sabato 20 febbraio 2016

Umberto Eco and Harper Lee.



C'e un tratto comune che lega le opere di questi due personalità della cultura che sono passati attraverso il secolo scorso è questo: la profonda onestà intellettuale ed il senso della cultura autentica...quella che si interroga, si fa domande in un mondo profondamente disfattista sulla natura umana e con la doppiezza come asse portante di tutto l'assieme assieme alle follie ideologiche; la speranza quindi, che chi possiede ancora questo estremo coraggio fondato sull'onestà della scoperta, abbia ancora la possibilità di vivere con l'avventura principale: quella della conoscenza e quanti ostacoli tale sfida porta un uomo ed una donna che si legano a questo desiderio.

C'è una frase di Umberto Eco che ho sempre profondamente amato per la sua carica d'indipendenza umana, fuori dalle cerchie delle nevrosi e quel gioco dramma tragico comico chiamato politica con tutto quel concentrato di nonsense che passa inosservato.

" La vera saggezza non sta nell'abbattere idoli, nel non costruirli proprio"

Mi domando sempre da dove nascono le idee che fanno a pugni con la natura umana e proprio per questo, trovano subito consenso, desiderio di emulazione e voglia di annientar qualcuno, spesso se si fa domande sulla natura, spesso psicotica delle sociologie di massa, i grandi discorsi e i riti pubblici che diventano una seduta psicanalitica di massa,una badante per impedirti di essere te stesso e la forma dello stato che diventa una baby sitter o madre degenere a seconda dei casi che annienta progettualità e volani causativi per la vita sociale stessa.

Se iniziassimo a disfarci di tutto questo mantello feticista che issa come idoli personaggi, che se ci riflettessimo solo un attimo, ci prederemo a schiaffi da soli, invece lo facciamo tutti i giorni e ci piace, quindi se tutta questa idolatria sparisse dal nostro vissuto, quante cose scopriremo a partir da noi stessi; ma preferiamo essere il più distanti possibili ed ecco gli idoli e le idee che ci aiutano a non pensare e quindi solo gli antagonismi...questo mi fa capire come la conoscenza continui ad essere la più grande sfida esistente e il percorso svolto da Umberto Eco a dimostrarlo.

L'opera di Harper Lee è stata lungo questo solco...se ci riflettiamo un attimo...qual era il senso de:" Il buio oltre la siepe"

Cos'è il buio e la siepe? Qualcosa di indefinito, la vena creativa di una scrittrice,inventar nemici, usar il colore della pelle per mettere in guardia dalle spire del razzismo, descrivere rapporti umani acidi, un ragazzo aver rapporti con questo ipotetico nemico, un processo che in realtà era una specie di tribunale dell'anima umana quando si degenera...oppure qualcosa d'altro? Molto attuale?

In quella siepe che separava due mondi apparentemente, era racchiuso che oltre quella siepe, oggi, abbiamo messo noi stessi, quella siepe è stata eretta per impedirci di farci domande, di separarci da noi stessi, di dar credito a una separazione concettuale ai vari aspetti del vivere...quelli materiali sono solo l'effetto della degenerazione...ecco quindi il buio che sembra ci piaccia così tanto.

I muri che così tanto s'osservano nel mondo sono quindi concettuali sull'essenza umana, una separazione creata per crear antagonismi, ma principalmente con noi stessi; se comunicassimo con la conoscenza che è fonte d'interrogazione costante sul vivere,i muri materiali crollerebbero ed anche gli antagonismi che sono stati creati da depravazioni concettuali dentro la mente dell'uomo.

" Considero un mondo fatto di eroi profondamente sfortunato, fondato sull'irrazionale in cui l'ordinario, la strada della conoscenza...diventa incomprensibile e quindi stravagante e l'antagonismo un fattore naturale di concausa rispetto alle vicende umane che passa per essere ordinario"

                                                                     Attilio Saletta. 


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