venerdì 20 novembre 2015

Not in my name, ovvero: questo non è il mondo che sognavo.


Frammenti di ribellione silenziosa, ovvero: la speranza che i cattivi non perdano solo nelle fiction, ma anche nella vita reale.


C'è un motivo per il quale ho inserito un frammento tratto dal "Cielo sopra Berlino "di Wim Wenders e la raffigurazione dell'uccisione di Marat? C'è eccome e descrive ben bene quello che accade oggi.

Il dipinto raffigura le degenerazioni dell'intelletto, ovverosia ci si è sempre uccisi per dispute dialettiche ed interpretazioni di sillabe e quello che accade oggi è un'altro tassello delittuoso di questo crimine messo in piedi unicamente dagli intellettuali; le pagine nere di oggi hanno la loro sintesi in quel dipinto, ma con un'aggiunta tragica: chi realizzò quel dipinto mandò a morte centinaia di suoi simili nell'epoca del terrore...gli stessi schemi, anche peggiori di quello che accade oggi.

L'opera cinematografica rappresenta la speranza di mettere sotto controllo l'assassino principale: l'intelletto e ridar fiato all'animo umano ed è per questo che ora sviluppo frammenti di disaccordi con la banalità dei discorsi e le frasi pompose che immancabilmente giungono davanti alla brutalità umana e l'intelletto fuori controllo.

Certo, Marat non fu ucciso da una sillaba ed è per questo che esistono i sapientoni.

Sognavo un mondo dove il fanatismo sarebbe stato tolto di mezzo dal pensiero unano e non asse principale dello stesso; ma mi accorgo di essere accusato di non essere fanatico: questo non è il mondo che avevo sognato...not in my name.

Sognavo un mondo dove chi sarebbe stato punto di riferimento umano, avrebbe avuto la più alta propensione al sapere, l''amore per la sfida verso i problemi, l'etica un fondamento, la ricerca assidua delle migliori menti e lo sviluppo delle qualità umane la sua più alta priorità; ma mi accorgo che i punti di riferimento è chi agisca all'opposto con la più alta priorità è di ostacolar lo sviluppo delle qualità umane con il consenso dell'uomo stesso:questo non è il mondo che avevo sognato...not in my name.

Sognavo un mondo equo dove chi possedeva più beni, senza neanche domandar nulla, sarebbe stato in maniera volontaristica disposto a pagar più tasse che un calzolaio; mi accorgo invece che il calzolaio paga più tasse di un benestante che oltretutto fa anche il perseguitato e dice di lottar per la democrazia: questo non è il mondo che avevo sognato...not in my name.

Sognavo un modo dove chi spingeva altri ad uccidere loro simili, l'uomo stesso l'avrebbe spedito a pulir una latrina per veder da vicino lo stato dei suoi pensieri; mi accorgo invece che questo è considerato naturale, forse con qualche difetto olfattivo rilevante: questo non è il mondo che avevo sognato....not in my name.

Sognavo un modo dove l'istruzione avrebbe sbarrato la strada alla corruzione delle menti ed in seguito poi quelle materiali; mi accorgo che ha fatto l'esatto opposto, aprendo le porte alle degenerazioni dell'intelletto: questo non è il mondo che avevo sognato...not in my name.

Sognavo un mondo dove i crimini dell'intelletto del  passato sarebbero stati indagati e  creato le premesse per il non ritorno degli olocausti, i massacri e l'omicidio in nome dell'intelletto attraverso imparar dalle nefandezze del passato; mi accorgo che nulla di ciò è stato fatto e svolto anche di peggio: questo non è il mondo che avevo sognato....not in my name.

Sognavo un mondo dove i problemi sarebbero stati visti come sfida interiore, silenzio e riflessione, facendo leva sulle migliori qualità umane di ciascuno e non urlar ai fatti con le sociologie di massa; mi accorgo che questo precetto è lontano anni luce dall'agir umano:questo non è il mondo che avevo sognato...not in my name.

Sognavo un modo dove la democrazia doveva essere un atteggiamento comportamentale sulla vita stessa e chi avrebbe detto che sarebbe stata solo la conta dei numeri, l'uomo stesso l'avrebbe buttato sotto una doccia gelata; mi accorgo che l'unica doccia gelata è la democrazia che gela l'animo umano: questo non è il mondo che avevo sognato...not in my name.

Sognavo un modo dove nessuna progettualità umana sarebbe stata tolta di mezzo per lo scarso gradimento del volgo e gli alti papaveri e meno che mai, qualcuno finir nelle retrovie della macchina sociale per aver avuto indoli critiche; mi accorgo che la vita sociale si fonda sull'esclusione del pensiero critico e l'emarginazione estrema di chi la sviluppa: questo non è il mondo che avevo sognato...not in my name.

 Sognavo che in economia, chi avesse avuto intenzioni etiche nel crear progresso, avrebbe avuto le strade spalancate dal sistema bancario e chiuse verso quelle di segno opposto; mi accorgo che è accaduto ed accade l'opposto: questo non è il mondo che avevo sognato...not in my name.

Sognavo un mondo dove se qualcuno avesse inserito frasi tossiche sull'uomo come il mondo che doveva diventar più tossico per aiutar il benessere, l'uomo stesso l'avrebbe spedito al parco di Yeelostone a curar la salute dentale dei felini così che avrebbero affilato i loro denti; mi accorgo invece che i pensiero tossici dominano incontrastati e sempre più affilati contro l'uomo stesso e con il suo consenso: questo non è il mondo che avevo sognato...not in my name.

Ma sogno ancora: un mondo di insolenti silenziosi che si fanno domande, curiosano in ogni dove, smontano teorie insane, la pacificazione della mente , la massima manifestazione del coraggio, un disinteresse sacrosanto per i paroloni e la pomposità sociale, trovando soluzioni che infastidiscono l'uomo e così capire di essere sulla strada giusta: questo è quello che sogno...not in my name, but human of course task.



Attilio Saletta.




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