venerdì 6 novembre 2015

LA TRAMA E L'ORDITO DELLA MISERICORDIA.


                    Considerazioni sulla “Lettera alla città di Roma”



Voglio qui far un percorso non usuale nei meandri della trama e l’ordito della misericordia, legandomi ai tanti spunti che mi sono giunti all'interno della Basilica di San Giovanni in Laterano e non i discorsi, bensì alla presa d’atto concreta dell’oggi.


Il primo punto non può che essere la semplicità: si ha il concetto che sia una ricerca invasiva, da individuarsi chissà in quale dove mentre è semplicissima; e sufficiente passar qualche ora accanto ad un bambino che ha da poco iniziato a gattonar dove vive con i suoi genitori; lì si trova l’essenza.
Vedi questo pargolo andar a sbattere contro un oggetto, il pianto, ma poi investe in quella leggera sofferenza, ed infatti dopo non ci va più, perché? In quei primi frammenti di esistenza si ha un rapporto naturale, semplice e di sopravvivenza con la vita stessa, la conoscenza e gli spazi che tutto ciò provoca al bambino…ma poi che accadde….
E’ possibile affermar che più le primavere si succedono, più ci si allontana da quel modo di essere causativo verso la vita stessa, più si dà rilevanza non già al tuo processo di ricerca, quanto invece le opinioni su te stesso degli altri, mentre prima quel bambino aveva investito alzando i suoi parametri nella sofferenza, ora ecco che non accade più, perché il punto di riferimento è l’adesione degli altri….



Allora c’è da domandarsi dove ci si deteriora, dove avviene la mutazione del pensiero umano che diventa un assieme di artifici, e più si va avanti, più salgono di numero ed intensità per chi soccombe a tali meccanismi e non ha il desiderio invece di far leva sulla sua vita spirituale ed un rapporto naturale con il sapere….



La trama e l’ordito è ben poco accondiscendente: se vi fosse un ipotetico tribunale del pensiero umano, sul banco degli accusati ci sarebbe l’istruzione ufficiale e la cultura: la prima per aver inserito maree di dati falsi sulla natura umana, sulla glorificazione del disco rotto dei grandi uomini, sul falso pedagogismo di un vivere che è basato sull'ostentazione, i reggimenti, imposizioni autoritarie di concetti e se qualcuno avesse un modo di pensar riflessivo, costui finirebbe per subir i meccanismi della “terra bruciata” attorno a lui e chi vi parla queste cose le ha subite tutte ed in gran parte proseguono.
La seconda per aver abdicato alla sua funzione primaria: interrogarsi, farsi domande, capir quante individualità progettuali finiscono per essere annientate da questo meccanismo che fa dell’attacco al pensiero umano naturale uno dei vertici di tale nonsenso autorizzato, porre argini alle passioni sociali, specie quelle senza controllo, indagar sui disastri provocati dall'intelletto e dalla ragione per cui le cose si osservano, non più con i sensi, bensì con la dialettica ed i dibattiti, ostacolar il fanatismo, gli integralismi; che cosa ha fatto la cultura da tempo se non abdicar dalle sue primarie funzioni? E l’istruzione ufficiale aprir le porte per la corruzione del pensiero umano che giunge ben prima di quella economica e poi certo…siamo nel secolo della comunicazione….



Che accade nel concreto…in questa trama…. L’aumento di azioni contro sopravvivenza...ci sarebbe da far una lunga lista al riguardo…ed è come se fossimo davanti ad uno spigolo, sappiamo che ci farà del male andandoci a sbatter, ma ci andiamo lo stesso ed ogni volta ci facciamo più male, ma siamo contenti perché abbiamo l’adesione degli altri…

Poi ecco la deformazione della partecipazione…cosa non è: la conta delle persone favorevoli a questo o quel concetto; cos'è invece: non un singolo individuo e progettualità va tolto di mezzo, magari con una bella guerra psicologica ai suoi danni, ma invece presa per aumentar il cuneo critico verso la vita stessa, questa è partecipazione e responsabilità autentica.

Allora che accade in questa trama…questa depravazione del pensiero umano ha effetti ben chiari: un’attività volontaria per disabituare l’uomo a farsi domande, un’impreparazione congenita ad affrontar le questioni e nei fatti…crear una società fatalista, effetto e non causa sulla vita stessa, ma prima ci si è volontariamente provocato una diminuzione progettuale, togliendo di mezzo menti riflessive che poco hanno da spartir con il consenso…

Qualcosa di più però…è normale che chi è ricco lo diventi di più e chi è, non povero, bensì subir gli effetti di un’ingiustizia legalizzata e così ecco che chi vive il tali condizioni, l’indifferenza dominate fa sì di far diventar altri esseri umani dei paria, che non vogliono crear benessere, quando per molti, questo è il desiderio più grande, comprendendo anche verso chi possiede tutto, meno il senso della misura o chi considera l’illegalità, un male minore….c’è da chiedersi quali danni provochi all'uomo la doppiezza che fa sì che uno creda di esser sempre nel giusto quando a parole combatte il sopruso ed incentivarne l’attività nei fatti.

Allora la trama e l’ordito definisce qualcosa di molto pratico: siamo davanti ad un’interruzione del senso critico verso gli spazi di vita umana ed intrecci; non è difficile individuarlo nei meccanismi quotidiani dell’inettitudine, del giustificazionismo ed ecco che quindi la misericordia prendere un percorso ben chiaro rispetto al mio percorso di ricerca: la trama e l’ordito è aver misericordia per noi stessi, un anno sabbatico per eliminar dati falsi sulla natura umana e falsi pedagogismi; la misericordia verso noi stessi che pensiamo di aver sempre ragione, esenti da colpe, migliori degli altri, a posto con la coscienza, una giustificazione per tutto.

Un anno sabbatico per eliminar tutto ciò che ci allontana da noi stessi e ci faccia considerar che siamo esseri umani con tutte le limitazioni proprie, non superuomini e ritornar ad aver un rapporto sano con la conoscenza come quel bambino a gattonar nel pavimento di casa; dovremo esserlo così anche oggi e più di prima, gattonar verso la vita stessa…ma c’è un elemento finale…in questo anno sabbatico….dovrebbe essere messo in discussione l’uso del parlare….oggi si parla troppo, spesso per disconoscersi a vicenda; le parole devono ritornar ad essere poche e dette per l’unico motivo per le quali esistono….allargar gli spazi descrittivi dei fatti come supporto alle percezioni….non quindi per un avanspettacolo che passa per esser vita sociale.

Se in questo anno della misericordia, saremo capaci di far ciò…non avremo più blocchi congeniti al senso critico e ci disabitueremo ai dati falsi sulla natura umana; ma ci saremo messi in discussione…per me è naturale farlo ogni giorno…ma se questa diventasse una malattia contagiosa…sarei ben felice…specialmente se i creatori di dati falsi non trovassero l’antidoto ai pensieri naturali.



                             Attilio Saletta.




                                     




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