mercoledì 14 ottobre 2015

PROGETTO.



Parto da questa base: di che cosa ha bisogno una vita comunitaria e sociale per sviluppar le sue trame?



Riassumendo: esseri umani, rispetto dell’ambiente dove si vive, regole applicate come la dichiarazione universale dei diritti umani creata non come sostegno per i governi; bensì per difendere l’uomo dalle degenerazioni del potere e sua sottovalutazione, oggi molto evidente, progettualità individuali incentivate sulla leva dell’eccellenza, pensiero critico laddove se gli spazi della vita umana regrediscono come oggi, vi sono teorie false e dati falsi sulla stessa natura umana che vanno indagati a fondo sul volano dell’etica, la moralità e l’assioma fondamentale che sorregge tutto l’assieme che è la dignità umana il cui valore spazza via gli egoismi, le posizioni auto centriche o come disse Thoreau:

“Quel che conta non è cosa metti nell'urna quando voti, ma invece come scendi dal letto e vai in strada ad affrontar la vita”.



Ora che accade oggi? Che la trama sociale viola tutto l’assieme partendo dall'elemento che è l’architrave del tutto: la dignità umana e se questo manca, le conseguenze sono lo stracciar l’etica dal vivere sociale, l’assenza di moralità nelle decisioni umane, le furbizie e crear ostacoli allo stesso pensiero umano ed allora il germe della violenza assieme al fatalismo diventa la base anti causativa per definizione dell’oggi.



Qual è il passo successivo in questa spirale discendente e decadente? Questo meccanismo si priva volontariamente di progettualità individuali se esse fanno leva sulla dignità umana, sul senso critico dell’esistente, la giustizia interiore che ha molto più valore di quella cartacea e nei fatti, questo apre le porte all'emarginazione, l’esclusione sociale, quella democratica ed il degenerato assioma diventa che tali espulsioni sono del tutto naturali come gli egoismi, la mancanza del senso della misura e l’illegalità congiunta che tutto può diventar verosimile; uomo compreso parlando moltissimo che spesso diventa il metodo più efficace per nascondersi.


C’è qualche metodo per riportar in funzione la vera macchina sociale che fa leva sulle capacità umane, il valore della dignità, l’etica ed il coraggio che non ha bisogno di gesti stentorei; bensì di ricerca, forza interiore ed ostacoli che diventano un beneficio affrontandoli? Sicuramente sì.



Ho prove molto evidenti che l’emarginazione economico-sociale, l’espulsione dal vivere nasconda in chi è in tali condizioni, enormi risorse per il vivere societario; non sono un peso quindi e molte di queste persone desiderano moltissimo dar scambio con la società stessa.



Qualche esempio tra i tantissimi che ho avuto occasione di conoscere: una donna dalla voce dolce e toni posati e sorriso semplice…da anni vive in mezzo ad una strada…era un’insegnante di letteratura in un liceo…finita il tal condizioni per la cattiveria umana nei suoi confronti…ma dovevate sentire con che entusiasmo mi raccontava del suo lavoro d’insegnante, delle speranza rivolte alle nuove generazioni ed i metodi di studio, quasi non si notava della sua condizione che ancora vive….incontrata in una via nei pressi della Basilica di San Pietro.


Un uomo: perito informatico di alto livello…finito nell'emarginazione perché lavorava in una multinazionale molto importante, ma fece dei rilievi semplici su come poter migliorar lo scambio con i fruitori del servizio…fu tolto di mezzo e usando un mezzo che noi menti libere conosciamo molto bene per averlo sperimentato: “La terra bruciata attorno a te” da allora vive ai margini della società e chi lo tolse di mezzo, ai vertici.


Questi sono solo due esempi tra i tantissimi che dimostrano che ogni giorno, la macchina sociale emargina ed espelle dalla vita socio-economico persone come gli esempi che ho posto giusto ora perché l’assioma degenerato toglie di mezzo progettualità individuali, spesso in favore di chi non ne possiede alcuna e la dignità umana un’inutile perdita di tempo assieme all'etica considerata un linguaggio inapplicabile nella vita sociale.


Il progetto che ora espongo mira a far sì che nessuna progettualità vada perduta per colpa del verticismo e un mascherato “Darwinismo Sociale” che elimina soggettività ogni giorno e quindi persone come risorse, non fardelli.


