In quest’ultima parte cercherò di
smontare una marea di dati falsi sulla natura umana, le questioni che sembrano
senza soluzioni e devastanti premesse indiscusse, partendo appunto dall'aver tolto di mezzo il know how dalle decisioni umane in favore dell’antagonismo politico,
le sociologie di massa ed il gran corteo smodato delle opinioni nonostante che
il detto know how sia in possesso di chiunque.
La base di questo premeditato
attacco ai meccanismi del know how non può che essere quello che disse a Mister
Yunus quel professore di economia:” Troppo spesso tendiamo ad applicare a
problemi semplici soluzioni complesse, a mascherare la nostra ignoranza con
spiegazioni complicate destinate a far colpo sulla gente”.
Cercherò quindi di dimostrare che
alla base dell’attacco al know how sulle questioni, oggi sul tappetto c’è
esattamente quel insensato e degenere modo di essere contemporaneo, ma insieme,
cosa che ha fatto il fondatore della Grammer Bank, un altro concetto espresso
da quel capace economista:” Si può far a meno delle formule, l’importante è
cogliere il concetto…un piano concreto possa aiutare a capire e costruire il
futuro” in altre parole…l’uso pieno del know rispetto alle decisioni umane…il
percorso non può che iniziare dall'anatomia della politica e la sofferenza
umana.
Come disse Tommaso Moro:” Non sono
le idee dell’uomo ad essere importanti, quanto la simpatia critica sull'esistente” Tutto ciò quindi che l’attacco al know how cerca di
smantellare. Un’idea autentica deve essere semplice, delineare scenari
percepibili in maniera facile, generare armonie e disattivare antagonismi;
quando non è così…non è una questione accademica…tutt'altro…si ha “Traffico
sviluppato” ovverosia: si è certi che è piena di falsità e quindi sei costretto
ad indagar dove la degenerazione del pensiero umano è intervenuta…qui è la
genesi della politica: “Uso incontrollato delle passioni umane e dominio delle
nevrosi”
Questo fa a pugni con il know how
e il dato che la sofferenza umana è silenziosa in tutti i suoi aspetti e la vita
umana molto delicata: un uomo che non ha di che vivere non tiene un comizio su
un albero parlando di attacco alla democrazia, una famiglia che non è in grado
di arrivar alla fine del mese con le spese, sta in silenzio in casa ed analizza
come risolvere la situazione, il padre
di quel microcosmo di società civile non si mette a parlar di attacco alla
democrazia, in un reparto oncologico, i parenti di un malato stanno in silenzio
e quel silenzio è frutto di scoperte, non si mettono a parlar di attacco alla
democrazia…questo è know how e predisporre piani concreti per il futuro; tutto
ciò che è lontano anni luce dalla politica che ha trasformato la vita sociale e
gli spazi di vita umana in un coacervo di antagonismi e su quel terreno, ogni
giorno, progettualità individuali vengono annientate e la marginalità del
vivere per chi le possiede diventa spesso una costante.
Per partire ecco il terrorismo e
di come, partendo dalle basi del know how, il premio Nobel della pace l’abbia
sconfitto partendo da un fattore su cui la politica e le sociologie di massa
non faranno mai:” L’elemento motivazionale per incanalare le energie umane in
maniera benefica; il terrorismo fa l’opposto e gran parte dell’attività
politica pure”
A pagina 150, l’autore parla
dell’Islam, quello che nessun…esperto di questioni legate al terrorismo non
dirà mai:” In base alla nostra esperienza, riteniamo che l’Islam non sia
intrinsecamente contrario al micro credito, né alla sua opera di progressiva
abolizione di povertà: nella sua dottrina non c’è nulla che proibisca alle
donne di guadagnarsi da vivere o di
migliorare la propria situazione economica….Nel 1994, il consigliere del
dipartimento femminile iraniano, che dipende direttamente dal presidente, mi
fece visita a Dhaka. Quando le chiesi cosa pensasse di Grammen, l’autorevole
signora disse…Non c’è niente nella shariah o nel Corano che contrasti con il
vostro operato. Perché le donne dovrebbero accettare la fame e la povertà?
Essendo i clienti anche proprietari della banca, gli interessi che la banca
riscuote appartengono in realtà a loro stessi”.
