martedì 28 luglio 2015

Il dominio dell'irrazionalità del tempo. ovvero Roma, specchio del declino.


                                                  Il dominio dell’irrazionalità del tempo.
                                      Ovvero: Roma, specchio di un paese
                                      Senza dignità e che ha smesso
                                         D’interrogarsi o forse mai.

Non lascia che su questa testa perspicace s’abbatta qualche sciagura e che venga a trovarsi lui, in persona, nei casi difficili della vita e vedrete dove a finire tanto carattere! S’è già bello smarrito, l’uomo incrollabile, e se scoperto fuori un miserevole pistillo, un inconsistente, debole fanciullo, o semplicemente un minchione.
Nikolaj Gogol: Le Anime Morte. 

Non è difficile cogliere questo ridondante “Teatro dell’Assurdo”
Ruberie in ogni dove, ma si fanno leggi per impedir che il pensiero critico abbia modo di descriversi all'uomo, anche se egli ama essere raggirato, in caso contrario non si divertirebbe, così ecco a rischiar la galera è il pensiero critico, non i missionari dello “Spergiuro”
Muta di telecamere ad intervistar un “Migliore della specie” ma nei pressi immondizia straripante, un uomo gettato ai margini del vivere ed un altro passar disgustato, amante del buon gusto, l’etica ma impossibilitato ad usar i diritti umani; per lui non è difficile cogliere uno dei tanti aspetti del “Regno delle tenebre”
Bambini rovistano nella spazzatura, un’auto blu sfreccia a tutta velocità, un ricco benestante si mette a piagnucolare perché non può neanche lordare in santa pace in nome della democrazia, la libertà e la giustizia, trovando ovviamente consenso da chi è incapace di immedesimarsi con la sua vita, solo con i migliori della specie.
Un uomo con un crocifisso tra le mani, bestemmia, guarda in cagnesco i sui simili, la voce roca e cinque cartoni di vino vuote nei pressi; vicino il gran torneo dell’illegalità fatto di fughe e contro fughe in nome del cattivo gusto.
Un uomo passa davanti a monumenti, mausolei, militi ignoti, la sconfitta del pensiero umano e la vittoria dei dati falsi sulla natura umana e l’omicidio in nome delle idee ed i pensieri tossici, ma si guarda bene dal dirlo a questo corteo di esseri cimiteriali tra cui gli Storicisti.
Una giovane madre è stata uccisa dal solito inconsapevole su un’auto, ubriaco, le aziende produttrici fanno affari d’oro, ma due bambini saranno privi della figura della propria madre: danni interiori incalcolabili per tutta la vita; ma non trovano spazio nei meccanismi del senso comune.
Ed allora uso l’umorismo amaro che si fonda sul disgusto, il senso della perdita, lo scetticismo e l’amore per l’impopolarità; testi scritti da me in precedenza.

Guarda caro: qualcuno sta piangendo, non sanno che usiamo le loro lacrime per non cambiar nulla e quindi usiamo le loro sofferenze per ingigantire il nostro potere; quelle lacrime non sono nostre, ma c’è né appropriamo.

Per noi lo spirito umano ci serve per operazioni contabili e mercantili, la nostra devozione e il nostro candore è per il raggiro, l’uomo semplice può permettersi il pentimento; a noi non c’è permesso, la nostra misera esistenza è disseminata di disconoscimenti.

Viviamo nella penosa condizione di offuscare l’orizzonte all'uomo, questo ci costa tanto lavoro e mai il popolo ci rende onore per questa faticosa attività che svolgiamo ogni dì, il reale bussa alle nostre anime in ogni momento ed è una continua sevizia a nostro danno ed a quella del popolo; ci affidiamo alle speranze messianiche e l’irrazionalità del tempo, l’uomo è fortunato, può vivere nelle virtù, noi siamo condannati ad una vita di privazioni con l’ambizione che bussa ai nostri devastati cuori.

Nulla di speciale, mio amico: possiedo un cervello e cerco di farlo funzionare, forse sarebbe il caso che secoli da paria delle classi oppresse, smettano d’agire; l’anima popolare non va ricercata nelle istituzioni ufficiali, preferisco stare ai margini della società di cui vorrei farne parte, piuttosto che aderire al dispotismo mascherato da panacea che risolve ogni angustia umana attraverso un agir statico e malato.
Credi che abbia senso vedere qui: nel Castello, persone che parlano di povertà, ingozzandosi di nonsense; chi invece queste condizioni le vive, si domanda a quale abbaglio aderire, vivere di stenti, ma chi ci vive, in piccolo, cerca di ghettizzare la sua anima, Io ho scelto la strada di usare gli occhi per vedere e non offuscarmi gli orizzonti da solo.

