sabato 28 novembre 2015

Il cuore non è causa del mio male.



          Le trappole nascoste
                    dell’emarginazione.

Conversazione tra David Copperfield e Ifigenia sull'esclusione sociale e i legami con le patologie cardiache in cui il cuore non è l’origine del male; i rapporti umani sì.
Martedì sera mi sono sentito male: una chiamata al 118, l’arrivo dell’ambulanza, il codice giallo, una nottata in pronto soccorso con undici prelievi venosi, compresi quelli delle arterie, poi il trasferimento nell'unità intensiva coronaria ed il giorno dopo, in emodinamica, la coronografia e l’esito, per fortuna senza danni alle coronarie, ma con valori enzimatici fuori norma e sino a che quei dati non sono ritornati buoni, non sono uscito dall'ospedale; ma ora nuovi farmaci da prendere in aggiunta al Pradaxa, come un gastro protettore e un beta bloccante per il cuore e da subito, la percezione di dover rallentar le frequenze del mio vivere e fondamentale obbiettivo vitale: selezionar i rapporti umani in maniera rigida per tenermi fuori dai meccanismi della drammatizzazione sociale e l’agitazione che copre un ridondante fatalismo che passa per essere causativo.
Allora ecco una conversazione tra due tra i più grandi vessati che la letteratura ed il teatro drammatico abbiano messo mai in azione.

Inizia David, poi a seguir quella destinata ad immolarsi in favore di chi immola il prossimo in una marea di follie dialettiche e perfect crime.
La scena dove si svolge la conversazione potrebbe essere in qualsiasi luogo, giacché il dominate fatalismo, svolge le sue sciatte trame in ogni dove.

Mia cara Ifigenia: finisci nel vortice dell’emarginazione e sei portato ad abbracciar le spire letali del fatalismo e considerar il tutto confortevole ed abbassar i tuoi parametri di vita, diventando un perenne paria.
Già mio caro: invece vi sono alcuni che si armano di sacrosanti disaccordi su tali condizioni e si mettono in discussione, pretendono dal loro stessi il massimo, i parametri etici in continua salita, operando sui terreni dell’eccellenza, scoprendo i benefici del pensar diversamente e tra questo, il principale: evitar la letale trappola nascosta insita nell'emarginazione.
 Già mia cara Ifigenia: considerar a livello cerebrale che non solo, non potrai uscir da questa trappola, di più, trovandola positiva per il tuo vivere e creando un castello di certezze false che fanno del fatalismo l’architrave della stessa esistenza.
Esatto David: come disse una donna perspicace…nessuno ti può far sentir inferiore senza il tuo consenso; ma uomini e donne sensibili alla sfida del vivere, neanche per un millesimo di secondo accettano tali mortali trappole e da subito il loro totale disaccordo si mette in moto, con un’energia progettuale sempre crescente ed incontentabile, trovando nel fatalismo dominate il principale ostacolo.
Vero mia cara: quando poi trovano sistemazioni in qualche luogo e posti per alimentarsi…molti la vedono come la manna che arriva dal cielo; ma queste individualità sensibili, ne avvertono l’aroma nefasto ed ogni dì passato in quelle condizioni, una sconfitta della loro essenza; senza poter contar su loro stessi per vivere una vera vita normale, laddove la casa dei diritti, non si ottiene, vedendo in certi luoghi come panacee moderne; dentro invece la macchina causativa che si mette in moto quando le trappole dell’emarginazione sono come delle inebrianti sirene la cui accettabilità, provoca la tua resa incondizionata alla vita stessa.  
Già mio caro: una battaglia del vivere fondata su disaccordi ed il principale: proprio quell'insieme di trappole nascoste, dentro l’emarginazione, investendo su te stesso, una lotta silenziosa, vissuta in presa diretta, percezione per percezione, why per why ed è qui che si mette in moto la patologia cardiaca.

Cara Ifigenia, il meccanismo è semplice: la ricerca necessità tanto lavoro dentro te stesso, immense dosi di auto determinismo e se sei ai margini della macchina sociale, ogni tua scoperta è un’attività enormemente dispendiosa, frutto di un lavorio interiore indescrivibile e tutto ciò ha costi elevati, partendo sin dal primo secondo, quando finisci nel circolo vizioso dell’emarginazione, nel vederla come una tagliola letale per la tua stessa esistenza ed il disaccordo è senza esitazioni, imparando a dir di “No” a quelle trappole e ricercar senza soste di riavere la tua vita e scacciar la routine fatalista del vivere.
Vero David: ed un giorno, scopri di aver una fibrillazione atriale, ritmo cardiaco molto basso ed allora ecco che i rapporti umani si mettono in moto con quelle belle frasi che tu conosci ben bene.
Già: “Ti sei inventato tutto, hai una malattia immaginaria, vuoi solo rintanarti dentro te stesso” ed ecco che assieme al menù di astenie, dispnee, vertigini e principi di svenimenti, devi pure affrontar rapporti umani che incrementano le dosi ed il carico delle tue difficoltà

Mio caro David: all'inizio pensi che il cuore sia la causa del tuo malessere, poi inizi a veder i contorni del malessere, intuendone la portata nella tua lotta senza soste nei terreni del riconquistar i terreni del vivere e l’inaccettabilità delle trappole dell’emarginazione; ma poi vedi che la causa del tuo crescente malessere cardiaco è nelle drammatizzazioni artificiose insite nei rapporti umani che forse senza volerlo, o magari premeditate, intaccano, ignoranza emozionale per incoerenza cerebrale il tuo muscolo cardiaco, sino ed oltre la tua prima operazione, prima che quei nefasti meccanismi sociali, abbiano la meglio sulla tua stessa vita,  allora ecco l’impianto del pace maker, antecedentemente che accada l’irreparabile: il tuo funerale e qualcuno con qualche bella frase in tuo omaggio…

Cara Ifigenia: la ricerca per recuperar la vita, se possibile aumenta, ma con la consapevolezza di quando coraggio abbia bisogno per superar muri di gomma e Colonne d’Ercole a distesa e percepisci che senza soluzioni a questa tua sfida, con un’affinità mai provata prima con il tuo cuore, le patologie cardiache aumenteranno; proprio a partir dal tuo disaccordo iniziale sulle trappole nascoste dell’emarginazione.