Questo è know how e predisporre
piani concreti per il futuro; il terrorismo è la negazione più totale delle
basi su cui si è fondato quel filone spirituale e religioso, quindi, come disse
quel valente economista: “Mascherare la nostra ignoranza con spiegazioni
complicate destinate a far colpo sulla gente” l’antitesi del know how quindi di
cui noi occidentali ne abbiamo fatto grande uso, specialmente negli ultimi
decenni.
Mister Yunus, qui fornisce la
prova palese di come si sconfigge il terrorismo…a pagina 137-138 un bel uso di
know how…Grammen andò in una zona che era sull’orlo della guerra
civile(Tangail) guerriglieri marxisti spargevano terrore nel paese, la legge e
l’ordine non esistevano
“I guerriglieri erano molto
giovani…noi eravamo disposti ad assumerli come impiegati della banca a
condizione che deponessero le armi”
Ecco qui la forza motivazionale
che toglie di mezzo gli antagonismi e la violenza: “Gli stessi giovani che
sognavano di portare la rivoluzione nel paese…adesso percorrevano le strade dei
villaggi per portare ai più poveri la nostra proposta di credito…Noi abbiamo
incanalato le loro energie verso qualcosa di ben più costruttivo del
terrorismo. Cosa significa intraprendere se non utilizzare le proprie risorse
…per dar un impulso alle cose? Perché non dar loro l’occasione di far qualcosa
di costruttivo per la società?”
Qui ecco il motivo di tanti
giovani che hanno preso la strada del terrore: non abbiamo nella maniera più
assoluta incanalato le loro energie positive in qualcosa di costruttivo, all'opposto abbiamo creato compartimenti stagni e irreggimentato la vita
sociale con in più che questi ragazzi avevano ed hanno titoli di studio, spesso
rilevanti; non è stato difficile usar il peggio delle motivazioni umane per
gettar il seme dell’odio nell'animo umano di quei ragazzi, siamo stati complici
di quell'odio, ma il principale, non sviluppar senso critico per crear
benessere e quindi mirato attacco al know how della vita sociale con una marea
di assolutismi fittizi e quel capace economista aveva visto bene con
lungimiranza quello che sta accadendo oggi; ma un mussulmano credente ha fatto
vedere come si sconfigge il terrorismo e si predispongono piani per il futuro.
Non termina qui l’azione mirata di
Mister Yunus rispetto al terrorismo ed a pagina 152 altro fienile di know how:”
Certi grandi strateghi…ritengono che il mondo di domani sarà in balia degli
antagonismi culturali (cristianità contro islam e così via) L’operato di alcuni
regimi estremisti rende ai loro occhi inevitabile una tale previsione
pessimistica…Noi di Grammen vediamo le cose diversamente. Noi concediamo
prestiti…a donne mussulmane, induiste, cristiane, buddiste e tutte le comunità
culturali e religiose sono presenti nel nostro consiglio di amministrazione.
Non c’è ragione di andare verso una guerra culturale o di religione se i poveri
possono, mediante il micro credito e le proprie risorse…evolversi nel senso di
diventare esseri umani indipendenti, attivi, pensanti e creativi. Speriamo che
l’Occidente, campione del capitalismo, trovi il modo di capire e di imparare
ciò che noi abbiamo imparato qui, nel Bangladesh”.
C’è qualcosa di complicato in
tutto ciò? Non percepibile? Oppure abbiamo talmente incerottato la nostra mente
a forza di follie dialettiche che non siamo più capaci di veder nulla e le
nostre orecchie sentono solo più strumenti a percussione?
Per chiudere questa parte legata
al terrorismo, ecco altri frammenti del discorso che tenne Mister Yunus quando
ricevette il premio Nobel per la Pace; dopo sarà la volta di veder cosa un
mussulmano ha fatto in favore delle donne; cosa che nessun occidentale ha mai
fatto e le stesse donne mussulmane dimostrar il loro livello d’indipendenza.
