.

Furono l'azione dell'uomo stesso che desiderava una vita migliore e l'immaginava e tutto si mosse da questo volano.


Ma oggi tutto ciò esiste ancora? O forse c'è un crollo enorme di questo basilare fondamento e quindi non si ha più un'idea del mondo ed assieme a ciò, d'indipendenza dell'uomo e potere immaginativo ai minimi termini.

C'è di peggio: questa non idea del mondo, questo crollo di potere immaginativo dell'uomo, questo disinteresse per i tantissimi "Io non posso" che sempre maggiormente, accerchiano l'unico essere vivente dotato di senso critico ed oggi affermarlo, sembra far del paradosso allegorico., non ottiene un desiderio d'uscita da questi incubi legalizzati; l'opposto.

Un consenso elevato, che dirotta gigantesche risorse economiche, limita gli spazi di esistenza dell'uomo in sempre maggiori settori: nella vita economica, nei desideri più puri del vivere,; in sostanza da "Non idee" che determinano adesioni sempre più alte e quindi dal dominio del nulla.

Una competizione che si svolge sui terreni del non aver un'idea sul mondo e tutti i giorni , i "Io non posso" aumentano ed ottengono consensi e risorse economiche e non s'osservano desideri di una vita migliore da parte dell'uomo.

Chi invece ha di tali volani e quasi considerato un paria o uno che non desidera modernizzarsi  e di sicuro, non ottiene consenso e risorse economiche  e se le ottiene; anni luce distanti da quelli che limitano gli spazi dell'azione umana.

Non c'è da stupirsi che il passo successivo sia la paura, il timore di pensare, di dar seguito alle percezioni naturali,; non è quindi un attacco alla libertà d'espressione, qualcosa di più sotterraneo e nascosto....impedire all'uomo di desiderarlo.

Il dominio del meccanismo dello stimolo-risposta: così ad azione violenta si risponde con la stessa moneta che depone che non esiste alcuna idea del mondo, pensieri di prospettiva assenti ed allora i "Io non posso" aumentano ed i "Io posso" del nulla salgono vertiginosamente con il sospetto che i vari integralismi, più che combattersi; agiscono in maniera sinergica nei terreni dell'oscurità, 

Un menù già sperimentato: si combatte per annientar il nemico, ma si fanno affari con chi si dovrebbe combattere con guadagni cospicui per entrambi e le vittime come trofei.

In chiusura. spero che questo anno giubilare serva a metter il luce troppe farse delittuose che passano per essere naturali e che si abbia un'idea del mondo che generi consenso e riconquista dei tanti "Io posso" perduti dall'uomo e dalla natura dal meccanismi del nulla che ogni giorno esibiscono ciò ad ogni latitudine   

Forse non è reato desiderar di aver una vita migliore anche se questo potrebbe tarparti legami sociali.



Attilio Saletta.





sabato 5 dicembre 2015

Il ritorno dello spirito di contraddizione.