David: un senso d’invidia mascherato nei tuoi confronti, per aver saputo strappar rapporti umani di quella natura, come i personaggi che ti vessarono nella tua vicenda, o forse peggio, ed allora, ancora una volta, ripartir da zero nei tuoi legami sociali ed il tuo senso di sfida, sempre più alto assieme al lavoro dentro te stesso.
Già Ifigenia: ma sempre dentro i meccanismi dell’emarginazione, ritrovando vecchi amici, ricerche ancora più assidue, non essendo capito dai più, scoperte che ti sembrano senza costi, ma sai che ti costano tanto, anche per sopperir alle ferite interiori, spesso quotidiane, controlli medici frequenti; negli ultimi tempi, questa battaglia, con un amore per il tuo cuore, sempre maggiore, capisci che qualcosa al tuo muscolo cardiaco non va.
Sì: una sera ti accorgi di star male in una sinfonia di disagi sempre maggiori e decidi che devi ritornar a chiamar il 118, quell'iter: pronto soccorso- esami- reparti di cure intensive- una sala emodinamica; questa volta una coronografia e quando esci dall'ospedale ti senti svuotato; ma desideroso di continuar la tua battaglia e comprendere che quel disaccordo sulle trappole nascoste dell’emarginazione, siano ben più onerose di quello che pensavi all'inizio della tua sfida.

Mia cara: ma proprio quando esci, il coraggio prende strade senza scorciatoie: o riuscirai a riconquistar la vita, incrementando il lavoro dentro te stesso e la tua carica progettuale, con il supporto del tuo cuore, oppure la mancanza di risultati, produrrà il tuo decesso e la tua morte, perché altre vie non esistono e quindi ecco che quella trappola mortale e nascosta dell’emarginazione, assume un carattere ben più letale, se non solo la vedi per tale, ma assumi il punto di vista dinamico del tuo totale disaccordo e quindi, se un anno fa avevo rischiato la sincope, qualche giorno fa l’ischemia, la prossima tappa potrebbe essere l’infarto, l’ictus o l’ischemia stessa o l’embolia; una sfida senza esitazioni per riconquistar la vita ed il tuo cuore non è causa del tuo male.

Ma che accade mio caro David: sei sfinito, dopo l’uscita dall'ospedale per la percezione di concausa del tuo malessere, ma anche felice per aver incontrato tutto ciò che desideri…la vita vera fatta di professionalità, di eccellenza ed efficienza che combinandosi con l’umanità e l’utilità dei concetti ti fanno sentir parte della vita comunitaria autentica ed il desiderio di farne parte sale, ma senza scorciatoie ed investir ancor di più su te stesso in un misto di speranze ed anche di decesso delle tua stessa esistenza, se questo obiettivo non diventerà reale ed ancora una volta, il tuo cuore non sarebbe causa di quel secondo esito.
Già Ifigenia: ma quando arrivi all'interno di un meccanismo che conosci o credi di conoscere, assieme a qualche frase un po’ banale sul tuo vissuto, una dose di forse non voluta indifferenza o imperizia, trovi tutto ciò su cui combatti e tra questi, meno che mai il tuo cuore; ma prima avevi visto cosa desideravi e desideri farne parte, ben sapendo che è una battaglia senza compromessi ed il mio muscolo cardiaco come principale alleato e tutti e due perire assieme se non potrò riconquistar la mia vita.
Sì: trovo giovamento solo dal silenzio.
Certo: davanti agli agguati del vivere.
Già: e tengo per me quello che provo.
Infatti: ma il mio cuore non è causa del mio disagio.
Vero: ma tengo per me le sofferenze del mio cuore.
Sì: questo mi fa uscir svuotato.
Già: e le ferite interiori aumentano.
Certo: assieme alle cicatrici.
Sì: non esiste alcuna angioplastica per toglierle di mezzo.
Già: ci sono troppi rapporti sociali senza anestesia.
Vero: e nessun grido silenzioso che squarcia il velo sulle trappole del vivere se è lo stesso uomo a vederle come benefiche.



                                       Attilio Saletta.














martedì 24 novembre 2015

Crimini e misfatti.


La guerra è la disperata strategia di nascondere i meccanismi del "Non detto" attraverso il dominio di Menti inceppate" che devono in maniera psicotica ricordarsi cosa avevano detto e moti "Pali" mai domandarglielo a differenza delle menti libere che non devono mai farlo, perché ogni pensiero, determina un'azione coerente con il pensiero precedente a differenza delle menti inceppate dove i veri pensieri non vengono mai allo scoperto ed i cimiteri pieni di vittime del "Non detto" assieme agli anniversari, le cerimonie. i monumenti ed l'usurpazione dei pianti da parte degli alfieri del "Non detto" che ne prendono possesso.

Carry on.



Attilio Saletta. 

lunedì 23 novembre 2015

Riusciremo ad imparar dalle sofferenze?

                  Vendetta: ma contro chi?


Viene da chiedersi cosa sia il vendicarsi che sembra il tratto comune di questa decadente epoca, nonostante che abbiamo un’enormità di mezzi per far il percorso opposto e se la decadenza, nasca da una sete vendicativa contro le migliori qualità umane e questo risentimento, sia presente in ogni latitudine di questo martoriato pianeta.
Questo assai numeroso esercito di senz’anima, a cui noi occidentali abbiamo contribuito a fornirgli ogni mezzo per devastar la vita umana, su cui noi certamente non possiamo ritenerci immuni da questa responsabilità, apparentemente, sembrano impegnati a combattere l’occidente; non è così, in realtà è una battaglia per il predominio della parte orientale del mondo per fargli cambiar strada.

Nel variegato oriente, vi è tutto un patrimonio che spinge l’uomo verso il liberarsi delle passioni fuori controllo, facendo leva sull’auto determinismo dell’individuo, giudice di se stesso, valori etici e tutto ciò, frutto di secoli di conoscenza, di dar peso alle migliori qualità dell’uomo e non sul potere fine a se stesso e la degenerazione del pensiero umano.

Si tratta quindi di una guerra contro la natura del pensiero orientale stesso, una completa antitesi del patrimonio della parte più estesa e popolata del mondo e per darsi smalto, si attacca l’occidente come vessillo; ma è una sfida tutta orientale, ed in occidente, pure su quelli che vivono lì, per farli mutar pelle.

