Vorrei metter il relazione la superbia con il suo opposto…l’umiltà….
Vediamo la prima:
Cosa provoca: uno
spreco di attività cerebrali, giacché ci si deve auto convincere di essere migliori
degli altri, esenti da colpe, in pace con la coscienza e si finisce nel credere
di aver sempre ragione sino a giungere a negar l’evidente più marcato con quel
nefasto mezzo che è l’intelletto separato dalle percezioni e fuori controllo,
le parole separate dai fatti e solo le prime sono importanti; il resto è senza
importanza.
La spirale degenerata
porta l’individuo al sentirsi arrivato e quindi non c’è la necessità di far
alcuna scoperta, processi di auto glorificazione (non importa a quali livelli sei
nelle gerarchie sociali), un generale fatalismo rispetto a come si osserva
l’esistente, discesa di valori causativi, scarsa concentrazione sui dati del
vivere e si finisce per domandar alla vita stessa cose errate, masse mentali
solidificate che pietrificano i pensieri rendendoli immutabili e per
finire…un’interruzione del senso critico fondato sugli spasmi ideologici e le fobie
di massa, creando una società effetto delle cose e non causa, dando importanza
ad aspetti insignificanti e svuotandoli di quelli rilevanti che hanno da
spartir con l’essenza umana ed i suoi spazi di vitalità.
Vediamo la seconda:
Essendo un processo
naturale insito nell'uomo stesso, nulla va sprecato, si ottiene una generale
ottimizzazione del vivere a partir dall'attività cerebrale sempre intensa, e se
si scopre qualcosa, neanche per un centesimo di secondo ci si vanta, perché da
quella singola scoperta si apre un ventaglio di porte da aprir a distesa e
quindi i punti di ancoraggio alla vita stessa si espandono indipendentemente
dalle realtà economico-sociali che deve affrontar e quindi i pensieri sono
destinati a mettersi in relazione continua con l’esistente e volutamente lì fa
sbattere contro, trovando molto creativo smontar teoremi che sembrano
inattaccabili, elemento per elemento facendosi unicamente domande dettate dall'osservazione dell’ovvio….oggi tal attività è sempre più estesa con questo
dominate nonsenso legalizzato in ogni branca di attività pseudo sociale.
L’umiltà porta a
pensieri che viaggiano liberi, come particelle, tutti sono importanti, ma
nessuno definitivo, vagliati dal senso critico che mai s’interrompe a partir dall'uomo stesso che è abituato a mettersi in discussione tutti i giorni, un
setaccio critico sistematico e palestra critica dove il senso comune viene
continuamente sottoposto a controllo come dentro una campana di vetro e
l’impopolarità, un beneficio.
Allora per
chiudere…cos’è più facile…il primo schema che giustifica
l’ingiustificabile…oppure quello mette in discussione elementi che sembrano
inattaccabili e pietrificati dall’istruzione ufficiale ed il giusto pensare?
In quali punti della
vita sociale vi è un’interruzione del senso critico dell’esistente provocando
un vivere tra un fatalismo e l’altro e sempre più rovinoso per gli spazi di vita
umana?
“Mi dispiace, ma la vita non è un
avanspettacolo in cui qualcuno sale su con una bombetta in testa, abito
luccicante, un bastone luminoso e scarpe da tip tap, danzando sulle ali de: Il
giocoso baro”
Attilio Saletta.
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