venerdì 20 ottobre 2017

KEEP STUPIDITY WORKING: 122 A. P.F.



#: after 122 anni dalla pubblicazione della: “Psicologia delle folle, orrendo testo scritto da Gustav Le Bon, ancora oggi, base di come si ottiene il consenso e l’attività politica, ma libro che non può essere citato da nessuno perché si scoprirebbero i meccanismi da alchimisti su come agisce la fabbrica del consenso.



Un umorista è risaputo essere persona seria; pochi sanno che è anche una mente progettuale, quindi non si limita a crear farse, propone nuovi scenari.




Ci si domanda chi siano quelli che agiscono nel senso del Keep Stupidy Working.





Sono spesso accusato di non parteggiar per nessuno e quindi altri decidono per me.


“Mediocrità e Potere non possono vivere disgiunti, hanno i loro album di famiglia nei tomi dell’assolutismo”


Mi immagino chi decide per me…come prendere lezioni di matematica da un economista, di vita sociale da un politico, di semplicità da un burocrate e bisogna non aver molte pretese se uno che sa a malapena guidare un triciclo, pretende di poter manovrare un aereo supersonico; è la magia del consenso, nella vita di tutti i giorni non è così sempre, ma la politica rende il sogno della precarietà del vivere realizzata pienamente.




Quelli che invece parteggiano per qualcuno possono immaginarsi di poter dar lezioni di matematica come un economista, di vita sociale come un politico, di semplicità come un burocrate, guidare un triciclo a malapena, ma pretendere di saper guidar un aereo supersonico, giacché questa è la magia del consenso ed il sogno della precarietà del vivere pienamente realizzata.



Quelli che invece ottengono i frutti del consenso possono far di conto senza saper come si fanno, di vita sociale senza saper cosa sia, di semplicità senza poter vivere in assenza di pensieri contorti, pretendere di guidar un aereo supersonico, sapendo a malapena come guidar un triciclo, giacché questa è la magia del consenso e per finire, il sogno della precarietà del vivere per chi gli ha dato il consenso pienamente realizzato.



“Da bambino ti fai molte domande, poi entri nei meccanismi dell’istruzione ufficiale e smetti di fartene, quelli che continuano a farsene fanno scoperte, gli altri si domandano perché se l’istruzione dipende dallo Stato”


Esiste un modo per spedir nel passato remoto qualcuno, così la conquista del tempo presente pienamente ottenuta.




La scena appare abbastanza rituale: sociologie di massa, brulicar una piazza che al massimo può contener 50.000 persone, ma i media tuonano che sarebbero 2.000.000, forse uno sopra l’altro come in certe esibizioni circensi cinesi e qualche matematico vero rotolarsi dalle risate a casa sua ed i vicini lamentarsi del rumore, non avendo da ridire sul dato tuonato dai media.





Compare il comiziante dal viso sereno, senza un taglio di capelli da allucinato, neanche una bocca larga sino all’altezza delle parti superiori delle sue orecchie ed occhi di fuoco; la scena per gli astanti appare inconsueta, giacché sono venuti per svolgere un corso breve in insultologia e poi mettere in pratica i dati nella vita sociale.



Il dramma interiore si dipinge immediato e senza preavviso nei volti dei presenti quando il comiziante rende palese il suo precetto.
“Sono venuto qui senza nessun punto esclamativo da offrirvi, né black list da darvi, neanche frasi tranquillizzanti, tanto meno che è tutto sotto controllo; questa deve essere una serata dove tutti ci mettiamo in discussione”



Sembra di stare in certe scene di Intollerance, gente che si guarda dentro e poi verso gli altri, sudorazioni inopportune ed altri che guardano nel vuoto; ma il carnefice delle facili frasi ad effetto non è ancora sazio.
“Pretendo di essere messo in difficoltà da voi attraverso i vostri vissuti, le vostre domande inespresse e circondato da vostri progetti; ma la scure sta per abbattersi.



Gli astanti sono ammutoliti, neanche una parola usata in maniera distorta rispetto a quella delle definizioni di un dizionario; quindi la Libertà non camminare sopra dei cadaveri, la Democrazia per non essere usata e la Giustizia che serve per togliere di mezzo le regole ed il Potere per dar modo di crear la cultura del: “Io sono”


 Niente di tutto ciò, si aggira lo spettro della trasparenza e la semplicità, un noir in piena regola, i conventi si domandano cosa sta per far uscir il carnefice del nonsense dalla sua bocca, la tensione è palpabile, alcuni ricordano certi film interpretati da Boris Karloff, ma non vi sono climi nebbiosi e vie strette come quando sei avvicinato da una persona che si prende troppo sul serio che poi determinano le nebbie e le vie strette.



Il carnefice non ha esitazioni di alcun genere e pronuncia un terrificarne epitaffio.




“Qui da ora giacerà il cadavere putrefatto” …una pausa lunghissima che per i convenuti sembra interminabile, la parola successiva genera scene di panico autentiche.



“Della Mediocrità assieme a quelli che per secoli hanno sempre pensato che il loro domani non dipendesse e non dipende da loro stessi con il risultato che il potere dell’uomo è finito nelle mani degli alchimisti, la magia, il romanzo, il terrore e la genuflessione volontaria.



Un uomo con un nodo alla gola proferisce un’imprecazione: “Questa è la rivincita del Signor K, Adrea Chenier, David Copperfield ed il Principe Miskin”


Improvvisamente, dalla tensione si passa alla gioia con decine di persone che fanno uscire vessatori incontrati nei loro cammini, ma nessun desiderio di andargli a far una visita di piacere; il perdono è una magia scaccia mediocrità assieme ai profittatori delle emozioni fuori controllo.


Bene: sono ben felice di essere un asociale se una scena di questo genere non si metterà in azione.