venerdì 4 dicembre 2015

La delicatezza del vivere e gli spazi.




           “Comparazioni empiriche”
    Sembra oggi che vi sia un obiettivo centrale in questa falsa modernità:” Disconoscere che il vivere ha regole estremamente delicate, sostituendolo con il dato falso della la sozzeria più artificiosa ed a tutti i livelli ed assieme a ciò; secondo scopo principale, un’occupazione degli spazi, che più farneticante non potrebbe essere”

Tutto ciò mi appare sempre più chiaro da quando convivo con diverse patologie cardiache che mi dimostrano come la vita sia un insieme di delicatezze e fragilità, che possono rovinarsi, e crear disagi, specie se una persona ha delle sensibilità spiccate, usando la guerra ed il terrorismo psicologico e sapendo gli effetti che ciò crea a persone, a cui le privazioni materiali quasi non creano effetti; l’attacco alle qualità interiori, assolutamente sì, ed in questi attacchi c’è la dimostrazione del terrore contro persone capaci di pacificar la mente, in un mondo che fa di ciò, il principale nemico.
Esempio numero uno:
Vi è un dipinto che ritrae due generali, sopra due colline che s’osservano…ma le colline sono fatte con scheletri umani da dove possono osservarsi.
Considerazione numero uno:
Che cosa rimarrà più impressa nelle mente umana: i due generali o gli scheletri umani? Nelle cronache belliche, chi trova più spazio? Nei tomi dell’assolutismo, chi è posto in primo piano? Nella formazione dell’individuo, a quale precetto ci si indirizza nell'istruzione ufficiale?
Considerazione numero due:
In quel dipinto si evidenza, non l’antagonismo tra i due generali, l’opposto, una stima reciproca dettata per l’uguale desiderio dell’antagonismo e sotto i loro piedi, la materializzazione criminosa del loro uguale interesse; il vero antagonismo è la strada di evitar le artificiose drammatizzazioni del pensiero umano di cui i facoltosi sanno bene i danni ed è per questo che operano in favore di ciò che dovrebbero combattere.
Considerazione numero tre:
Qui entra in gioco l’occupazione degli spazi, laddove l’antagonismo, non solo è criminoso, occupa tutti gli spazi, prende il possesso del pensiero comune, toglie di mezzo, qualsiasi ricerca oggettiva sul valore dell’uomo, annienta progettualità individuali, pensieri semplici, di fatto, in quel dipinto, non c’è alcun interesse nell'indagar su quelle persone uccise dall'amore becero per l’antagonismo, ma l’artista, dipinse quel quadro, affinché ci si domandasse sulle vittime e come evitar che accadessero in seguito…c’è qualche spazio, oggi, per questo semplice precetto? Se poi non esiste, non è forse un metodo per incentivar l’antagonismo, i reggimenti e la depravazione del pensiero umano che agisce ben prima dell’omicidio, generato dai fumi autocratici più dissennati.
Esempio numero due:
Le parole più usate, divenute un immondo scempio, lontano anni luce dal loro originale uso come Libertà- Giustizia- Democrazia, che sono divenute degli informi involucri come in certi film noir; ma l’origine partiva dalla delicatezza delle esigenze umane e l’uso degli spazi razionali.
Considerazione numero uno.
Ottieni più vita sociale se vedi nella libertà, quella libera dagli artifici del pensiero umano e quindi, non hai alcun interesse a citarla perché vive dentro di te, nei tuoi precetti e quindi nella delicatezza del vivere, un limitato uso degli spazi, ma che sbarra la strada agli antagonismi; oppure un valore collettivo, che bisogna citarlo di continuo, per fagocitar gli antagonismi, le fobie ideologiche, occupando tutti gli spazi del vivere di chiunque, a partir dal possesso del pensiero umano, giacché senza di ciò, la distorsione totale della peggior sfrattata del vivere non potrebbe agire…quindi…chi ha più spazio?
Considerazione numero due:
Se prevalesse in concetto vero di quelle parole, la vita sociale ritornerebbe ad essere rispettosa dei valori delicati e fragili che legano ogni singolo individuo, gli antagonismi sarebbero impediti dall'insorgere assieme alle fobie, dal pensiero umano stesso e l’occupazione degli spazi di ciascuno, sarebbero molto minori ma più grandi, perché sarebbe l’uomo ad allargar gli spazi del suo pensiero.
Considerazione numero tre:
Da dove sgorga meglio il pensiero umano e più concreto…” Il genio è la massima forma del senso pratico”
Da luoghi imperiosi con file di lacchè a perdita d’occhio, oppure in bugigattoli? Come mai che le scoperte umane sono sorte da luoghi umili e semplici e mai dalla pomposità sociale e le cortigianerie? Forse perché in luoghi minuti, il pensiero umano s’arma di praticità sulla necessità del vivere che fa diventar quel luogo come una reggia; in quegli altri posti avviene che il pensiero umano è talmente deprezzato, da far diventar quella reggia, uno sgabuzzino.
Esempio numero tre:
Esci di casa a piedi e ti accade: cerchi di passar sulle strisce pedonali e qualcuno t’insulta per volerlo fare, un tuo simile che è già ben disposto con l’antagonismo parla come se avesse appena ingoiato un pezzo di carta vetro, poi però una donna ti sorride con un viso solare; ovviamente sei portato a dar importanza all'ultimo frammento, ma quando sei con i tuoi simili, sono solo gli altri due frammenti ad essere importanti, figuriamoci se accendi il “Facocero telematico”
Considerazione numero uno:
Se ponessi l’accenno al terzo frammento con i tuoi simili, raccontando della delicatezza del vivere…avresti comuni argomenti di discussione, oppure invaso da parole, peggio che il Generale Custer a Little Be Horn? Magari riceveresti cospicue dosi di “I don’t like” e festeggiar l’avvenimento con quella donna che ti aveva sorriso, così che potrete condividere la comune frequentazione quotidiana di ricever “I dont’like” e spegnere allegramente il “Facocero telematico” ed assieme occupar spazi limitati, mentre gli altri moltissimi, perché le masse mentali solidificate hanno bisogno di spazi per arenar la mente umana; per pochi altri, ogni secondo è una scoperta, all'aria aperta, non al chiuso, dentro le opinioni.
Conclusione finale:
Se un agricoltore avesse nel suo agir, la solarità dei suoi pensieri, i suoi prodotti sarebbero più sani di uno che coltiverebbe la terra, solo per far denaro, il più veloce che può, occupando gli stessi spazi della salute umana del suo prossimo? Oggi: qual è l’atteggiamento prevalente? Forse che chi mai ha immaginato di non esser nato per far la comparsa, ha agito in conformità a ciò, quindi è un bieco individualista che oltretutto non pesta i piedi a nessuno e mai che metta il broncio alla vita come quelli che hanno tutto, meno il senso della misura.



                                    Attilio Saletta.




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