Dovevamo forse dir al popolo la verità? Vale a dire che c’è moltissimo denaro, ma qualcuno deve pur rendere interessante la vita societaria! L’uomo s’annoierebbe se non ci fosse chi rapina in nome della democrazia! Il popolo deve rendersi conto che la società non esiste; anche se otteniamo i frutti della società, negando che esista, ma ottenendo benessere da una cosa che diciamo che non esiste.
Viva i paria! Viva gli oppressi! Lunga vita ai pensieri contorti!

Vedi mia cara icona: l’uomo ha sempre lottato per non essere libero, certa gente poi ha pure cercato di far aprire gli occhi all'uomo, resuscitato morti anche se erano vivi, ma tali individui sono forse stati annientati dalle gerarchie dominanti, dagli Scribi, dai Farisei? No! Dal popolo terrorizzato dall'essere libero! Che amò come ora genuflettersi e prostituirsi ai Senza Cervello Io non faccio che seguire l’istinto del popolo!

Mi chiamo Queret.
Piacere: il mio nome è Nobit.
Ho qualche domanda da farle con riferimento alle folle.
Sarebbe?
Cosa sta facendo il popolo?
Cerca di vendersi al miglior Orco presente.
Adesso perché il popolo ha cambiato direzione?
Non ha trovato nessun Orco a cui vendersi.
Perché qualcuno appare così triste?
Non hanno sentito nessuno far affermazioni storiche; temono di non far parte della Storia e quindi di rimanere vivi.
Guardi: qualcuno è felice!
Forse perché il destino dell’uomo non è passare da un abbaglio all’altro, hanno compreso che possono far di meglio.
Guardi là: qualcuno ha gettato nei rifiuti immagini di feticci! Ma adesso che accadrà senza abbagli?
Qualcuno potrebbe aver la possibilità di farne a meno.
Vuole dire che non è molto indicato avere come guida uno che esce di casa con l’auto con i freni rotti…
Sì: sbatte contro un albero…
Già: prende a calci l’albero che non è un abbaglio.

La mia vita andava benissimo prima: facevo il pessimista e tutto andava bene in sintonia con le frasi quiete dei governanti, parlavano che le tasse si sarebbero ridotte e pensavo che sarebbero aumentate ed, infatti, aumentavano, che ci sarebbe stato più lavoro e pensai che avrei avuto difficoltà a mantener il mio ed, infatti, fui licenziato per carenza di lavoro, dissero che avrebbero ridotto le disparità sociali e pensai che sarebbero aumentate ed infatti aumentarono, che sarebbero stati ridotti gli sprechi e pensai che sarebbero aumenti ed infatti aumentarono, tolti enti inutili e pensai che le menti inutili sarebbero cresciute ed infatti salirono, che avrebbero ridotto la burocrazia e pensai che la gelatina sarebbe diventata più densa ed infatti fu così.
Poi la tragedia: ebbi una crisi d’ottimismo, pensai che potevo far di meglio che passar da un abbaglio all'altro, addirittura che potevo evitare di non capire cosa potevo capire, una terribile crisi di rigetto dagli inventori d’inchini e chiacchieroni e feci la follia di non amar più d’essere considerato un numero.

Questa spaventosa crisi d’ottimismo mi fece prendere un aereo ed una volta arrivato, fu la tragedia: mi dissero che potevo diventare una risorsa e non un numero, preso dallo sconforto alla fine del mese ebbi denaro per potermi permettere una bella casa ed ora mi vedete qui, triste, sfiduciato, ottimista, angosciato dalla prospettiva di essere in vacanza pagato dalla mia azienda e mandar denaro ai miei parenti e a sera quando il mio sconforto raggiunge il massimo giocar a freccette con le facce di qualche governante; la mia vita è diventata un incubo di realizzazioni.

La fibra morale ed etica di questo paese, semplicemente non esiste più, le qualità umane tolte di mezzo ed allora ecco il dominio del Teatro dell’Assurdo.

Dietro le quinte, omicidi, all'aperto le carneficine e i discorsi pomposi davanti alla Statua della Libertà che scappa via per lasciar il posto alla Morte che scappa via e giunge l’Ipocrisia.
Da un’opera di Voltaire.

                                                     Attilio Saletta.

                                          

                                                                      























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