Una Società troppo auto
referenziale e
Monologhista.
Lo scorso venerdì ho partecipato assieme ad altri all'apertura della “Porta Santa della Carità” aperta dal Santo Padre ed io far
qualcosa al riguardo, ma neanche per un nano secondo, tutto ciò mi ha portato
ad aver chissà quale impeto di stima nei miei confronti per la vicinanza con
Papa Francesco; solo seguir la traccia della cristianità con tutte le mie
cospicue limitazioni.
Un tema ha affrontato il Pontefice: “Gli Scartati” un dato
di fatto sempre più evidente nell'epoca della comunicazione che vede nell'attacco agli spazi di vita percettiva dell’uomo il principale obbiettivo come del resto per la mente e lo spirito umano ed allora gli scartati diventano
un elemento assiomatico di questa supposta epoca moderna.
Da tempo sono diventato
allergico ad osservar i fatti del vivere attraverso l’esteriorità degli stessi;
invece andando nella profondità del pensiero umano e di come negli ultimi
decenni, si sia innescato un processo di decadimento del percepir l’esistente, alla
guida della macchina sociale le persone peggiori e quelli antagonisti della
stessa guisa.
Uscendo mi sono fatto domande mentre il concentrato
mediatico andava in cerca di persone da intervistar ed io osservar uno
spettacolo che mi ha fatto riflettere sulla natura della diffusione delle
notizie e se ci fosse in quei frammenti, tracce proprio dello scartar la
percezione della sofferenza, forse anche in chi la viveva e la vive sulla sua
pelle.
Mi è parso subito evidente
che dovevo ricercarne l’essenza nel passato, nella conoscenza di epoche
distanti dalla nostra per veder gli indicatori di una società che si fonda sull'esclusione sociale di soggettività percettive e l’immissione di qualcosa
di nocivo a cui nessuno par farci caso; neanche chi vive in prima persona
l’emarginazione.
Dopo
qualche giorno mi sono imbattuto in quei frammenti di saggezza nelle opere e
nelle azioni di uomini dalla cristianità, spesso fuori dal coro, ma essenziali
per la stessa evoluzione del sentirsi cristiano.
Le
figure dalla grande caratura come furono Pico della Mirandola, Erasmo da
Rotterdam e Tommaso Moro; lì ho potuto vederne, non solo l’attualità, qualcosa di
più, il declinare di questo mondo che passa per essere moderno.
Un tratto comune legar le opere di queste tre personalità: un’attività
per il ritorno alle fonti della cristianità, fuori dall'allontanamento e del sentirsi parte della fonte del percepirsi cristiano, non solo a parole, ma nel
concreto del vivere.
Qui ho trovato come Papa Francesco operi su questa base e
come la sua caratura morale trovi punti di ostruzione del senso comune del
sentirsi con tali paradigmi dell’oggi per una società che è diventata un
concerto di monologhi a cui nessuno deve inserirsi, non importa a quali
gerarchie sociali si appartenga e quindi il tarlo auto referenziale degli
stessi dialoghi tra le persone a cui pochi sfuggono.
Pico della Mirandola affermar quella sua ricerca incessante
ed impopolare di una visione armoniosa di tutte le realtà create, la posizione
vera dell’uomo nel mondo ed il genio umano.
Qui l’oggi dove tutto ciò è lontano anni luce dalle
decisioni umane e non è un caso che il Pontefice abbia inserito nel suo agir,
il tema del creato, ma spero, fuori dai compromessi umani sulla natura che sono
le cose più deleterie per gli spazi armoniosi del vivere in questo mondo dove
la disarmonia è un dato assiomatico del vivere.
Erasmo da Rotterdam
affermar che agli occhi del mondo, la saggezza di Dio equivale a pazzia; mai
concetto passa per vero oggi davanti alla più truce e psicotica violenza
politica, anche di tipo psicologico che non è meno devastante di quella con le
armi e l’omicidio in nome delle idee e quindi ecco che la saggezza diventa
sinonimo di fanatismo agli occhi del senso comune che vede nella aleatorietà
dei concetti, una fonte di salvezza da se stessi e quello che accade, poi porta
alla diffusione degli scartati, specie quelli che non desiderano essere delle
comparse del vivere.
Ma lo stesso pensatore
dinamico dir che la vera curiosità non è far gli spettatori della vita; bensì
una ricerca instancabile della natura umana che non conosce esclusioni, quindi
la generosità umana è in Dio stesso, perciò una riflessione, per nulla neutra, sull'umanità stessa.
Tutto quello che non
c’è oggi, dove le esclusioni sono sempre più numerose, magari per esigenze di
cassa degli Stati, o i tanti che si sostituiscono a Dio e la generosità umana
inesistente nel loro agire, o quelli che ne parlano, ma operano per incentivar
i loro possedimenti, principalmente non fonti economiche; la mente umana per
irretirla al farsi domande, senza questo passaggio, nessuno appropriazione
indebita economica potrebbe manifestarsi.