           Il non plus ultra contemporaneo:
                              Le opinioni.
In questo dominante “Medioevo Tecnologico” che demotiva l’uomo a pensar, o forse meglio, lo spirito umano è un’inutile accessorio, magari da usar solo nel periodo natalizio condito da belle dosi di doppiezza ed amnesie dopo un bel brindisi augurale; augurandosi che l’egoismo non possa trovar l’antidoto, proprio nelle vita spirituale e la mente umana, forse è il caso di riflettere come la società demotivi l’uomo a pensar e la brutalità e gli estremismi, frutto di ciò.
Qual è la cosa più facile per ottener consenso? Sollevar polveroni e nebbie mentali per impedir all'uomo di osservar la scena con tutti gli attori presenti, usar le nevrosi e le drammatizzazioni del pensiero umano, la vita consapevole, un nemico; preso in questo caos di opinioni, di spasmi dell’ego, allarmi non previsti, riduzioni rilevanti di spazi d’indipendenza dell’unico essere vivente dotato di senso critico, l’uomo si sente perduto.
Consegna la propria essenza al catafalco delle opinioni come quei bambini a spaccar pietre dentro le caverne del “Tempio maledetto” in una società creata apposta per demotivar la mente umana ad agir per crear benessere; agendo per provocar insania in ogni dove, inserendo concetti che dovrebbero andar bene per tutti come la globalizzazione, la pratica degli OGM, l’ideologismo senza controllo, discorsi forcaioli sull'essenza umana; così l’uomo, terrorizzato da questo clima tossico ed insano, depone le sue armi di domande che avrebbe da porre, pensando di non poter guadagnarci la vita con l’osservazione di quello che vede ed avviene un crollo d’indipendenza della società stessa.
In questo sistema malato, con difese oramai allo sbando, i germi peggiori possono trovar facilmente presa ed incidere; ovviamente prima non sarebbe stato possibile quando l’uomo aveva più possibilità di incidere sul volano della sua indipendenza.
Che accade materialmente: un uomo si trova in difficoltà in questo insano bailamme caotico, ha certe predisposizioni mentali indipendenti, ma abbandona la lotta, rinchiude dentro un baule il meglio di sé perché non trova rispondenze alla sua carica progettuale e finisce per diventar censore di se stesso per poter vivere e finisce anche lui nelle caverne del “Tempio Maledetto” dove le opinioni dettano legge e l’utilità dei concetti come principali nemici.
Quei bauli diventano sempre più grandi e testimoniano una società che demotiva l’uomo a pensar, peggio, ad aver quel coraggio cerebrale necessario per far fronte alla vita, ma essendo rinchiusi dentro bauli, non possono essere utilizzabili; ma in quei bauli risiedono le risposte per l’oggi perché sono la testimonianza del meglio di sé di ciascuno, quello che questa malata società non desidera che venga messa in circolo e crear benessere.
I parametri malsani sono la pomposità sociale, la retorica, l’aumento disgustoso di parole dette, la ragione che più fuori controllo non potrebbe essere; tutto ciò che questo mondo non dovrebbe avere, neanche per un nano secondo ed il meglio, dentro di ciascuno di noi, ma temiamo di farlo agire per quella zavorra sopra di noi chiamate opinioni.
Siamo come un esercito che ha ogni mezzo per far fronte ad ogni attacco, ma teniamo l’artiglieria migliore rinchiusa in un magazzino inaccessibile; il nemico si trova la strada spianata davanti ed è la immagine fotostatica di questo “Medioevo Tecnologico”
Io non ho deposto il meglio di me in un baule, chiuso a tripla mandata, temendo le opinioni e quel tarlo devastante che incomincia ad essere cancerogeno, patologia rovinosa dell’essenza umana chiamata” Piacer agli altri”
Preferisco continuar ad essere un clandestino della conoscenza, entrar in questo ridondante polverone contemporaneo e trovar tutto ciò che mi impedisce di vivere, una vita economica degna di questo nome; una battaglia che mi sta costando anche problemi cardiaci per la natura interiore della mia sfida ed essere se stessi è la più grande delle lotte, ma silenziose, che un uomo possa mettere in atto, davanti ad una società contemporanea che fa di ciò, quello da abbattere prima degli altri; il meglio di ciascuno quindi, così il peggio non avrà ostacoli e le cronache sanguinolente d’oggi sono la conseguenza dei troppi artificiosi “Non plus ultra” che questa società ha inserito, non importa a quale latitudini si riferisce.
Passerò questo periodo dell’avvento in silenzio, fuori dalle luminarie; cercherò l’essenza negli occhi degli ultimi, ma in possesso di grande dignità e decoro, in chi soffre in silenzio e vedendolo sembra che stia bene; con se stesso sicuramente.
Ma con una speranza: che lo spirito di contraddizione entri nei cuori di tante persone, che costituì quel microcosmo di speranza attorno ad una capanna umile, e dentro, un bambinetto appena nato e due genitori scacciati da ogni luogo, principalmente dalla vita interiore di ciascuno.
Quello spirito di contraddizione costituisce il vero spirito di queste settimane e se attorno ad un albero natalizio, i doni saranno costituiti da questo spirito e bauli riaperti…il peggio della natura umana potrebbe essere scacciato.

Io non chiedo nulla; forse è già di per sé un gran dono.


                                       Attilio Saletta. 




venerdì 4 dicembre 2015

La delicatezza del vivere e gli spazi.