Nella parte occidentale del mondo, non è forse un meccanismo molto simile?
Una sottile rivincita tecnocratica contro la natura occidentale stessa, patrimonio di un percorso accidentato certo, ma l’unico in grado di migliorare, chiamato democrazia, che oggi, sembra una tirannide mascherata, togliendo di mezzo, i fondamenti del pensiero di questa parte del mondo e delle conquiste, ottenute, non grazie alle folle o alle classe dirigenti; bensì allo sviluppo del senso critico e le migliori menti che hanno agito per alzar il livello di sopravvivenza dell’uomo stesso.
Si è trattato di togliere questo patrimonio di conquiste, una rivincita tecnocratica contro l’umanesimo, ma prima un’attività minuziosa di smontaggio delle garanzie create attraverso l’occupazione del potere, inserir il tarlo dell’illegalità che come un germe patogeno, ha spolpato la vita sociale stessa, la pratica di un uso privatistico della democrazia.
Inserendo queste tossicità,  il passo successivo è stato togliere di mezzo le garanzie che l’umanesimo aveva creato come lo stato sociale e quindi il dominio tecnocratico su tutta la scena, togliendo le basi su cui l’occidente, nel diciannovesimo secolo ed anche prima, si era formato, a seguire eliminar ogni valore del vivere e svilendo la stessa esistenza di una vita comunitaria; non è difficile comprendere che questo meccanismo abbia poi provocato le devastazioni che stiamo vivendo, ma reso possibile dal dominio e sete di rivincita della tecnocrazia sulle fondamenta dell’occidente stesso in cui si è generata un’antitesi delle conquiste umane in questa parte del mondo.

Questo dimostra che sia in oriente, che da noi, non si combattono reggimenti contrapposti massicci per chissà quali finalità complesse; una molto semplice: contro l’uomo, svilendo la sua sensibilità critica, imporgli limiti alle sue qualità umane ed in definitiva, un attacco contro la mente umana, anima spirituale e consapevole.
Allora una domanda emerge: dobbiamo aspettarci il peggio e sempre di più dall’unico essere vivente dotato di senso critico? Oppure sfruttando ciò che ciascuno possiede, possiamo riconquistar il terreno perduto con i fatti che proprio parlando sempre di più, quel terreno sembra sempre più distante ed allora la distruzione dei valori umani, appare come una disperata impotenza contemporanea rispetto all’esistente, mente solo con il pieno sviluppo delle qualità umane, quel terreno sarebbe recuperabile.
Ma allora, tutto ciò è moderno, oppure un déjà-vu ampiamente sviluppato nel corso delle vicende umane e quindi, un qualcosa che oggi passa per moderno, ma che è attraverso smodate drammatizzazioni del pensiero umano, mi fanno dire che sono nate già ampiamente vecchie ed ogni dì questo processo invecchia, le cui radici forse sono sorte ben prima dell’Antica Grecia e se ci riferiamo all’architrave della vita sociale, il germe fu rappresentato dall’epoca dei “Trenta Tiranni” che agì per bloccar la sobrietà del pensiero umano da una parte, dall’altra l’attacco diretto contro il “Pensiero Socratico” e quindi il “Sapere come sapere” imparare a mettere in crisi teoremi, l’istruzione stessa e le passioni; tutto ciò che non si voleva che si mettesse in moto.
Quello che stiamo vivendo oggi è esattamente questo: una drammatizzazione esasperata ed estremistica concettuale e poi pratica del pensiero umano per impedire come molti secoli fa, il benessere dettato dalla sobrietà dei pensieri ed il sapere come sapere, questo estremismo che come dirò dopo, si manifesta ad ogni latitudine di questo pianeta, genera livelli di dogmatismo portati all’estremo, meccanismi auto referenziali smodati, seti di possesso dell’uomo stesso psicotici; questo ben presente sia in oriente che in occidente come denominatori comuni, proprio per ostruir il terreno alla sobrietà del pensiero umano ed ancor di più contro il sapere come sapere in questo martoriato pianeta che invece, avrebbe come vitale ciò che invece più assiduamente si attacca.
Cosa avrebbe dovuto fare l’istruzione e la cultura? Mettere il rilievo la sobrietà del pensiero e il sapere come sapere come argine fondamentale per mettere al riparo l’uomo dalle esasperate drammatizzazioni estremistiche del pensiero umano; hanno agito all’opposto.
Questo gruppo di tiranni, abituati ad estremizzare qualsiasi concetto, vedono l’uomo come un oggetto e uomini che uccidono altri uomini sulla base di questo estremismo artificioso del pensiero umano; in occidente abbiamo le stesse basi deleterie che si fondano su un autentico estremismo esasperato tecnocratico e tecnologico, una moderna “Sancta Sanctorum “digitale e dogmatica, livelli auto referenziali esasperati e seti di possesso dell’uomo stesso smodate.
Il mondo politico, specie nei paesi a basso profilo etico come l’Italia, si fonda su livelli auto referenziali portati all’estremo, senza far differenze tra i vari pseudo partiti presenti; quel germe è inossidabile dal corpo politico interamente che vede nella sobrietà del pensiero e saper come sapere, il nemico principale e le sociologie di massa appaiono drammatizzazioni arbitrarie del pensiero umano, ma svolte per coprir cosa non c’è e che ci dovrebbe essere come costante, dinanzi alle difficoltà odierne e la maggior parte, sorte proprio per aver ostruito in campo dalla sobrietà del vivere e del pensare e l’uso pieno di imparar a smontar teoremi, credenze, dati falsi sull’uomo stesso.

Così accade che l’uomo non abbia davanti alcun decente “Potere di scelta” finendo in un dedalo caotico e ristretto di vie e dover aver opzioni davanti che peggiori non potrebbero essere e quindi, restringer gli spazi del vivere che sembra un concerto smodato auto referenziale per definizione; tutto ciò che il “Pensiero Socratico” intendeva evitare come la sobrietà in tutti gli aspetti del vivere, evitando le trappole delle drammatizzazioni esasperate ed estremistiche del pensiero umano che invece sono state come oggi la costante; ma l’attacco frontale è proprio contro il ripetersi psicotico di tali degenerazioni.
Prima che questo pianeta vada in pezzi per queste follie estremistiche che nulla hanno da spartir con l’essenza umana, serve che dentro di noi facciamo pulizia, togliendo  dogmatismi, sfide al ribasso della nostra essenza, drammatizzazioni estremistiche di noi stessi e desideri auto referenziali da imporre; principalmente dentro noi stessi e trovar che il potere di scelta non va individuato come riferimento, nelle teutoniche conferenze, nei palazzi imperiosi, nelle sociologie di massa, nelle teorie che vedono solo ciò che piace che è un arbitrario imposto alla mente umana , impedendo di scrutar ciò che smentisce quel teorema.
Il progresso umano è stato creato in piccoli bugigattoli, con pochissimi mezzi, nell’isolamento più totale se non l’acredine dell’opinione pubblica, nell’imparar dagli errori e metter in rilievo, quello che smentisce le nostre stesse teorie; questo è potere di scelta.
Sperare che quei meccanismi abbiano mezzi di auto correzione e auto controllo è una chimera, ancor più oggi perché non fa parte della drammatizzazione del potere; quindi staccar la spina da questa corrente che non va a beneficio dell’uomo…solo ai meccanismi auto referenziali di questo vecchiume contemporaneo.

