“Davanti ai fattori del vivere, diventa importante armarsi di
intenzionalità, autocontrollo e autostima in un mondo di permalosi che si
armano di nemici immaginari e masse mentali”
Tante sono
le vie di fuga dalla realtà di questa ipotetica società contemporanea…inizierei
dallo “Sfarinamento del vivere
comunitario”
Non sono le
grandi cose esposte per farle diventar tali per celar quelle vere: sembra che
le grandi metropoli siano delle piovre che occupano con le loro spire il
respiro del vivere stesso e quindi gli spazi dove l’uomo vive…ma se analizziamo
bene bene, l’occupazione degli spazi è relativa, o meglio, ben minore di quello
che si crede, giacché, proprio nelle grandi metropoli emergono enormi aree
lasciate all'abbandono più totale, frutto di “Archeologia Industriale” come a Roma, giusto dietro la stazione
della Garbatella della metropolitana, linea B.
Il degrado
urbanistico, porta pure quello delle relazioni umane ed ecco una delle tante
manifestazioni della fuga dalla realtà che sarebbe combattuta con efficacia con
l’arma della progettualità, un rinnovamento urbanistico che farebbe leva sulle
capacità largamente inespresse, o forse meglio, impedite dai meccanismi
decisionali della politica che vede nell'innovazione sociale e dell’Amministrazione Condivisa” un pericolo
da impedire, perché ridurrebbe il loro ruolo a semplice volano per sostenere i Vasi Comunicanti del vivere che dovrebbe
essere l’unico loro compito.
Altre fughe
emergono e sono piccoli fatti, ma che indicano lo sfarinamento del vivere
comunitario: genitori che picchiano un insegnante che aveva ripreso il figlio
di quei genitori; quindi l’educare un bambino diventa pericolosa agli occhi di
molti e soppressa con la violenza se si intende svilupparla in un bambino. Un
uomo che intenda attraversar una strada e sulle strisce pedonali, essere
altamente a rischio davanti ad un corteo di inconsapevoli, specialmente se
stanno a blaterar al telefonino con qualcuno e non badano alle loro azioni e
soprattutto noncuranti che vivono assieme ad altri, con loro spazi di vita
propri da garantire, non da leggi, ma dalla percezione umana del contatto con
altre soggettività; non ci sono persone più uguali
di altri, anche se sono al telefonino e non badano ad altre soggettività
presenti perché per questi esseri, semplicemente la società non esiste
. Quanti
agiscono su questo presupposto in tutta la pianta sociale? Si considerano
persone libere, ma ostacolando con le loro azioni, la libertà del vivere di
molti altri? Noncuranti del fondamentale principio del “Paradosso della Libertà”
Sali su un mezzo pubblico da dove si deve
salire e ti guardano di storto perché non sei salito da dove la gente deve
scendere, star alla larga dagli antagonismi di persone che pochi secondi prima
andavano d’accordo, badar a chi non guarda dove cammina, perché sta parlando al
telefonino, evitar i bar per il festival delle opinioni che si sviluppa ed
intuisci perché le classi dirigenti sono di così basso profilo.
Poi ecco
quella che viene definita” Sinistra” forse
sarebbe meglio definirli Sinistri, i
più grandi fans della Globalizzazione, che a forza di cercar
consensi tra i benestanti ed il ceto medio, verso il centro dell’elettorato
quindi…ha dimenticato le periferie, il degrado, la marginalità di molti esseri
dai meccanismi sociali ed ecco che negli Stati Uniti…questo corteo di
dimenticati, vota per quelli che dovrebbero essere più affezionati ai
meccanismi dell’Economia di Mercato e
la Sinistra prender voti dal ceto
medio, i benestanti e nelle Down Town delle
grandi metropoli e qui da noi lo scenario è simile.
Quindi
attrezzarsi per difendersi dai permalosi, diventa attività prioritaria per
qualcuno
.
Altre fughe
emergono: famiglie divise ed i componenti dirigersi, ciascuno per proprio conto
e la povertà prender presto possesso di queste fughe, o una vita precaria e un
futuro pieno di incognite, comprendendo anche per bambini o donne incinte, o
uomini che non sanno dove andar ed altre fughe che seguono dinamiche
impossibili da codificar.
Fughe
intellettuali sempre più estese in paesi dove il senso critico e la ricerca
sono ostacolate con il dominio di letali Status
Quo e spaventosi livelli di politicizzazione della vita sociale che
introduce il più degenerato profitto nelle decisionalità politiche e
l’asservimento di chi dovrebbe impedir tutto ciò: l’uomo stesso.
Altre fughe:
a San Francisco, non ci sono persone che migrano perché l’estesa città è ad
alto rischio sismico, non scappano perché le difese delle decisioni umane sono
alte, corrispondenti al livello del pericolo sismico; in tanti altri luoghi,
dove questa corrispondenza non esiste affatto come noi, la migrazione sarà una
scelta obbligata per quelli che hanno visto crollar la loro vita in Italia
centrale.
In zone a
prevalente cultura della coltivazione del riso, l’innalzamento del livello
delle acque, porta altre fughe e ciascuna rispondente a parametri diversi a
seconda di chi scappa e riciclarsi nelle maniere più diverse.
Disastri
ambientali ed altre fughe che partono per chi non ha più di che vivere come un
mare dove la moria di fauna ittica porta a ricercar altre fonti di reddito,
senza quella della pesca.