Non nel nostro paese, ma in diverse altre nazioni, questo che ho espresso è stato preso molto in considerazione sul volano che persone in emarginazione erano e sono risorse…un esempio molto chiaro al riguardo è stata la città americana di Indianapolis dove un gruppo di filantropi decise di andar in giro per la città, parlò con tante persone in uno stato di espulsione sociale…gli esiti ad oggi? Che questi individui oggi dirigono realtà economiche, spesso di alto livello ed hanno generato plusvalori, lavoro, sviluppo economico e stimolato nuove domande all'interno della stessa macchina sociale; questo metodo oggi si sta espandendo in molti paesi che hanno come architrave la dignità umana. Non da noi.



Quindi ecco cosa è sottaciuto rispetto all'emarginazione: l’espulsione sociale ed il privarsi dei terreni del pieno sviluppo delle qualità umane; quindi se un gruppo di filantropi del nostro paese o di altri luoghi, andasse in giro ad ascoltar chi vive ai margini, quante potenzialità benefiche si metterebbero in moto al riguardo? Tantissime; ma il mio progetto che vorrei che diventasse un qualcosa di reale è un altro ed anch'esso messo in piedi in altri paesi, non da noi, gli esiti sono stati altamente benefici come nella città di Indianapolis.


Tutto parte da quello che oggi è definito come: “Cadaveri urbanistici”…vale a dire: luoghi abbandonati al degrado per effetto dell’era informatica e tecnologica come caserme, chiese abbandonate, ex fonderie, istituti scolastici dismessi e tanto altro; ma gruppi di persone con l’attitudine dell’eccellenza, hanno fatto sì  che quei luoghi oggi sono ritornati ad aver nuova vita, generando nuove domande e facendo sparir, non solo il degrado urbano, anche quello dei rapporti umani  negativi…ma tra questi…ed è l’oggetto della mia proposta…quanto segue che è stato pienamente realizzato.


Nei fatti: un grande caseggiato abbandonato, rimesso in funzione, gruppi di persone ai margini della vita sociale con un posto per vivere e riassaporar un po’ di vita sociale, all'interno una gran quantità di laboratori con istruttori, le persone gettate nell'emarginazione hanno potuto lavorarci ed aver un mestiere o qualcosa di nuovo nelle loro capacità o nella maggior parte dei casi, affinar loro professionalità.
Queste loro abilità hanno fatto sì che sono venuti in contatto con realtà lavorative autentiche, i sistemi del credito, quelli dello “Start Up” ma anche come cardine, forti valori etici, in assenza di questi; la dignità umana del singolo sparisce assieme a quello del rispetto dell’altrui determinismo.
Risultato: decine e decine di persone sono uscite dalla marginalità del vivere, hanno creato plusvalori, lavoro, nuove domande e corroborato di nuove vitalità la macchina sociale sul motto che nessuna progettualità umana deve andar perduta per effetto delle limitazioni percettive dell’uomo; questo in tantissimi campi merceologici, della creazione e la vita solidale.



Nel concreto: a Roma e non solo, vi sono luoghi abbandonati al degrado dove è possibile far lo stesso percorso…mi viene in mente la zona del Flaminio ; questo rappresenterebbe un salto di qualità dello stesso concetto di marginalità, espulsione sociale e miglioramenti significativi della stessa macchina sociale, assieme a valori etici non sindacabili perché fanno leva sulla dignità umana e le migliori qualità umane ed il pieno sviluppo delle stesse.



Questo è il mio progetto per il quale voglio spendermi perché sperimento tutti i giorni cosa c’è di nascosto rispetto all'anatomia della marginalità e l’espulsione sociale; fatemi saper se è percorribile anche in questo paese e quindi poter risalir questa spirale discendente per riaver una società degna di tal nobile termine, non il dominio degli antagonismi che in realtà gettano fuori dalla vita sociale ogni giorno decine e decine di progettualità individuali; forse il consenso può esser creato con altri valori che fanno leva sulla dignità umana, non sui reggimenti e il termine “Società” non deriva da “Comparsa” ma da “Socio” e quindi la diversità è il fondamento della vita societaria.




                                  Attilio Saletta.

                               







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