“Questo mondo potrebbe decadere ulteriormente dall’uomo, che avendo mezzi a iosa per far il percorso opposto, evita di usarli ed assomiglia ad un’autostrada, dove un uomo giace riverso al suolo, ma ancora in vita, ma nessuno si ferma per aiutarlo perché devono partecipar a qualche drammatizzazione da qualche parte, non accorgendosi di quell'uomo, ancora in vita, riverso al suolo”




Riusciremo un giorno ad imparar dalle sofferenze umane, i lutti e le tragedie dell'umanità, investendo da esse in un quadro che ci responsabilizzi tutti con l'etica; oppure quei pianti no saranno serviti a nulla e continueremo a dar credito al primo attacco contro lo spirito umano?



                              Attilio Saletta.



domenica 22 novembre 2015

C''è ancora spazio per l'umorismo?


Che cos'è l'umorismo se non la forma, direi unica, di senso critico, la sola che indaga sulle emozioni umane?

Quindi incomincio ad aver l'idea di scrivere una favola umoristica proprio su cosa accade oggi, dimostrando quindi l'unico senso critico vero, quello che si dice che sia, si limita agli aspetti che emergono nella superficie dei fatti, l'umorismo da quello che muove le tragedie umane...i beceri pensieri sull'uomo.

C'è un precedente al riguardo: un umorista ebreo che era dentro un campo di concentramento nazista, dove morì, spese ogni istante della sua esistenza sino alla fine a sviluppar umorismo critico per far rider sul volano della consapevolezza i suoi compagni di sventura; ma anche i suoi aguzzini risero delle sue storielle e battute,senza mai accorgersi che erano rivolte a loro, neanche mai compresero che molte delle sua battute erano contro Hitler stesso.

Quindi ecco che svilupperò una cosa simile nei prossimi giorni attraverso una fiaba umoristica; quella che sembra più inopportuna da far oggi..quella che chi crea la degenerazione del pensiero umano desidera che non appaia mai, proprio perché è   l'unica forma di senso  critico che indaghi sulle degenerazioni del pensiero umano.


Attilio Saletta.




venerdì 20 novembre 2015

Not in my name, ovvero: questo non è il mondo che sognavo.


Frammenti di ribellione silenziosa, ovvero: la speranza che i cattivi non perdano solo nelle fiction, ma anche nella vita reale.


C'è un motivo per il quale ho inserito un frammento tratto dal "Cielo sopra Berlino "di Wim Wenders e la raffigurazione dell'uccisione di Marat? C'è eccome e descrive ben bene quello che accade oggi.

Il dipinto raffigura le degenerazioni dell'intelletto, ovverosia ci si è sempre uccisi per dispute dialettiche ed interpretazioni di sillabe e quello che accade oggi è un'altro tassello delittuoso di questo crimine messo in piedi unicamente dagli intellettuali; le pagine nere di oggi hanno la loro sintesi in quel dipinto, ma con un'aggiunta tragica: chi realizzò quel dipinto mandò a morte centinaia di suoi simili nell'epoca del terrore...gli stessi schemi, anche peggiori di quello che accade oggi.

L'opera cinematografica rappresenta la speranza di mettere sotto controllo l'assassino principale: l'intelletto e ridar fiato all'animo umano ed è per questo che ora sviluppo frammenti di disaccordi con la banalità dei discorsi e le frasi pompose che immancabilmente giungono davanti alla brutalità umana e l'intelletto fuori controllo.

Certo, Marat non fu ucciso da una sillaba ed è per questo che esistono i sapientoni.

Sognavo un mondo dove il fanatismo sarebbe stato tolto di mezzo dal pensiero unano e non asse principale dello stesso; ma mi accorgo di essere accusato di non essere fanatico: questo non è il mondo che avevo sognato...not in my name.

Sognavo un mondo dove chi sarebbe stato punto di riferimento umano, avrebbe avuto la più alta propensione al sapere, l''amore per la sfida verso i problemi, l'etica un fondamento, la ricerca assidua delle migliori menti e lo sviluppo delle qualità umane la sua più alta priorità; ma mi accorgo che i punti di riferimento è chi agisca all'opposto con la più alta priorità è di ostacolar lo sviluppo delle qualità umane con il consenso dell'uomo stesso:questo non è il mondo che avevo sognato...not in my name.

Sognavo un mondo equo dove chi possedeva più beni, senza neanche domandar nulla, sarebbe stato in maniera volontaristica disposto a pagar più tasse che un calzolaio; mi accorgo invece che il calzolaio paga più tasse di un benestante che oltretutto fa anche il perseguitato e dice di lottar per la democrazia: questo non è il mondo che avevo sognato...not in my name.

Sognavo un modo dove chi spingeva altri ad uccidere loro simili, l'uomo stesso l'avrebbe spedito a pulir una latrina per veder da vicino lo stato dei suoi pensieri; mi accorgo invece che questo è considerato naturale, forse con qualche difetto olfattivo rilevante: questo non è il mondo che avevo sognato....not in my name.

Sognavo un modo dove l'istruzione avrebbe sbarrato la strada alla corruzione delle menti ed in seguito poi quelle materiali; mi accorgo che ha fatto l'esatto opposto, aprendo le porte alle degenerazioni dell'intelletto: questo non è il mondo che avevo sognato...not in my name.

Sognavo un mondo dove i crimini dell'intelletto del  passato sarebbero stati indagati e  creato le premesse per il non ritorno degli olocausti, i massacri e l'omicidio in nome dell'intelletto attraverso imparar dalle nefandezze del passato; mi accorgo che nulla di ciò è stato fatto e svolto anche di peggio: questo non è il mondo che avevo sognato....not in my name.

Sognavo un mondo dove i problemi sarebbero stati visti come sfida interiore, silenzio e riflessione, facendo leva sulle migliori qualità umane di ciascuno e non urlar ai fatti con le sociologie di massa; mi accorgo che questo precetto è lontano anni luce dall'agir umano:questo non è il mondo che avevo sognato...not in my name.