           “Comparazioni empiriche”
    Sembra oggi che vi sia un obiettivo centrale in questa falsa modernità:” Disconoscere che il vivere ha regole estremamente delicate, sostituendolo con il dato falso della la sozzeria più artificiosa ed a tutti i livelli ed assieme a ciò; secondo scopo principale, un’occupazione degli spazi, che più farneticante non potrebbe essere”

Tutto ciò mi appare sempre più chiaro da quando convivo con diverse patologie cardiache che mi dimostrano come la vita sia un insieme di delicatezze e fragilità, che possono rovinarsi, e crear disagi, specie se una persona ha delle sensibilità spiccate, usando la guerra ed il terrorismo psicologico e sapendo gli effetti che ciò crea a persone, a cui le privazioni materiali quasi non creano effetti; l’attacco alle qualità interiori, assolutamente sì, ed in questi attacchi c’è la dimostrazione del terrore contro persone capaci di pacificar la mente, in un mondo che fa di ciò, il principale nemico.
Esempio numero uno:
Vi è un dipinto che ritrae due generali, sopra due colline che s’osservano…ma le colline sono fatte con scheletri umani da dove possono osservarsi.
Considerazione numero uno:
Che cosa rimarrà più impressa nelle mente umana: i due generali o gli scheletri umani? Nelle cronache belliche, chi trova più spazio? Nei tomi dell’assolutismo, chi è posto in primo piano? Nella formazione dell’individuo, a quale precetto ci si indirizza nell'istruzione ufficiale?
Considerazione numero due:
In quel dipinto si evidenza, non l’antagonismo tra i due generali, l’opposto, una stima reciproca dettata per l’uguale desiderio dell’antagonismo e sotto i loro piedi, la materializzazione criminosa del loro uguale interesse; il vero antagonismo è la strada di evitar le artificiose drammatizzazioni del pensiero umano di cui i facoltosi sanno bene i danni ed è per questo che operano in favore di ciò che dovrebbero combattere.
Considerazione numero tre:
Qui entra in gioco l’occupazione degli spazi, laddove l’antagonismo, non solo è criminoso, occupa tutti gli spazi, prende il possesso del pensiero comune, toglie di mezzo, qualsiasi ricerca oggettiva sul valore dell’uomo, annienta progettualità individuali, pensieri semplici, di fatto, in quel dipinto, non c’è alcun interesse nell'indagar su quelle persone uccise dall'amore becero per l’antagonismo, ma l’artista, dipinse quel quadro, affinché ci si domandasse sulle vittime e come evitar che accadessero in seguito…c’è qualche spazio, oggi, per questo semplice precetto? Se poi non esiste, non è forse un metodo per incentivar l’antagonismo, i reggimenti e la depravazione del pensiero umano che agisce ben prima dell’omicidio, generato dai fumi autocratici più dissennati.
Esempio numero due:
Le parole più usate, divenute un immondo scempio, lontano anni luce dal loro originale uso come Libertà- Giustizia- Democrazia, che sono divenute degli informi involucri come in certi film noir; ma l’origine partiva dalla delicatezza delle esigenze umane e l’uso degli spazi razionali.
Considerazione numero uno.
Ottieni più vita sociale se vedi nella libertà, quella libera dagli artifici del pensiero umano e quindi, non hai alcun interesse a citarla perché vive dentro di te, nei tuoi precetti e quindi nella delicatezza del vivere, un limitato uso degli spazi, ma che sbarra la strada agli antagonismi; oppure un valore collettivo, che bisogna citarlo di continuo, per fagocitar gli antagonismi, le fobie ideologiche, occupando tutti gli spazi del vivere di chiunque, a partir dal possesso del pensiero umano, giacché senza di ciò, la distorsione totale della peggior sfrattata del vivere non potrebbe agire…quindi…chi ha più spazio?
Considerazione numero due:
Se prevalesse in concetto vero di quelle parole, la vita sociale ritornerebbe ad essere rispettosa dei valori delicati e fragili che legano ogni singolo individuo, gli antagonismi sarebbero impediti dall'insorgere assieme alle fobie, dal pensiero umano stesso e l’occupazione degli spazi di ciascuno, sarebbero molto minori ma più grandi, perché sarebbe l’uomo ad allargar gli spazi del suo pensiero.
Considerazione numero tre:
Da dove sgorga meglio il pensiero umano e più concreto…” Il genio è la massima forma del senso pratico”
Da luoghi imperiosi con file di lacchè a perdita d’occhio, oppure in bugigattoli? Come mai che le scoperte umane sono sorte da luoghi umili e semplici e mai dalla pomposità sociale e le cortigianerie? Forse perché in luoghi minuti, il pensiero umano s’arma di praticità sulla necessità del vivere che fa diventar quel luogo come una reggia; in quegli altri posti avviene che il pensiero umano è talmente deprezzato, da far diventar quella reggia, uno sgabuzzino.
Esempio numero tre:
Esci di casa a piedi e ti accade: cerchi di passar sulle strisce pedonali e qualcuno t’insulta per volerlo fare, un tuo simile che è già ben disposto con l’antagonismo parla come se avesse appena ingoiato un pezzo di carta vetro, poi però una donna ti sorride con un viso solare; ovviamente sei portato a dar importanza all'ultimo frammento, ma quando sei con i tuoi simili, sono solo gli altri due frammenti ad essere importanti, figuriamoci se accendi il “Facocero telematico”
Considerazione numero uno:
Se ponessi l’accenno al terzo frammento con i tuoi simili, raccontando della delicatezza del vivere…avresti comuni argomenti di discussione, oppure invaso da parole, peggio che il Generale Custer a Little Be Horn? Magari riceveresti cospicue dosi di “I don’t like” e festeggiar l’avvenimento con quella donna che ti aveva sorriso, così che potrete condividere la comune frequentazione quotidiana di ricever “I dont’like” e spegnere allegramente il “Facocero telematico” ed assieme occupar spazi limitati, mentre gli altri moltissimi, perché le masse mentali solidificate hanno bisogno di spazi per arenar la mente umana; per pochi altri, ogni secondo è una scoperta, all'aria aperta, non al chiuso, dentro le opinioni.
Conclusione finale:
Se un agricoltore avesse nel suo agir, la solarità dei suoi pensieri, i suoi prodotti sarebbero più sani di uno che coltiverebbe la terra, solo per far denaro, il più veloce che può, occupando gli stessi spazi della salute umana del suo prossimo? Oggi: qual è l’atteggiamento prevalente? Forse che chi mai ha immaginato di non esser nato per far la comparsa, ha agito in conformità a ciò, quindi è un bieco individualista che oltretutto non pesta i piedi a nessuno e mai che metta il broncio alla vita come quelli che hanno tutto, meno il senso della misura.