A pagina 276 ecco Mister Yunus
parlare che la povertà è una minaccia per la pace: “Metà della popolazione
mondiale vive con due dollari al giorno, oltre un miliardo vive con meno di un
dollaro al giorno. Questa non è una premessa di pace. Il nuovo millennio sì è
aperto con un grande sogno…ridurre della metà la povertà…Poi ci sono stati l’11
settembre e la guerra in Iraq e d’improvviso il mondo è stato distolto…di tale
sogno…si spostava dalla lotta alla povertà alla guerra al terrorismo…Io credo
che il terrorismo non possa essere sconfitto dall'azione militare…Io sono
convinto che investire risorse per migliorare le condizioni di vita dei poveri
sia una strategia migliore della spesa in armamenti…La pace è minacciata dall'ingiusto ordine economico, sociale e politico, dall'assenza di democrazia,
dal degrado ambientale e dalla violazione dei diritti umani. La povertà è l’assenza di tutti i diritti umani…La creazione di opportunità per i poveri,
che sono poi la maggioranza delle persone, è al centro del lavoro cui noi ci
siamo dedicati negli ultimi trent'anni”
Su quali presupposti si basa oggi
la migrazione di massa verso l’occidente? Su quello che Grammen fa ogni giorno
come nel passato, o sulle mirate denunce di cosa l’occidente ha fatto per
smantellare la decenza umana da ogni dove negli ultimi decenni? Perché
guardiamo solo gli effetti delle nostre bestialità, ma mai le cause delle
nostre follie e meno che mai, imparare dai nostri errori e crimini? Non sarebbe
più facile riprendere in mano tutto il know how andato perduto e riaver una
visione del mondo? Predisponendo piani per il futuro e gettar via i commedianti
dalle nostre esistenze; oppure pensiamo di non esserne capaci perché a scuola
ci hanno insegnato a far le comparse?
Eppure ci sono quelle parole che
sono la formula del progresso: “Menti indipendenti, attive, pensanti e
creative” E’ così strano che io metta in applicazione queste parole e
facendolo…ho avuto la possibilità di disimparare dati falsi sul vivere, così ho
potuto riacquistar fiducia in me stesso? Così poter pure aver una vita economica
come Grammen ha dimostrato a cui sto lavorando così tanto?
Ora però veniamo al ruolo centrale
delle donne nella Grammen Bank.
Perché un mussulmano praticante,
decide che la spina dorsale della Grammer Bank dovrà essere da parte delle
donne piuttosto che in favore dell’uomo? Mister Yunus descrive ciò molto bene
ed a pagina 88 tanti elementi:” Il credito portava cambiamenti più rapidi di
quanto era gestito dagli uomini. Relativamente parlando, la fame e la povertà
riguardano più le donne degli uomini. Se in una famiglia qualcuno deve soffrire
la fame, sarà sicuramente la donna…avendo un’occasione per uscire dalla propria
condizione, la donna sarà quella che lotterà con più forza…Per poco che le si
offra…la donna sarà pertanto ansiosa di costruirsi…una sicurezza economica…per
i suoi figli…la casa…Così ci siamo orientati a concedere prestiti quasi
esclusivamente alle madri di famiglia”
Un modo di essere così in
occidente è mai stato detto, magari anche dalle donne? Non mi risulta…ed è
stato messo in piedi da un mussulmano praticante…ma lo stereotipo dominante
descrive il mussulmano come uno che vuole trascinare il mondo intero indietro
di dieci secoli e con il peggior armamento oscurantista e figuriamoci per le
donne; c’è qualcosa che non comprendo? O forse chi degenera il pensiero umano è
fonte di attrattiva per troppi, media compresi, consenso facile; ma questo
nasconde in maniera, spesso premeditata, chi invece desidera riportar nell'alveo dell’utilità dei concetti, il pensiero umano stesso e questo non è
desiderabile da parte di sin troppi che vedono in ciò un pericolo per il loro
dominio…eppure se solo l’1% delle qualità cerebrali di un fisico, fosse
trasferita nel campo di questa pseudo politica, si vedrebbero subito
benefici….perché siamo così interessati alle scoperte della fisica, mentre non
diamo importanza a chi renderebbe complicato e contorto pure l’attraversamento
sulle strisce pedonali di un pedone; quindi perché chi opera per ingrandir gli
spazi del know how ci interessa e quelli che lo riducono in ogni ambito non ci
facciamo caso? E le follie ideologiche seguono a ruota?
Naturalmente tale processo è stato
pieno di ostacoli in Bangladesh: i congiunti delle donne, i mullah, i notabili
locali, gli usurai, funzionari e uomini di cultura; ma siete proprio certi che
se in questo paese si creassero premesse del genere, questo carrozzone
gelatinoso non avrebbe modo di manifestarsi e forse anche peggio?