Agricoltori
e contadini, costretti alla migrazione perché i loro terreni maciullati per far
posto a zone di pascolo per i bovini ed in favore di multinazionali dell’alimentazione,
ed ancora una volta, migrazioni rispondenti a criteri diversi da persona a
persona.
Molte specie
di esseri viventi non umane che migrano, non avendo più spazi di habitat
naturali per il loro vivere, ed ecco, che ci dovremo abituare, come già in
altri luoghi, di vedere fauna migrante nelle città per aver l’uomo, tolto
l’habitat di moltissime specie animali come per esseri viventi umani aver e far
sempre di più la stessa scelta ed i conflitti, esplodere, e sempre, con logiche
impossibili da identificare, essendo intrecci di scelte con parametri
diversissimi.
Il mondo
sembra un esteso film Western dove un
gruppo di malavitosi, razzia ogni bene in una città, e non contenti…uno diventa
il Sindaco…l’altro capo della Polizia…il terzo…Direttore della Banca…il
quarto…Giudice del Tribunale…il quinto…apre un bel localino per far giocar a
soldi, usando quelli rapinati alla comunità locale.
“Chi dice che da noi certe cose non
possono accadere, dovrebbe smetterla di usar toni vaghi, passando all'azione:
una raccolta di firme per una legge che punisca severamente che sostenesse che
questo paese fa parte del pianeta terra. Così io sarò ben felice di far il reo
confesso”
Ma
veramente, la migrazione non riceve sostegni occidentali per far sì che si
determini? Ho molti dubbi al riguardo…Ilaria Alpi fu assassinata assieme al suo
operatore per aver scoperto legami strettissimi tra potentati locali e quelli
nostrani in Etiopia legati a traffici illegali di armi e rifiuti tossici…da due
decenni, giornalisti uccisi per gli stessi motivi, sono in continua salita ed
in ogni scenario.
Se
l’opinione pubblica occidentale è tutta interessata ai processi di migrazione
sulle nostre coste…questo consente a potenti forze economiche di agir
indisturbate in tantissimi scenari e crear quel meccanismo del ricco sempre più
tale e con sempre maggior garanzie, ed il povero sempre più così e con sempre
meno garanzie.
La mancanza di saldatura di condivisione tra chi ha di meno,
favorisce immensamente quella condivisione strettissima che avviene nell'alta
finanza e tra chi ha di più.
Esiste in
economia il meccanismo del “Gatto che si
morde la coda”: la Cina.
Cosa accade:
siamo consapevoli che il grande paese asiatico viola le più elementari regole
umanitarie assieme a devastazioni dell’ecosistema, ma abbiamo enormi blocchi a
dirlo alla classe dirigente di quel paese, dal momento che abbiamo debiti con
la Cina enormi, Stati Uniti principalmente.
Qualcuno si
lamenta dello sviluppo economico senza regole di quella nazione e l’ingerenza
dei suoi prodotti in ogni dove, ma siamo terrorizzati, se per caso, il Treno Economico del Mondo” si fermasse,
o diminuisse la sua crescita perché sarebbe una tragedia per l’intero
Occidente, peggio ancora se vi fossero tensioni sociali in Cina con scioperi o
altro, perché solo dieci giorni di mancata produzione in quel paese,
collasserebbe l’intero Occidente…insomma un bel meccanismo di freni che
impediscono di far qualsiasi rilievo su
ciò che accade nel grande paese asiatico.
L’ultima
parte di questo capitolo lo dedico alla povertà e marginalità sociale qui da noi
e ritorna qui la ritrosia del solo parlarne da parte delle classi dirigenti e
la fuga da queste questioni: il concetto che percepisco è che chi ha le leve
decisionali dentro la vita sociale, non intenda occuparsene affatto, partendo
dal presupposto che tanto c’è il volontariato, la Caritas o Sant'Egidio che se
ne occupano; quindi perché mai ci dovremmo occupare della povertà? Peggio:
sembra indicare tutto ciò che chi si occupa, ed in prima persona del disagio sociale,
agli occhi delle classi dirigenti, offra a loro uno strumento di Pacificazione Sociale ottimo per non
occuparsene.
Il problema
sta nelle tantissime tracce che portano un essere umano a finirci in questi
meccanismi della povertà. Persone spessissimo dalle grandi capacità che
avrebbero solo bisogno di far sì che possano incamminarsi nelle giuste
direzioni e trovar il modo di superar l’ostacolo di individui fiaccati dalla marginalità, sino al
punto di non vedere un futuro che non sia un accorciamento di esigenze e
partecipazione attiva al vivere comunitario.
Serve
superar il presupposto che blocca l’idea stessa che uno che vive nella
marginalità, non possa sradicar dalle fondamenta questa sua condizione e quindi
diventar una risorsa.
In Francia
fecero una domanda a diverse persone, viventi nella marginalità: vorresti
creare una tua attività economica, aiutato da noi…la maggioranza disse di no,
preferendo il sussidio economico dello Stato o altro…questo è un ulteriore
ostacolo, prettamente e unicamente occidentale del povero occidentale rispetto
a quello di altre aree del mondo.
“Non esistono feudi di possesso
nell’animo umano e neanche verso i suoi spazi di vita, ciascuno può veder con
le sue percezioni il suo domani. Troppi vedono i loro molti domani attraverso
di chi ha l’orologio che gira all'incontrario, oppure con lancette
vorticosamente in avanti. Il tempo presente continua ad essere la più grande
sfida per l’uomo”
Fine terza parte.
Attilio Saletta.
Nessun commento:
Posta un commento