                                    Attilio Saletta.




mercoledì 2 dicembre 2015

Porte aperte per chi?




                                                                          
            Aforismi sulla soggettività umana.

“Sogno un mondo dove l’uomo possa sviluppar appieno le sue qualità umane ed attraverso le carte dei diritti, possa anche guadagnarci la vita e non finir nelle retrovie della macchina sociale per voler sporcarsi le mani con i propri diritti”

“Sogno un mondo dove l’uomo metta in disparte le conferenze tra nani mentali e giganti di vanagloria, preferendo investir su se stesso e prendendo decisioni individuali e non aderir a concetti che assomigliano ad un uomo che pretenda di spostar un iceberg con uno stuzzicadenti”

“Sogno un mondo dove se uno sa a malapena guidar un triciclo, non abbia i mezzi ed il consenso di poter guidar un jet supersonico; quindi continui a guidar un triciclo”

“Sogno un mondo dove nessuno pensi di prendere le soggettività altrui in ostaggio come forma di ricatto per la vita stessa del suo prossimo; ma sogno anche che l’uomo smetta di assoggettarsi a questo clima oscurantista, indagando su stesso e farsi domande sui suoi perimetri del vivere”

“Sogno un mondo dove chi urla ai fatti, provi a veder se attraverso le urla e le masse mentali, sia capace di rincorrere un treno in corsa e se non ci riesce, vada alla ricerca delle persone silenziose che non posseggono masse mentali ma particelle che viaggiano libere nell'aria ed il rispetto degli altrui determinismi ed i loro vastissimi intrecci, diano la possibilità all'uomo di riagganciar il treno con i fatti”

“Sogno un mondo dove le patologie del corpo umano decrescano, non per effetto di qualche cura miracolistica; invece, fin dall'infanzia, il sostegno del pieno sviluppo delle qualità umane di ciascuno ed il rispetto dell’altrui determinismo delle singole soggettività”