Sognavo un modo dove la democrazia doveva essere un atteggiamento comportamentale sulla vita stessa e chi avrebbe detto che sarebbe stata solo la conta dei numeri, l'uomo stesso l'avrebbe buttato sotto una doccia gelata; mi accorgo che l'unica doccia gelata è la democrazia che gela l'animo umano: questo non è il mondo che avevo sognato...not in my name.

Sognavo un modo dove nessuna progettualità umana sarebbe stata tolta di mezzo per lo scarso gradimento del volgo e gli alti papaveri e meno che mai, qualcuno finir nelle retrovie della macchina sociale per aver avuto indoli critiche; mi accorgo che la vita sociale si fonda sull'esclusione del pensiero critico e l'emarginazione estrema di chi la sviluppa: questo non è il mondo che avevo sognato...not in my name.

 Sognavo che in economia, chi avesse avuto intenzioni etiche nel crear progresso, avrebbe avuto le strade spalancate dal sistema bancario e chiuse verso quelle di segno opposto; mi accorgo che è accaduto ed accade l'opposto: questo non è il mondo che avevo sognato...not in my name.

Sognavo un mondo dove se qualcuno avesse inserito frasi tossiche sull'uomo come il mondo che doveva diventar più tossico per aiutar il benessere, l'uomo stesso l'avrebbe spedito al parco di Yeelostone a curar la salute dentale dei felini così che avrebbero affilato i loro denti; mi accorgo invece che i pensiero tossici dominano incontrastati e sempre più affilati contro l'uomo stesso e con il suo consenso: questo non è il mondo che avevo sognato...not in my name.

Ma sogno ancora: un mondo di insolenti silenziosi che si fanno domande, curiosano in ogni dove, smontano teorie insane, la pacificazione della mente , la massima manifestazione del coraggio, un disinteresse sacrosanto per i paroloni e la pomposità sociale, trovando soluzioni che infastidiscono l'uomo e così capire di essere sulla strada giusta: questo è quello che sogno...not in my name, but human of course task.



Attilio Saletta.




giovedì 19 novembre 2015

Il declino democratico dell'occidente, principale complice della brutalità.


Un non più rinviabile terremoto interiore, ovverosia: "Il giallo morale su cui nessuno indaga"


Viene da chiedersi in tutto questo clima criminale, dove esistono le vittime e le scene dei crimini, ma tutto il resto in un vagar di concetti che finiscono per agevolar gli assassini anziché porgli ostacoli; questo giallo criminale non può che partir dalla regressione democratica dell'occidente, che invece di percorrere la strada della maturità dell'agir politico, ha preferito la strada opposta, quella dell'immaturità ed incapacità democratica, questo ha creato un qualcosa che neanche il più becero degli ottimisti sanguinolenti che oggi mietono vittime avrebbe mai sperato.

Un uso distorto della democrazia che doveva e deve porre il freno alle passioni fuori controllo, ricercar il meglio delle menti presenti nelle nazioni, impedir accaparramenti delittuosi, diminuzioni degli spazi del vivere, trovar soluzioni nelle capacità critiche dell'uomo, ma ha fatto esattamente l'opposto e questo ha creato il brodo di cultura della violenza odierna che è ancora una volta, distruzione sistematica di valori e quindi immaturità democratica, inserendo dati palesemente falsi nelle decisioni umane.

Uno smodato e insano uso del consenso che doveva e deve essere uno degli strumenti più marginali della democrazia, giacché è l'elemento del vivere dell'uomo, l'unico cardine, non i sondaggi d'opinione che essendo costruiti per inserir artificiosità nel vivere, fanno il percorso opposto.

Come cioè ci guadagno la vita stessa attraverso le mie capacità, sviluppo delle qualità umane; tutto ciò che questo imbarbarimento falsamente democratico ha distrutto, facendo emergere, non l'uomo, ma l'uomo-massa, oppure l'individuo-nichilista, due facce dell'immaturità democratica che hanno spalancato le porte di una follia omicida indescrivibile che ha nella sete smisurata del possesso uno dei principali cardini, ma sono state le democrazie più degenerate come da noi a metterlo in piedi con una sete di potere e di possesso umano psicotica.  

Che senso ha dire che questo clima verrà sconfitto dalla cultura quando è proprio dal declino occidentale è partita la missione per toglierla di mezzo, come da noi che giustamente siamo stati all'avanguardia da questo punto di vista: " Con la cultura non si mangia, chiusura di sale concertistiche ed  al loro posto centri commerciali con finalità non proprio etiche, aiutar le televisioni che sono state come ora le principali affossatrici della cultura, donne oggetto a render sostanziose le feste in palazzi imperiosi"

Come fa un individuo che ha come mantello principale il nonsense affermar un concetto simile quando l'attacco alla cultura è partito dalle file dell'occidente e da noi sopratutto; uno dei mezzi che ha spalancato di più questo sciame di sanguinolenti, favoriti come non mai da un processo d'immaturità democratica senza pari.

Non parliamo poi dalle strade delittuose in economia con la peggior ingiustizia sociale mai apparsa nella vita dell'umanità con una marea di concetti tossici sulla vita stessa e come questi hanno ridotto gli spazi di vita dell'uomo in favore di un gruppo di oligarchi senza valori e forse neanche percezioni umane; tutto questo non ha favorito chi aveva ed ha gli stessi presupposti?

Qui però elementi di profonda immaturità congenita democratica di questo paese; tra i peggiori da questo punto di vista.

Litigiosità senza freni che sarebbe come se lo sconfitto ad un'elezione presidenziale americana augurasse il peggio alla nuova amministrazione ed il nuovo inquilino di Washington; da noi è la norma, lì non accadrà mai.

Conferenze stampa autoreferenziali smodate e festival di esibizionisti; ma in Giappone, a pochi giorni dal devastante sisma, le strade furono rimesse apposto e le Autorità si scusarono per i ritardi; avete mai visto un politico far una cosa simile o un governante da noi? Mai!

Uno dei segni di maturità democratica è la fiducia: all'indomani della riunificazione tedesca, l'abitante di Francoforte sapeva che avrebbe dovuto pagar tasse in favore del suo nuovo connazionale di Dresda; ma era fiducioso che ciò avrebbe aumentato la qualità del vivere di quel cittadino, così avvenne.
In Italia, questo clima non esiste, un'altra prova di immaturità democratica che nulla ha da spartir con il consenso.

L'ultima prova è come si diminuiscono le disparità: è evidente che uno che vive in una radura del Galles ha uno standard di vita minore di un suo connazionale che abiti nella City Londinese; ma non sono gigantesche come da noi, tra uno che vive a Varese ed un suo simile ad Enna.

