lunedì 9 novembre 2015

Domande di un introverso. Ovvero:"Il noir quotidiano".

 “L’unica angustia di un introverso è di trovar nel senso comune qualcosa di sperimentabile e quindi fondato sul buon senso; sta diventando un’impresa spesso sopraffacente…meglio rifugiarsi nel farsi domande”.
                                Gewnkaoln.



Qual è la caratteristica di un introverso? Quella di annoiarsi molto rapidamente se un concetto non è sperimentabile, fondato sull'utilità dei precetti e siccome questa sembra un’epoca fondata sul non specificar nulla ed incapacità di descrizione dei fatti…ecco che un introverso inizia un percorso all'interno del dominate “Noir quotidiano”



“Di che cosa si ha più paura: del non aver il consenso, oppure del ricercar se stessi; quindi la crescita di un individuo dipende dalle opinioni degli altri o dal tuo processo di ricerca verso te stesso?”



“Se un ragazzo fosse interrogato, su testi del tomo dell’assolutismo ed anziché citar grandi uomini…indicasse che le guerre sono fondate sull'omicidio in nome delle idee ed indicasse singoli uomini uccisi in guerra ma che avevano progetti ed impediti di realizzarli in favore di qualcuno senza alcun progetto se non di annientar la progettualità altrui; quel ragazzo avrebbe un bel voto a scuola e adesione dai suoi compagni di studi?”



“Se una ragazza fosse interrogata su materie economiche e fosse capace di individuare su un dato statistico, scene di vita reale e fattori di concausa, facendosi domande semplici; quella ragazza avrebbe un bel voto a scuola?”



“Viviamo in un’epoca che si sostiene essere liberale…ciò significa che se Popper fosse vivo andrebbe in giro con un forcone per infilzar quelli che affermano di essere liberali…ma se indicassimo a qualcuno di questi la seguente frase detta dal padre delle globalizzazione…” Il mondo è ancora troppo poco intossicato, deve diventarlo di più” …e se questo concetto fosse liberale…secondo voi, il fautore del pensiero liberale, sarebbe capace di dimostrare che quella frase è legata al pensar ed all'agir liberale?”



“Veniamo al paradosso della libertà…l’oggetto sconosciuto per definizione dell’oggi…qual è l’atteggiamento prevalente del senso comune odierno: sono un uomo libero e quindi posso far quello che mi pare oppure…la tua libertà termina a diversi centimetri dal naso del tuo prossimo? Gli atteggiamenti umani fanno prevaler il primo precetto o il secondo?”



“Se le guerre si fossero fondate sulla spiegazione precisa dei fatti, l’utilità dei concetti e la difesa della dignità umana, porte chiuse alla menzogna; vi sarebbe stata mai una guerra come oggi?”



“A cosa serve l’istruzione? Aumentare le capacità causative dell’agir umano, farsi domande, sbarrar la strada ai concetti vaghi e non dimostrabili; ma se oggi annaspiamo alla prima difficoltà…non è forse lecito domandarsi se lo scopo dell’istruzione stessa abbia fallito il suo compito?”



“Se io vedo in una scena un aspetto che non ci deve essere e altri non presenti ma che invece ci dovrebbero essere…la società civile mi sostiene nelle mie scoperte; oppure vengo accusato di farmi inutili individuazioni che non sono comprese dalla società civile?”



“Se attraverso il mio processo di crescita individuale, le mie facoltà e scoperte sono aumentate; la società civile mi aiuta nell'ulteriore mio processo evolutivo…oppure conosco l’inebriate aroma della marginalità sociale?”



“Ammettiamo che sono con altri che discutono di un qualcosa che credono di vedere…se ne vanno ed io comincio in silenzio a percepir quel fatto; è plausibile sostenere che scoprirò molte più cose da solo piuttosto che con altri che discutono credendo di veder una cosa, ma evitando di percepirla?”



“Vediamo alla sfrattata per antonomasia dell’oggi…la Democrazia: se osservassimo i parametri di mezzo secolo fa rispetto a quel termine…è plausibile che certe cose che oggi si considerano normali, mezzo secolo addietro non sarebbero neppure entrati nella corteccia cerebrale dell’uomo e quindi oggi quei parametri sarebbero considerati un attacco alla Democrazia?”