“Sogno un mondo dove la bruta violenza farneticante non sia combattuta con gli stessi mezzi, ma prima, avendo arato il terreno delle mente umana con gramigna, per poi considerar lo sviluppo delle qualità umane, un terreno incolto; la scelta quindi sia nel terreno del pieno sviluppo critico dell’individuo che disarma la violenza attraverso il controllo delle passioni, la ragione e l’intelletto”

“Sogno un mondo dove le idee smettano di provocar lutti a distesa, seti di dominio, insania dilagante e liti tra facoltosi che poi è il menù di ogni guerra come dato assiomatico; invece con il recupero delle percezioni umane assieme a diventar giudici di se stessi”

“Sogno un mondo dove l’uomo abbia modo di dubitare se un suo simile abbia molto consenso e porte spalancate davanti a lui e legami inesistenti tra parole e fatti ed amore per la doppiezza, considerando che lo sviluppo del mondo sì è sviluppato attraverso porte chiuse a tripla mandata davanti alla mente libera, erette dall'opinione pubblica e da chi la guida; questa da sempre è stata ed è l’indicatore della strada giusta per il terreno delle scoperte ed il pieno sviluppo delle qualità umane che hanno avuto, come oggi, il maggior ostacolo dall'opinione pubblica e chi la guida che mai hanno indagato sulla formazione delle idee ed ancor meno, su come controllar le passioni; chi ha creato e fatto scoperte, solo su quelle ed ecco perché anche oggi, trovano porte chiuse a tripla mandata davanti a loro”

“Sogno un mondo dove la cancellazione della pratica del compromesso tra gli uomini sia anche da parte di tanti altri, non solo attività quotidiana delle menti libere”

“Sogno un mondo per chiudere questa rassegna, dove il pieno sviluppo delle qualità umane, mandi in frantumi l’esorbitante numero di alchimisti, soliti discutere dell’uomo dentro luoghi oscuri; per loro, l’unica cura è di andar in posti naturalistici e veder se non avranno crisi di mancanze di zizzania…per tutti gli altri…a parte le menti libere che l’hanno da sempre….la speranza che anche nel caos, possano trovar nell'anticorpo, il pieno sviluppo delle qualità umane di ogni singolarità individuale”



                                  Attilio Saletta.

sabato 28 novembre 2015

Il cuore non è causa del mio male.



          Le trappole nascoste
                    dell’emarginazione.

Conversazione tra David Copperfield e Ifigenia sull'esclusione sociale e i legami con le patologie cardiache in cui il cuore non è l’origine del male; i rapporti umani sì.
Martedì sera mi sono sentito male: una chiamata al 118, l’arrivo dell’ambulanza, il codice giallo, una nottata in pronto soccorso con undici prelievi venosi, compresi quelli delle arterie, poi il trasferimento nell'unità intensiva coronaria ed il giorno dopo, in emodinamica, la coronografia e l’esito, per fortuna senza danni alle coronarie, ma con valori enzimatici fuori norma e sino a che quei dati non sono ritornati buoni, non sono uscito dall'ospedale; ma ora nuovi farmaci da prendere in aggiunta al Pradaxa, come un gastro protettore e un beta bloccante per il cuore e da subito, la percezione di dover rallentar le frequenze del mio vivere e fondamentale obbiettivo vitale: selezionar i rapporti umani in maniera rigida per tenermi fuori dai meccanismi della drammatizzazione sociale e l’agitazione che copre un ridondante fatalismo che passa per essere causativo.
Allora ecco una conversazione tra due tra i più grandi vessati che la letteratura ed il teatro drammatico abbiano messo mai in azione.

Inizia David, poi a seguir quella destinata ad immolarsi in favore di chi immola il prossimo in una marea di follie dialettiche e perfect crime.
La scena dove si svolge la conversazione potrebbe essere in qualsiasi luogo, giacché il dominate fatalismo, svolge le sue sciatte trame in ogni dove.