Tutto ciò ha favorito o messo argini all'esplodere della violenza ed uso cieco delle passioni, oppure in occidente le abbiamo usate per crear il consenso e quindi favorito l'attività degli estremismi più beceri?

Ma crediamo veramente con tutto questo festival d'imperizie occidentali, spesso criminose, saremo capaci di disinnescar l'ordigno della follia politica; oppure siamo stati noi a fornirgli la bomba, compresa la spoletta per l'esplosione?  

Che senso ha gettar odio contro un'altro odio se non d'intensificarne le attività?

Pensiamo veramente che senza un ripristino di valori, potremo sconfiggere il frutto insano creato da noi in occidente, oppure di ridar un senso autentico al vivere, alle capacità umane, al senso comunitario del rispetto, di diminuir le ingiustizie e provocar quel terremoto interiore necessario, fuori dai circoli dei benpensanti, seduti comodamente su qualche trono, dentro una torre d'avorio a dialogar placidamente sul destino dell'uomo ed è questo agir placido che oggi mina le possibilità umane più semplici, senza metter in discussione le degenerazioni occidentali delle ultime tre decadi almeno.

Questi criminosi individui, non sono discesi da Plutone; vivono sulla terra, logicamente da anni volevano agir come poi hanno agito, ma erano impediti dai parametri dell'occidente stesso e dell'individuo; ma gli abbiamo spalancato le porte noi occidentali, distruggendo tutto quel patrimonio immenso di umanesimo di secoli in favore di un folle nichilismo; su queste basi, gli abbiamo dato ogni mezzo per nuocere.

Non sono contento affatto di veder cose che io avevo ampiamente previsto attraverso il mio processo di ricerca e quindi la mia incapacità di stupirmi; sarei stato felice se le mie tesi fossero state smentite dalle auto difese dell'uomo stesso, usate al meglio come le attività interiori dell'unico essere vivente dotato di senso critico, così non è stato e scrivo queste note con amarezza.

Forse perché dentro il mio animo non mi sono costruito una torre d'avorio per non percepir la vita: tutti i giorni affronto difficoltà, ostacoli, angherie, spesso nascoste che vivo in presa diretta, attimo per attimo, in contatto con la terra e gli agguati dell'imperizia del parlar troppo ed ecco il motivo dell'amarezza che la vita potrebbe essere tolta di mezzo da una complicità in un giallo morale che prende le sembianze false di una commedia brillante e poi ci si accorge, come oggi, dopo tante imperizie occidentali, essere un film dell'orrore anche se prima credevamo che fosse tutto sotto controllo e chi lo diceva aveva i sondaggi d'opinione favorevoli.     

Ho aperto questo post con frammenti di un film di Wim Wenders: "Fino alla fine del mondo" molto prospettico rispetto all'oggi; chiudo queste note amare con un'altro: "The day after", sperando in un bel terremoto interiore dopo aver fatto centinaia di autogol in favore della più becera follia umana.



Attilio Saletta.






mercoledì 18 novembre 2015

L'habitat dell'odio: sapere come come non sapere: la modernità.


"Pensieri sconsolati"

"Abbiamo ogni mezzo per monitorar ogni aspetto del vivere e così non siamo capaci di metter controllo su nulla"

"L'uomo dei secoli scorsi non aveva molta dimestichezza con le statistiche e quindi un contatto diretto con i fatti; oggi che le abbiamo, il nostro contatto con i fatti è sempre più distante"

"Conosciamo a menadito i danni e le carneficine prodotte dal potere fuori controllo e siccome sapiamo tutto al riguardo, facciamo sì di aumentarne le devastazioni"

" Possediamo leggi per difenderci dalle aberrazioni del potere e siccome le possediamo, il potere non è mai stato così senza regole"

Il motivo unico per cui le decisioni politiche si prendono il luoghi austeri è dettato dal fatto che se si svolgessero in luoghi naturali, gli adepti avrebbero crisi di astinenza da nonsense"

"Accade una tragedia non prevista da alti notabili a parte quella largamente prevista rappresentata dagli alti notabili ed è tutto un coro drammatico di situazioni non previste con l'unica soluzione di ricercar qualche abbaglio per continuar a far gli alti notabili" 



"Come rendere il non plausibile perfettamente plausibile: i falsi colti e la degenerazione del pensiero umano, cardine insostituibile dell'habitat dell'odio"

Spesso mi faccio una domanda semplice: non ho svolto corsi di studio molto elevati a differenza di altri, ma mi accorgo di scoprir cose semplici che chi possiede molta cultura dovrebbe aver con molta facilità e chi ha titoli di studio imperiosi non possiede; allora mi sento fortunato a non aver svolto cicli scolastici elevati, così evito di non scoprir nulla come quelli che sanno tutto...principalmente come non scoprir nulla.

Uno dei doni che ricevo giornalmente è l'impopolarità, per me è come la stanza dei giochi come quando ero bambino, avevo dei pupazzi inanimati con cui giocavo a differenza di altri che mi dicono che non mi capiscono.



"L'indottrinamento dell'odio"

La tesi largamente condivisa, specialmente oggi, verte sul fatto che sarebbe in quella parte del mondo che avrebbe più familiarità con la violenza, le psicosi degeneri e creando un ambiente che fa dell'odio un elemento insostituibile, genetico direi in cui fin da bambini si acquisisce un rapporto quasi naturale con l'odio....è falso....nell'evoluto occidente, l'impianto non è affatto diverso.

Sin dall'infanzia e con l'entrata dentro gli schemi aridi dell'istruzione ufficiale, quello schema non è così estremistico, ma la base uguale.

Si arriva ad aver familiarità con l'odio attraverso gli schemi precostituiti della vita che funziona a reggimenti, il disco rotto dei grandi uomini, in primo piano addolcir i caratteri delle guerre come romanzi d'appendice mielosi in cui placidi politicanti discutono in conferenze del destino dell'uomo che mette in farsa l'uomo stesso.

Questo degenere schema fa sì che un piccolo uomo dia subito valore solo se fa parte di qualche reggimento, non come mente indagatrice delle follie del passato e dell'oggi e se agisce così, la sua vita scolastica e i rapporti con gli altri diverranno quasi una sorta di incubi, come se precipitasse in qualche romanzo di Kafka, Gogol o Dickens, quindi lo schema dell'habitat dell'odio che crea quella familiarità con l'antagonismo non è affatto diversa da quella più estremistica; quella occidentale solo più sottile e psicologica.  


I dati falsi: ingrediente fondamentale dell'habitat dell'odio.