“Qual’ e oggi la definizione di potere maggiormente in uso: Aver il potere dì…oppure abbatter ostacoli in presenza di barriere o non? Perché la prima è quella prevalente mentre la seconda è frutto delle migliori qualità umane e tra esse auto determinismo elevatissimo per far fronte contro la prima?”



“Se incontrassi un uomo politico…si fa per dire…e volesse il mio consenso ed io gli dicessi a patto che tu mi dia ogni strumento per controllarti, andar a veder di persona se ciò che dici è vero, giacché tu sei un sottoposto del cittadino e non l’opposto; la sua fisionomia facciale nei miei confronti sarebbe ben disposta o avrebbe una attacco di travasi di bile?”



“Passa l’idea che la menzogna è utile alla società civile…c’è un mezzo per dimostrar se risponde al vero…quindi che la verità è dannosa per il vivere…Siccome le società sono nate sulla ricerca del vero e non sulla menzogna…quindi le fondamenta del vivere…dimostrate che una casa può star in piedi se si tolgono le fondamenta…ma usando appieno le scienze delle costruzioni, la fisica e quelle matematiche; se riuscite a dimostrar che la casa può rimaner in piedi, segando le fondamenta siete sulla buona strada…il passo successivo sarebbe di indicar almeno cento situazioni dove la menzogna è utile ed altrettante situazioni dove la ricerca della verità è dannosa…l’ultimo passo sarebbe di indicar un vocabolario, una pagina, sezione e definizione che alla voce conoscenza vi sarebbe indicato: “ La conoscenza serve per disconoscere fatti”….Se riuscite in tale opera…allora pure io sarò d’accordo che la menzogna rappresenta il fondamento della società civile”.



“Come mai che esiste un libro…” La psicologia delle folle” che è tuttora il fondamento della fabbrica del consenso, che chi mette in atto tal libro, evita accuratamente di citarlo, ma che conosce benissimo… ad esempio che le parole devo annientar i fatti e l’uomo ha bisogno di una capo che decide per tutti…il dominio delle passioni, non l’attività critica dell’uomo…ed è così strano sostenere che su quei nefasti precetti si fonda il consenso oggi?”



“Come mai che vi sono tante materie di studio, che possono essere sperimentabili nella loro totalità: la le scienze matematiche, la fisica, la biologia, solo per citarne alcune…mentre quelle che si legano all'arte del risolver i problemi quasi mai? Forse che se ti rompi una caviglia…vai in ospedale e ti curano come si deve…ed in un altro ti danno una pastiglia per il mal di gola?”



“Chi ottiene più consenso: uno che conosce la pericolosità del potere, le passioni sociali, l’intelletto fuori controllo assieme alla ragione e quindi se avesse una certa carica di potere, prima di dir qualsiasi cosa, o far azioni, terrebbe altissima l’attenzione su tali pericoli; oppure uno che invece userebbe il potere con l’uso incontrollato delle passioni, l’intelletto, la ragione; tenendo altissima l’attenzione nel far tacer la sua anima?”



“Che accadrebbe ad un uomo con scarsissime doti economiche, ma alte da un punto di vista etico che vedendo una donna perder del denaro e lui accorrere per darglielo senza far minimo accenno alle sue limitatezze economiche; se però la donna scoprirebbe in seguito di chi aveva avuto davanti…l’uomo non sarebbe felice della scoperta di quella donna ed altrettanto del risentimento nei suoi confronti di altri?”



“Qual è il vero agir della giustizia? Palazzi maestosi, incartamenti monumentali, apparati biblici per amministrarla, trapezisti della dialettica agir in aule di tribunali fondati sul fatto che uomini e donne hanno mancato di essere giudici di loro stessi, così la giustizia deve diventar un meccanismo imperioso e massiccio? Oppure fondarsi sul soffio lieve dell’etica: hai compreso di aver fatto una manchevolezza, siccome sei giudice di te stesso, ti correggi immediatamente e cresci di sensibilità morale ogni volta…la domanda è: qual è oggi l’atteggiamento prevalente e quello che crea più attenzioni e consenso e più facilmente comprensibile?”



“L’unico problema di un introverso è di far scoperte e dirle a qualcuno e non essere invaso da parole per nullificar le sue scoperte assieme a chi invade di parole l’introverso”.
                                       Gwenkalon.



                         







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