Allora perché organismi come la
“Grammer Bank” trovano nell'opulento occidente grosse difficoltà ad inserirsi e per certi versi, la vita dell’emarginato occidentale presenta più ostacoli di
quello che vive in altri luoghi di questo pianeta?
Muhammad Yunus illustra ciò
compiutamente nella sua opera: “Il banchiere dei poveri”
A pagina 187 ecco questo dato: “
Anche se in termini assoluti, i poveri dei paesi avanzati possiedono più benefici
fisici e monetari dei poveri del terzo mondo, sul piano psicologico la povertà
è molto più difficile da sopportare in un contesto di relativa abbondanza…Nel
terzo mondo le differenze tra ricchi e poveri esistono…si cresce tutti
assieme…i miei compagni di gioco erano analfabeti…A Chicago una situazione
simile come quella sarebbe impensabile; un giovane bianco non benestante non
andrebbe a giocare nei ghetti dei neri”.
Insomma: ecco la società
occidentale che funziona per compartimenti stagni e reggimenti e l’esclusione
come elemento basilare e non solo economico, anzi, per certi versi è un fattore
non decisivo; ma qui ecco un’ulteriore elemento a pagina 184.
“Forse per gli europei, Grammen è
un concetto troppo estraneo, rimette in discussione troppe idee preconcette…Nei
paesi avanzati il problema più grande è quello di ovviare ai danni provocati
dallo stato assistenziale….i beneficiari di sussidio mensile…appaiono non meno
spaventati, di fronte all'offerta di un prestito per avviare un’attività lavorativa,
delle donne dei nostri villaggi….Molti fanno il calcolo di quello che
perderebbero….concludono che non ne vale la pena…Ma anche quando la legge
garantisce ai poveri il diritto di proprietà, la mentalità delle organizzazioni
caritative non lo accetta….” Come un giovane appena uscito di prigione che
voleva crearsi un’attività indipendente, ma l’istituto dove risiedeva non fu
d’accordo.
Qui ecco un’ulteriore aspetto a
pagina 224: “Ho sempre avuto la certezza che cancellare la povertà…sia più una
questione di volontà che di mezzi…probabilmente perché non ne siamo
personalmente coinvolti…la carità non ha altro effetto se quello di perpetuare
i problemi, togliendo ai poveri lo spirito d’iniziativa…Per prendersi cura dei
poveri gli stati si sono dotati di enormi apparati burocratici….Gran parte del
denaro dei contribuenti viene accantonata per finanziare programmi di
assistenza…i figli allevati da genitori legati al carro dell’assistenza hanno
buone probabilità di rimanervi agganciati per sempre”.
Ma come agisce la Grammer Bank?
Sul volano del desiderio d’indipendenza progettuale del povero stesso ed uscir
dalle tenaglie della povertà estrema congiunta con l’analfabetismo, i
meccanismi dell’usura che poi non sono molto diversi da quelli occidentali, a
pagina 32 ecco un bel esempio: “Che Grammen sia riuscita a rendersi
indipendente dalle sovvenzioni rimanda al problema della carità in
generale…Nella maggior parte dei casi…è veramente dannosa…se il donatore
aprisse la portiera dell’auto e chiedesse al mendicante qual è il suo problema, come si chiama,
quanti anni ha, che cosa sa fare, …quello sarebbe un modo per aiutar
davvero…Chi raccoglie denaro mendicando non è motivato a migliorarsi…incline ad
una mentalità parassitaria”.
Come scriverò in seguito, i
meccanismi degli aiuti internazionali non sembrano molto diversi ed aprono le
porte alla corruzione, o meglio, la spalancano.
Vediamo nel concreto uno che vive
nell’opulento occidente ed è emarginato dai processi economici e sociali, ma
desidera fortemente dar scambio con la società, crear una sua attività
indipendente frutto della sua vena progettuale cosa incontra: se presenta il
suo progetto ad un qualsiasi istituto bancario, nella maggior parte neanche ci
entra perché sa già che gli riderebbero in faccia e neanche a quelli del micro
credito occidentale; se ci entra, appunto, gli riderebbero in faccia, se poi lo
mandasse ad organismi umanitari, troverebbe spesso l’indifferenza alla sua
carica progettuale, o al massimo che non si può fare, specie se fosse dettato dal
rinnovamento della volontà di uscir dalle tenaglie dell’emarginazione a
beneficio degli altri.
Magari gli proporrebbero di far un
bel corso di formazione con il risultato di non aver mutato la sua condizione e
foraggiato chi quell'attività di studio l’avesse messa in piedi e per finire in
bellezza…il pietismo, le sirene dello stato assistenziale e i pericoli che quel
sistema creano, specie se vuoi crearti un’attività indipendente e far leva sulla
tua carica progettuale e non essere capito da molti, o peggio, avversato.
Cosa fa Grammen? A pagina 216 ecco
uno stravolgimento benefico dell’agire: “Sconvolgendo i metodi tradizionali di
lotta alla povertà, abbiamo sempre adottato la prassi di concedere prestiti
senza fornire né richiedere…alcuna competenza specifica…Per questo, invece di
perdere tempo a trasmettere loro nuove competenze, abbiamo deciso su quelle che
le persone già possiedono. Il denaro che poi guadagneranno diventerà la chiave
per esplorare la gamma dello loro ulteriori potenzialità”.
Ecco a pagina 212 altro fienile di
speranza autentica: “L’esperienza ci ha dimostrato che, con l’aiuto di un
capitale finanziario anche limitato, i poveri sono capaci di profondi
cambiamenti nella loro vita…Tutto quello che mancava loro era il capitale”
Se nell'opulento occidente ed in
questo paese, invece di ingrossar il carrozzone dell’assistenzialismo,
andassimo a chiedere a chi vive ai margini della società civile cosa ciascuno
sa fare, cosa gli manca per metterlo in piedi, i suoi desideri, ostacoli,
andando a scovar progettualità nascoste, forse faremo saltar in aria quel
mostro che fa della sottovalutazione delle risorse umane il suo costante
famelico cibo assieme al depotenziare la società stessa e quel elemento tossico
che inizia dall'istruzione ufficiale che immette un insensata e spropositata
supervalutazione delle classi dirigenti che tracima nel misticismo pagano e su
quel fetido altare giacciono migliaia e migliaia di progettualità che ogni
giorno sono annientate da tale mostro famelico che si nutre di disvalore; una
sola singola progettualità, non maciullata da tale meccanismo è in grado di
riformulare l’intera macchina sociale e quindi la povertà come ha detto Mister
Yunus è un fallimento concettuale di tutto l’assieme.
Un particolare: il 98% dei poveri
che hanno usufruito dei prestiti ha pagato il dovuto e sempre; inutile dire che
sono proprio i benestanti i meno capaci di far fronte a prestiti bancari,
nonostante i loro super benevoli tassi d’interesse e persone, non povere, le
più povere tra le più povere, attraverso quella banca, hanno risalito la china,
dato un senso alla loro vita e sviluppato progettualità e economia sana….sono
oramai a milioni chi partendo dalle condizioni più disagiate hanno prodotto
benessere a tutto tondo.
Nella quarta parte diverse cose:
il ruolo degli aiuti internazionali, la banca mondiale, perché gli economisti
vedono solo una forma di lavoro e come è facile sconfiggere le multinazionali,
comprese quelle che operano nel ramo informatico, cosa che Grammer ha fatto.
Attilio Saletta.
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