La tesi falsa sostiene che le guerre sarebbero l'azione del dominio di qualche gerarchia militare, desiderosa di mettersi in luce: falsità enorme...frutto nascosto di falsi colti per metter in azione qualche loro degenerata idea che materialmente mette nelle mani dell'uomo, incapace di usar raziocinio, armi per uccidere suoi simili, sfruttando il bottone che l'uomo in masse ama andar per estremismi, fondamentalmente conservatore indipendentemente dal pseudo colore politico indossato; mentre se è da solo e riflette è un progressista perché osserva  i danni dell'intelletto e la ragione fuori controllo e la nevrosi che è un ingrediente basilare dell'habitat dell'odio, non della vita consapevole...questo spalanca le porte verso l'accettabilità dell'inaccettabile...l'attacco alla natura umana.


Il pregiudizio.

Si sostiene essere attività rozza; falso, è attività molto raffinata e scientifica, ingrediente fondamentale dell'habitat dell'odio.

L'uomo deve essere portato ad uccidere un suo simile, ma nell'atto di farlo deve auto convincersi di distruggere un oggetto; senza questo precetto, nessun pregiudizio potrebbe manifestarsi e questo auto convincimento è opera esclusiva di falsi colti.


I terreni più palesi dell'habitat dell'odio.

Se osservi la distruzione della natura; vedi l'odio che l'uomo nutre verso il creato, sorto per aiutar l'uomo.

Quando vedi l'azione criminosa degli OGM; osservi un gruppo di uomini che odia a tal punto l'uomo da distruggerlo per sete di denaro e potere e controllo, giacche attraverso il dominio dei concimi, si assoggetta l'uomo in tutti i suoi aspetti come uomo-merce.

La distruzione di vita sociale, economica a favore di una ristretta cerchia di oligarchie è un odio sfrenato che uomini hanno verso i loro simili.

Quello che accade oggi in questa follia dominante dove tutti dicono di essere dalla parte del bene senza specificar cosa sia, o se è diventato un arcano contemporaneo, aldilà della collocazione geografica dell'odio è cercar di ridurre gli spazi del pensiero umano in tutti gli aspetti del vivere, non solo impedir di svolgere una vita decorosa, di più, ostacolar l'uomo sui terreni del sapere, del farsi domande...ma molto di più...molto peggio....quello che è accaduto a Parigi è una prova evidentissima...immettere nell'uomo un terrore antropologico ai suoi pensieri, desideri, aver paura di pensare e se ciò possa tarpargli l'esistenza stessa per averlo fatto, creando un oscurantismo anni luce peggiore di qualsiasi epoca umana dove solo l'odio domina e l'amore per la vita annientato.


La speranza.

Da diverso tempo mi interesso di quel comparto del sapere che sono le "Neuroscienze"  che analizzano le devastazioni che ben prima di manifestarsi nel concreto sono mentali...in particolare quelle dominati dell'ignoranza emozionale e l'incoerenza cerebrale e quel gigantesco dato falso che impone quell'arbitrio ipocrita sull'impossibilità di mutar pensieri fissi e quindi solo in peggio l'uomo va avanti...le masse mentali insomma...tutto ciò è volontariamente falsificato....

Tutti noi abbiamo la possibilità di mutar i nostri approcci alla vita, non attraverso libroni mastodontici e polverosi o uomini dal triplo mento dalle voci cavernose dirci cosa dobbiamo fare e se fai l'opposto, non è raro che trovi soluzioni al vivere stesso...attraverso la" biologia molecolare"

Fatti una domanda che non ti sei mai posto e quella semplice azione determina che apri una porta , trovandotene cento da aprir ed allora tutto si mette in circolo è farai saltar in aria l'habitat dell'odio, non attraverso qualche gruppo scelto di armigeri; semplicemente allargando i fronti delle tue percezioni, non avendo bisogno di chi comanda i tuoi pensieri e neanche tu farlo con i tuoi simili.

"Non accetto il vostro odio indipendentemente dalle latitudini dove si manifesta; cerco il meglio del pensiero umano di cui non temo l'isolamento o peggio, solo per aver pensato, l'odio è codardia al massimo livello, l'amore è coraggio perché si fa domande anche per chi è incapace di  farsele...temo una sola cosa: di non stupirmi della vita ed in base a ciò non essere frainteso"


Attilio Saletta.















martedì 17 novembre 2015

Esiste ancora del metodo nell'agir umano o esser complici della brutalità?


                     Integralismi a confronto.

Cosa accade oggi in questa martoriata terra? Forse sarebbe il caso di analizzar integralismi che di fatto agiscono in maniera simbiotica, ciascuno con caratteristiche diverse per con successo, modificar in chiave antropologica l’uomo per farlo diventar “Un’anima acritica dell’esistente”.
Sembra che l’obbiettivo del terrorismo sia l’occidente, non è così, neanche combattere i musulmani moderati, invece modificar la stessa natura mussulmana facendola diventar anni luce distante da quella che è; quindi la banalità del male che fa della bruta violenza l’architrave di questa modifica antropologica del vivere e dell’anima spirituale dell’essere mussulmano stesso.
Qui però emerge una figura fondamentale che da sempre agisce dietro le quinte dell’omicidio in nome delle idee…l’assassino in doppiopetto, il Rasputin della dialettica: il falso colto, l’ingrediente immancabile delle peggiori degenerazioni del pensiero umano, ed eccolo agire…
In Francia ci sono sei milioni di mussulmani e quindi non è il caso di stupirsi di quello che è accaduto; sarebbe come se io dicessi che in Italia ci sono tanti cattolici e quindi i crimini sono all'ordine delle cose…ma qui si nasconde un subdolo monito all’uomo stesso, indipendentemente dalla sua fede religiosa….devi cambiar la tua natura e guai a te se non fai così….il meccanismo fondamentale delle guerre, fondato sul modificar il pensiero umano, rendendolo indifferente alla sofferenza umana, ai concetti senza senso e rendendoli accettabili; sarebbe come se il Papa svolgesse un concetto simile ed ecco un altro bel regalo offerto da un moderno Cagliostro sull'altare della brutalità umana.
Una strada simile non fu svolta nel Medioevo dalle file del Cristianesimo? Creando le basi del radicalismo folle che ebbe le basi proprio sul far diventar l’uomo un’anima acritica dell’esistente? Tutto ciò non fu spazzato via da battaglioni di armigeri, bensì da spingere l’uomo sui suoi terreni propri; ovverosia un’anima critica del vivere che poi fu il Rinascimento?