Se qui da noi, una credente
dicesse ad un vescovo: lei non conosce il Vangelo, cosa accadrebbe? Ma se una
frase simile è stata invece detta da una donna mussulmana ad un mullah, e
questi, costretto a scusarsi con quelle donne mussulmane, forse pensereste che
mi sono inventato una storiella burlesca; invece è accaduto veramente.
A pagina 148 questo fatto: Un capo
religioso fa in modo che funzionari della Grammer Bank vadano via da un
villaggio…donne che avevano visto come quella banca avesse profondamente mutato
la vita di molte persone, andarono a protestar con il mullah…qualche passo….
Perché ha minacciato il
funzionario di Grammen?
Ditemi donne, volete andar all'inferno….
Il direttore del Grammen è
mussulmano e conosce il Corano meglio di lei….
Mi avete seccato tutte quante….
Noi non ce ne andiamo finché non autorizzerà
Grammen a ritornare.
Oh allora va bene, andate al
diavolo!
I funzionari del Grammen
ritornarono, una domanda: da noi, un qualsiasi cittadino, davanti al solito
notabile, sarebbe capace di dir qualcosa o dovrebbe prima passar una trafila
immane di lacchè prima di parlargli? Quindi mai? Specialmente se gli facesse
appunti di quel genere…dove stanno quindi le menti arretrate? In ogni dove… i
notabili ci sono ovunque…capaci di paralizzare con le loro parole qualsiasi
senso critico dell’esistente…ma le persone amanti del farsi domande continuano
ad essere “I cattivi delle vicende umane” …i buoni…quelli che non scoprono mai
nulla…ho avuto modo di conoscerli…un esempio: “Guarda…io sono avanzato nelle
gerarchie sociali senza mai farmi domande…tu invece…sarai buttato fuori di qui
per averne fatte”
Allora, quasi in chiusura di
questo percorso: come sarebbe il mondo se i concetti avessero come base
costante l’utilità degli stessi e quindi l’uomo come beneficiario assieme all'ambiente? L’elemento motivazionale portato ad eliminar gli antagonismi e
crear spinte emozionali e concrete positive? Se i poveri venissero considerati
spinte progettuali ed indipendenti e toglierli dai circuiti
dell’assistenzialismo, portandoli a produrre attività indipendenti, le banche
non tagliar la speranza a qualsiasi emarginato portatore di volani progettuali,
dandogli come Grammer ha dimostrato, la capacità della rinascita e del credere
in se stesso dell’emarginato stesso? Se un luogo abbandonato fosse riadattato
per costruirci laboratori dove quelli più indietro nelle gerarchie sociali,
avessero i mezzi per uscirne e crear benessere ed andar a sperimentar le loro
nuove potenzialità nella vita sociale; tutto ciò non sarebbe migliore che il
carrozzone dell’assistenzialismo? Sembra così difficile da capire? Oppure
l’osservazione dell’ovvio e quei concetti di quel economista sembrano troppo
semplici ed implicano perciò il farsi troppe domande?
La base del riscatto è così
semplice: Menti indipendenti, attive, pensanti e creative ed è per questo che
chiudo con la forza progettuale dei poveri in Bangladesh.
A pagina 215 quest’ultimo dato con
350.000 prestiti che hanno dato a poveri di aver le loro case di proprietà e
senza sofferenze bancarie a differenza di quelle delle banche tradizionali; ma
ecco cosa accade nel 1989 nella capitale egiziana che dimostra la forza
progettuale dei poveri:” Nel 1989, il programma abitativo di Grammen ha vinto
il premio internazionale Aga Khan per l’architettura….i membri della giuria,
composta da architetti di fama mondiale…volevano sapere chi fosse il tecnico
che l’aveva progettata….Quella casa non era opera di nessun architetto.
L’avevano progettata e costruita con amore i suoi abitanti, così come
progettavano e costruivano giorno per giorno la propria vita”
Non è difficile capire che questa
è la base quotidiana del mio vivere e quello che ha fatto Mister Yunus è
sperimentabile in ogni dove, partendo dal mio universo, predisponendo piani per
il futuro come quel capace economista aveva indicato e se non sarò capito,
intuirò bene di essermi incamminato su quella strada.
Attilio Saletta.
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