Mia cara Ifigenia: finisci nel vortice dell’emarginazione e sei portato ad abbracciar le spire letali del fatalismo e considerar il tutto confortevole ed abbassar i tuoi parametri di vita, diventando un perenne paria.
Già mio caro: invece vi sono alcuni che si armano di sacrosanti disaccordi su tali condizioni e si mettono in discussione, pretendono dal loro stessi il massimo, i parametri etici in continua salita, operando sui terreni dell’eccellenza, scoprendo i benefici del pensar diversamente e tra questo, il principale: evitar la letale trappola nascosta insita nell'emarginazione.
 Già mia cara Ifigenia: considerar a livello cerebrale che non solo, non potrai uscir da questa trappola, di più, trovandola positiva per il tuo vivere e creando un castello di certezze false che fanno del fatalismo l’architrave della stessa esistenza.
Esatto David: come disse una donna perspicace…nessuno ti può far sentir inferiore senza il tuo consenso; ma uomini e donne sensibili alla sfida del vivere, neanche per un millesimo di secondo accettano tali mortali trappole e da subito il loro totale disaccordo si mette in moto, con un’energia progettuale sempre crescente ed incontentabile, trovando nel fatalismo dominate il principale ostacolo.
Vero mia cara: quando poi trovano sistemazioni in qualche luogo e posti per alimentarsi…molti la vedono come la manna che arriva dal cielo; ma queste individualità sensibili, ne avvertono l’aroma nefasto ed ogni dì passato in quelle condizioni, una sconfitta della loro essenza; senza poter contar su loro stessi per vivere una vera vita normale, laddove la casa dei diritti, non si ottiene, vedendo in certi luoghi come panacee moderne; dentro invece la macchina causativa che si mette in moto quando le trappole dell’emarginazione sono come delle inebrianti sirene la cui accettabilità, provoca la tua resa incondizionata alla vita stessa.  
Già mio caro: una battaglia del vivere fondata su disaccordi ed il principale: proprio quell'insieme di trappole nascoste, dentro l’emarginazione, investendo su te stesso, una lotta silenziosa, vissuta in presa diretta, percezione per percezione, why per why ed è qui che si mette in moto la patologia cardiaca.

Cara Ifigenia, il meccanismo è semplice: la ricerca necessità tanto lavoro dentro te stesso, immense dosi di auto determinismo e se sei ai margini della macchina sociale, ogni tua scoperta è un’attività enormemente dispendiosa, frutto di un lavorio interiore indescrivibile e tutto ciò ha costi elevati, partendo sin dal primo secondo, quando finisci nel circolo vizioso dell’emarginazione, nel vederla come una tagliola letale per la tua stessa esistenza ed il disaccordo è senza esitazioni, imparando a dir di “No” a quelle trappole e ricercar senza soste di riavere la tua vita e scacciar la routine fatalista del vivere.
Vero David: ed un giorno, scopri di aver una fibrillazione atriale, ritmo cardiaco molto basso ed allora ecco che i rapporti umani si mettono in moto con quelle belle frasi che tu conosci ben bene.
Già: “Ti sei inventato tutto, hai una malattia immaginaria, vuoi solo rintanarti dentro te stesso” ed ecco che assieme al menù di astenie, dispnee, vertigini e principi di svenimenti, devi pure affrontar rapporti umani che incrementano le dosi ed il carico delle tue difficoltà

Mio caro David: all'inizio pensi che il cuore sia la causa del tuo malessere, poi inizi a veder i contorni del malessere, intuendone la portata nella tua lotta senza soste nei terreni del riconquistar i terreni del vivere e l’inaccettabilità delle trappole dell’emarginazione; ma poi vedi che la causa del tuo crescente malessere cardiaco è nelle drammatizzazioni artificiose insite nei rapporti umani che forse senza volerlo, o magari premeditate, intaccano, ignoranza emozionale per incoerenza cerebrale il tuo muscolo cardiaco, sino ed oltre la tua prima operazione, prima che quei nefasti meccanismi sociali, abbiano la meglio sulla tua stessa vita,  allora ecco l’impianto del pace maker, antecedentemente che accada l’irreparabile: il tuo funerale e qualcuno con qualche bella frase in tuo omaggio…

Cara Ifigenia: la ricerca per recuperar la vita, se possibile aumenta, ma con la consapevolezza di quando coraggio abbia bisogno per superar muri di gomma e Colonne d’Ercole a distesa e percepisci che senza soluzioni a questa tua sfida, con un’affinità mai provata prima con il tuo cuore, le patologie cardiache aumenteranno; proprio a partir dal tuo disaccordo iniziale sulle trappole nascoste dell’emarginazione.