Non ci sono analogie palesi con l’oggi? Cosa si disse nel nostro paese durante l’epoca del terrorismo, in cui ogni giorno qualcuno veniva ucciso: che bisognava togliere l’acqua nella quale la bruta violenza politica agiva, in quel vastissimo terreno di convivenze in cui il terrorismo ebbe la possibilità di espandere la sua scia di morte; sia dalle fasce del cosiddetto proletariato e le sue estese convivenze con organi dello Stato.
Certo, fu sconfitto da organi di polizia; ma principalmente per la ribellione silenziosa in gran parte, proprio dalle file del proletariato; in altre parole da dove il terrorismo pensava di trarre origine per la sua scia della banalità del male e questo nonostante convivenze, spesso di alto livello, tra le file delle gerarchie politiche e statali, ma come mezzo di contrasto vi fu la rettitudine morale di alcuni, pochi, uomini in cui l’elettorato principale giungeva dalle file della classe operaia; laddove cioè il terrorismo intendeva modificar la natura umana e del vivere.

Tutto questo non ci fa pensare all'oggi? Ai meccanismi della banalità del male che punta alla più degenerata “Macchina del caos” mai messa in piedi, forse da sempre e follia umana che porta ad impaurir l’uomo, anche verso i suoi stessi pensieri, desideri di crescita individuali e quindi cancellazione dell’anima critica dell’uomo, ma l’occidente non sta facendo da anni lo stesso percorso? Una modifica antropologica dello stesso occidente, delle sue conquiste sociali, umanistiche per far diventar l’uomo un’anima acritica dell’esistente? Dentro questa parte del mondo, vi sono ancora persone dotate di rettitudine morale, in grado di crear quella ribellione silenziosa per far ritornar l’uomo nei suoi terreni propri e delle conquiste che le generazioni del passato ottennero per la posteriorità che oggi, sembrano il principale obbiettivo occidentale da togliere di mezzo?
Ci sono persone simili anche se sono poche e amiamo i loro concetti, come parlano ai nostri cuori, alla nostra essenza come esseri umani, infondendo coraggio interiore da immettere nel vivere…ma siccome viviamo in una società civile, non siamo in grado di metterli in pratica.

Quindi un’attività simbiotica di integralismi che togliendo valori alla stessa vita umana hanno armato quella scia di sangue disumana e meno che mai, tolta l’acqua entro cui la violenza cieca della brutalità politica poteva e può crear quel clima di adesione, di convivenze, di vastissime entità economiche ottenute giornalmente passando da organi bancari, triangolazioni per evitar controlli e la risposta sembra essere solo militare, laddove nell’epoca del terrorismo del nostro paese non avrebbe dato frutti senza una ribellione silenziosa da parte di  esseri, che il  terrorismo cercò di usar per, crear una scia di sangue ancora più estesa; ma oggi questa ribellione esiste, o è proprio l’occidente a impedirne l’uscita, creando ostacoli enormi per lo sviluppo critico nella parte orientale del mondo e nello stesso occidente?

Chi fu che disse: Il mondo è ancora poco intossicato, deve esserlo maggiormente, la Società non esiste, l’etica un freno allo sviluppo, solo il mercato è importante, l’uomo ha valore solo da che cosa è in grado di comprare ed i rapporti sociali devono andar in questa veste; non quindi sui valori umani, incentivar lo scarto… chi non è in grado di far fronte alla vita… la spesa sociale deve essere annientata e lo stato tolto di mezzo così come le regole ed i valori perché questo produrrà un progresso senza ostacoli...nel progredito occidente….

Come mai questo progresso senza ostacoli ha prodotto deserti in luoghi laddove la vita economica e sociale era così vitale, povertà, ingiustizie sociali senza pari nel percorso dell’umanità; ma la distruzione di valori non avrebbe dovuto crear benessere o forse c’è qualcosa che non capisco? I Media prodotto quel mutamento antropologico in grado di far diventar l’uomo un’anima acritica, un mondo caotico, senza regole ed in definitiva, un cambiamento totale dell’essenza occidentale senza il fardello della bruta violenza che ha fatto capir al mondo a quali livelli di bassezze l’uomo è in grado di raggiungere, laddove se prima aveva un bagaglio di conquiste sociali ed umanistiche, ciò è stato cancellato da un mutamento antropologico dell’uomo stesso in questa parte del mondo assieme a generar un clima di difficoltà per lo stesso pensiero umano e per chi cerca di usarlo per ingrandir il percepir la vita nel senso proprio del termine.

Chi ora è impegnato a combattere la banalità del male da parte di questo terrorismo, ha in mente nel suo agire i precetti occidentali che ne hanno facilitato l’entrata ed in molti casi, sorgere, laddove la speranza di valori è stata annientata da questa delusione, il passo successivo poi è stato quello che oggi sta avvenendo; tutto questo non dimostra un intreccio simbiotico per rinchiudere l’uomo, i suoi pensieri, desideri in ambiti sempre più ristretti e antropologicamente modificati dell’essenza umana?
Dove sta di casa quella ribellione naturale e silenziosa che fu così importante per aprir le porte al Rinascimento, alla sconfitta del terrorismo politico che oggi ha assunto sfaccettature molto più raffinate come l’attacco alla mente umana ed ai meccanismi così in uso del “Terrorismo psicologico” nei confronti delle persone riflessive che non hanno bisogno di eventi delittuosi per essere menti critiche dell’esistente perché sono così di natura ed allergici ai reggimenti ed irreggimentar la conoscenza stessa che sembra l’obiettivo principale di troppi elementi simbiotici.
Questo terrorismo non verrà sconfitto da dieci portaerei davanti alle coste orientali, pronte a far partir le loro “Città di fuoco” ma dal fuoco spontaneo che getti quel clima di a criticismo che ci fa credere solo a quello che ci piace vedere e che tanti elementi simbiotici desiderano che l’uomo accetti.

A volte mi immagino Cartesio, Socrate, Popper, Pico della Mirandola…solo per far qualche nome…. Se ritornassero nella nostra epoca e vedessero l’annientamento del loro lavoro…cosa mai potrebbero pensar degli accadimenti di questo martoriato pianeta che sa come agir per evitar lutti; ma agisce all'opposto perché senza angherie alla natura umana; l’uomo stesso si sentirebbe a disagio.

Quante distruzioni sono avvenute ed avvengono per tale precetto?

“Ho sempre più seri dubbi che l'uomo abbia qualità distinguibili dalle altre forme viventi e migliori; non ho mai visto un Pioppo disfarsi volontariamente delle sue difese”



                                          Attilio Saletta.