A pagina 9 Mister Yunus dimostra
quanto terreno è mai stato svolto, o forse, volontariamente non percorso: “Grammen
mi ha insegnato…la nostra conoscenza delle persone e dei modi in cui
interagiscono è ancora inadeguata…Ciascuno di noi ha un potenziale illimitato e
può influenzare la vita degli altri…nei limiti e oltre i limiti della propria esistenza…Fino
a che non creeremo un contesto che ci permetta di scoprire la vastità del
nostro potenziale, non potremo sapere quali siano queste risorse”.
Nell'ultima parte di questo
percorso, il fondatore della Grammen Bank, dimostrerà il fattore motivazionale
capace come lui ha fatto, di sconfiggere il terrorismo, incanalando le energie
umane in senso benefico sul volano del creare, non del distruggere che va così
tanto di moda oggi; forse perché è più facile e popolare.
Allora ecco chi concretamente
ostruisce questo tragitto e per iniziare…gli aiuti internazionali…
A pagina 27 ecco qualche bel
dato:” L’ammontare degli aiuti internazionali è valutato annualmente attorno ai
sessanta miliardi di dollari. I progetti generano ovunque burocrazie
elefantiache…e corrotte e sprecano fiumi di denaro…il denaro doveva andar ai
governi…i fondi internazionali non fanno che accrescere le spese governative,
con esiti spesso contrastanti con gli interessi della stessa economia di
mercato…i fondi servono per costruire strade, ponti...e degli aiuti i poveri
non vedono neanche il colore…così l’aiuto internazionale diventa…un atto di
carità verso i potenti…Il sistema degli aiuti dev'essere interamente ripensato,
sia nella metodologia, sia negli obiettivi”.
A pagina 26 altri dati:” Circa i
tre quarti …degli aiuti stranieri sono spesi dal paese donatore…le donazioni sono
diventate un mezzo per il paese ricco…vendere i propri prodotti…Quanto all'ultimo quarto…arricchire una piccola élite bengalese di consulenti,
imprenditori, burocrati e funzionari corrotti…che lo spendono in prodotti
d’importazione…su conti correnti stranieri”.
Veniamo alla Banca Mondiale…La
tragedia immane ha un nome: agenzie di consulenza…rapaci umani che arrivano con
tutto lo sfarzo ed un giorno di una loro diaria equivale a quella di un’intera
comunità locale, poveri compresi; ma il peggio è un altro…
Mister Yunus la descrive ben bene
a pagina 25:” Oggi quando mi si annuncia l’arrivo di un consulente….So già come
andranno le cose: dopo aver finito di ascoltare scriverà una relazione, ma
formulata …ci sembrerà di sentirne parlare per la prima volta…Oppure peggio…un
lungo rapporto che non avrà nulla a che fare con il nostro lavoro…pretenderà di
comandare senza assumersi la minima responsabilità…L’eccessivo proliferare dei
servizi di consulenza ha fuorviato gravemente gli organismi di soccorso…Sulle
idee e iniziative dei paesi beneficiari...quasi inevitabilmente un effetto
paralizzante…I problemi cominciano a emergere quando il progetto è avviato…il
biasimo ricade sui paesi, non sui consulenti che nel frattempo hanno intascato
una parte considerevole dei fondi destinati al progetto”.
“La Banca Grammen non ha mai
chiesto, né accettato denaro dalla Banca Mondiale perché non apprezza il suo
modo di comportarsi”.
Ora giungiamo agli economisti e i
loro teoremi…a pagina 150 ecco cosa dice l’autore: “Grammen si occupa di
favorire lo sviluppo economico delle persone, e dove c’è sviluppo c’è
cambiamento. Quando una persona sta meglio economicamente, cambiano anche altri
aspetti della sua vita…Il cambiamento che avviene non è una vittoria sull'altro, ma sulla propria condizione di povertà…un processo del tutto
naturale…esso libera il povero dalla soggezione politica”.