David: un senso d’invidia mascherato nei tuoi confronti, per aver saputo strappar rapporti umani di quella natura, come i personaggi che ti vessarono nella tua vicenda, o forse peggio, ed allora, ancora una volta, ripartir da zero nei tuoi legami sociali ed il tuo senso di sfida, sempre più alto assieme al lavoro dentro te stesso.
Già Ifigenia: ma sempre dentro i meccanismi dell’emarginazione, ritrovando vecchi amici, ricerche ancora più assidue, non essendo capito dai più, scoperte che ti sembrano senza costi, ma sai che ti costano tanto, anche per sopperir alle ferite interiori, spesso quotidiane, controlli medici frequenti; negli ultimi tempi, questa battaglia, con un amore per il tuo cuore, sempre maggiore, capisci che qualcosa al tuo muscolo cardiaco non va.
Sì: una sera ti accorgi di star male in una sinfonia di disagi sempre maggiori e decidi che devi ritornar a chiamar il 118, quell'iter: pronto soccorso- esami- reparti di cure intensive- una sala emodinamica; questa volta una coronografia e quando esci dall'ospedale ti senti svuotato; ma desideroso di continuar la tua battaglia e comprendere che quel disaccordo sulle trappole nascoste dell’emarginazione, siano ben più onerose di quello che pensavi all'inizio della tua sfida.

Mia cara: ma proprio quando esci, il coraggio prende strade senza scorciatoie: o riuscirai a riconquistar la vita, incrementando il lavoro dentro te stesso e la tua carica progettuale, con il supporto del tuo cuore, oppure la mancanza di risultati, produrrà il tuo decesso e la tua morte, perché altre vie non esistono e quindi ecco che quella trappola mortale e nascosta dell’emarginazione, assume un carattere ben più letale, se non solo la vedi per tale, ma assumi il punto di vista dinamico del tuo totale disaccordo e quindi, se un anno fa avevo rischiato la sincope, qualche giorno fa l’ischemia, la prossima tappa potrebbe essere l’infarto, l’ictus o l’ischemia stessa o l’embolia; una sfida senza esitazioni per riconquistar la vita ed il tuo cuore non è causa del tuo male.

Ma che accade mio caro David: sei sfinito, dopo l’uscita dall'ospedale per la percezione di concausa del tuo malessere, ma anche felice per aver incontrato tutto ciò che desideri…la vita vera fatta di professionalità, di eccellenza ed efficienza che combinandosi con l’umanità e l’utilità dei concetti ti fanno sentir parte della vita comunitaria autentica ed il desiderio di farne parte sale, ma senza scorciatoie ed investir ancor di più su te stesso in un misto di speranze ed anche di decesso delle tua stessa esistenza, se questo obiettivo non diventerà reale ed ancora una volta, il tuo cuore non sarebbe causa di quel secondo esito.
Già Ifigenia: ma quando arrivi all'interno di un meccanismo che conosci o credi di conoscere, assieme a qualche frase un po’ banale sul tuo vissuto, una dose di forse non voluta indifferenza o imperizia, trovi tutto ciò su cui combatti e tra questi, meno che mai il tuo cuore; ma prima avevi visto cosa desideravi e desideri farne parte, ben sapendo che è una battaglia senza compromessi ed il mio muscolo cardiaco come principale alleato e tutti e due perire assieme se non potrò riconquistar la mia vita.
Sì: trovo giovamento solo dal silenzio.
Certo: davanti agli agguati del vivere.
Già: e tengo per me quello che provo.
Infatti: ma il mio cuore non è causa del mio disagio.
Vero: ma tengo per me le sofferenze del mio cuore.
Sì: questo mi fa uscir svuotato.
Già: e le ferite interiori aumentano.
Certo: assieme alle cicatrici.
Sì: non esiste alcuna angioplastica per toglierle di mezzo.
Già: ci sono troppi rapporti sociali senza anestesia.
Vero: e nessun grido silenzioso che squarcia il velo sulle trappole del vivere se è lo stesso uomo a vederle come benefiche.



                                       Attilio Saletta.