Ora ecco come gli economisti
vedano male il lavoro indipendente: a pagina 228 alcuni dati…” Gli economisti
tuttavia, riconoscono soltanto la forma di lavoro salariato. Nei loro libri il
lavoro indipendente non è mai menzionato. Nel mondo quale è concepito dagli
economisti noi trascorriamo l’infanzia …per renderci appetibili dal punto di
vista dei padroni…ci presentiamo per venderci sulla piazza. Se non troviamo
nessuno che ci voglia...chi vive in un paese industrializzato avrà la
possibilità di affidarsi alla pubblica assistenza. L’idea che un giovane essere
umano profonda tutto il suo impegno per prepararsi ad essere usato…mi disgusta
profondamente…La vita umana è troppo preziosa perché la si sprechi…nel sedurre
un datore di lavoro”
Insomma: ecco qui l’attacco all'indipendenza umana, nonostante che proprio il lavoro indipendente abbia
provocato benefici a tutto tondo; ma Mister Yunus prosegue a pagina 228: “I
manuali di economia ignorano il termine lavoro indipendente e siccome gli
economisti lo hanno cancellato dai loro libri, i politici lo hanno cancellato
dalle loro menti. Offrire sbocchi di lavoro indipendente è la migliore
strategia per eliminare la disoccupazione e la povertà”.
Allora perché proprio le persone
progettuali vedono nel lavoro indipendente un approdo sicuro alle loro
capacità, specialmente se sono imbrigliati nei meccanismi dell’emarginazione?
Il Nobel per la pace lo illustra a pagina 208:” Permette ad un povero isolato
di riacquistare progressivamente fiducia in se stesso...più ampia possibilità
di incidere sul proprio destino…permette di lavorare a chi non riesce ad
adattarsi ai rapporti gerarchici…di sfuggire alla dipendenza degli aiuti
sociali…trasformare un hobby in un impegno remunerativo”.
Chi scrive vede nel lavoro
indipendente, punto per punto, detto dal Nobel per la Pace, una strategia da
mettere in pratica ogni giorno; ma per chiudere questa quarta e penultima
parte, perché si mitizza così tanto le multinazionali come sancta sanctorum
inviolabili, moderne colonne d’Ercole, quando invece le attività della Grammen
Bank hanno dimostrato di poter rivaleggiar in campi come la telefonia, Internet
e l’energia? Perché non può essere
replicato in altri lidi?
A pagina 215 ecco per incominciar:
Grammen Phone…un’azienda telefonica che ha l’obiettivo di poveri che gestiranno
una compagnia telefonica ed è accaduto in Bangladesh da parte di persone del
tutto senza nozioni di alcun genere sulla materia…poi ecco Grammen Cybernet:
far finir le reti telematiche nei posti più sperduti; altro scopo realizzato e
gestito da emarginati ed infine…Grammen Energia…poveri che gestiscono
localmente le fonti di energia con un decentramento efficace.
Mi piace chiudere questa quarta
parte con questo concetto di Mister Yunus:” In una società la qualità della
vita non dovrebbe essere giudicata dallo stile di vita dei ricchi, ma da quello
di coloro che sono ai gradini più bassi della scala sociale”
In effetti la sinergia tra Grammen
ed il credito solidale sono in grado di indicar un modo diverso di veder la
povertà all'insegna dell’interesse autentico verso i poveri ed in definitiva,
la fibra etica del vivere stesso, ma dando loro quella spinta progettuale di
cui i poveri sono portatori.
Nell'ultima parte andrò a smontar
stereotipi: è possibile sconfiggere il terrorismo, i mussulmani non sono
fomentatori di disordini; il Premio Nobel della Pace è un mussulmano praticante…e
molto altro…per chiudere degnamente questa parte, un know how importante….
A pagina 54 l’autore descrive
della sua permanenza negli Stati Uniti nella metà degli anni sessanta e nell'università di Vanderbilt ed il suo incontro con un celebre professore di
economia rumeno, sfuggito nel 1948 al regime comunista: Georgescu…egli gli
insegnò la possibilità di far a meno delle formule, di come talvolta…oggi quasi
sempre…tendiamo ad applicar a problemi semplici, soluzioni complesse e
mascherare la nostra ignoranza con spiegazioni complicate, destinate a far
colpo sulla gente, quindi il riappropriarci di piani concreti possa aiutarci a
costruir il futuro; insomma, tra le tante cose che abbiamo tolto di mezzo in maniera
delittuosa c’è pure aver spazzato via il know how dalle nostre decisioni,
magari in favore del fatalismo, preferisco decisamente i terreni del know how.
Attilio Saletta.
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