Poi ecco Tommaso Moro con quella sua verve di cristianità
che pagò con la vita la sua propensione giocosa e seria questa sua attività.
Non sono le idee umane ad essere importanti, ma una
simpatia critica sul quotidiano; tutto ciò che è così distante oggi con l’irreggimentar
la conoscenza stessa e questo vestito stretto, impedisce quella curiosità
critica essenziale per farsi domande e trovar le incoerenze, specie attraverso
il gran concerto del servilismo che il pensatore inglese e poi uomo di Stato
aveva già indicato.
Quello che spalanca le porte non allo sviluppar gli
scartati, peggio, è lo stesso pensiero umano naturale ad esserlo, giungendo ben
prima che sia l’uomo e i suoi spazi di vita ad esserlo; ecco un ritorno alle
fonti della cristianità e dello stesso genere umano per ridar quel desiderio di
curiosità critica che nel passato era molto più elevata di oggi dove abbiamo
tutto
Qui mi pare che la caratura morale del Santo Padre, intenda
recuperar le fonti del sentirsi cristiano, nonostante che la saggezza passi
oggi per fanatismo.
Il lavoro di questo inglese procede nell'alveo della
perdita di umanità dell’agir umano e come quindi si crea nel concreto la
tirannide; oggi molto forte e popolare, una formula terribilmente semplice:
doppiezza-istinto di sopraffazione- pura incoscienza-la fede dei privilegiati e
quindi uso cieco e psicotico del potere che davanti alle difficoltà non ha che
altri strumenti che l’autoritarismo e la visione autocrate dei meccanismi
sociali; quindi un monologar all'infinito o un teatrino degenere senza alcun interesse per il particolare, proprio per la totale mancanza di curiosità
critica sui fattori del vivere.
La sua azione prosegue nella sua attualità dell’oggi: il
mondo deve essere accessibile a tutti, quindi ecco un altro ritorno alle fonti
del cristianesimo; oggi tale parametro, è mai stato indicato sul volano
dell’accessibilità del vivere da parte dell’uomo, oppure in economia, serve che
questa accessibilità debba diminuir per crear sviluppo economico? La stessa
conoscenza è accessibile a ciascuno; oppure nascosta dall'irreggimentazione della stessa?
Il Santo Padre, mi pare agisca anche su questo terreno e
quindi un ritorno alle fonti del cristianesimo e di Dio quindi.
Tommaso Moro prosegue nei meccanismi della persuasione,
della politica che usa tali mezzi per far crollar la curiosità critica del
vivere da parte dell’uomo e quindi, la necessità del servilismo.
Il corteo dei megalomani ed avventurieri; entrambi non
vedono dentro se stessi ed ecco che se dai valore alla tua coscienza, la
capacità di ricercar la verità ed il rispetto di te stesso come vera libertà
che poi porta ad essere liberato dal male insito nei fatti; tutto ciò per il
senso comune è fanatismo e le sociologie di massa, della badanti a presa rapida
per la tua mente ed il tuo spirito come inchiostri simpatici da utilizzar
subito.
Ecco quindi al ritorno
alle fonti del cristianesimo che questi tre personaggi ricercarono e come Papa
Francesco, per la sua caratura morale, ogni dì non manca mai di cercar di far
percepir all'uomo, dandogli quella curiosità critica, su un mondo che deve
essere accessibile a tutti, la posizione del creato e dell’uomo in questo mondo
e la posizione armonica di tutte le realtà create da Dio e che l’uomo deve
riprendere a salvaguardar, ma non attraverso monologhi; nelle azioni concrete
del vivere senza aver bisogno del consenso degli altri; in quello del compito
che Dio gli ha dato: la generosità umana che non conosce esclusioni.
Possibilmente senza
quel serpente infernale della “Felicità Programmata” magari perché hai un
microfono davanti e rispondi a qualche domanda e ti sembra di aver il mondo in mano;
la felicità è ricerca, quella curiosità critica che ti impedisce di negarti a
te stesso.
Certo esiste da sempre
quel dualismo: Utopia Vs Potere, quanti libri sono stati scritti su questo
dilemma, ma una soluzione semplice esiste.
“Nel silenzio della ricerca, nel non dar importanza agli
ostacoli a parte quelli che crei a te stesso; bensì alle tue potenzialità, a
cosa scopri ed alla tua santabarbara di domande sempre maggiori e nessuna
rinchiusa nel baule delle opinioni”
Esattamente un anni fa e proprio mentre scrivo, ero in una sala emodinamica dell'ospedale di Perugia per l'impianto del pacemaker; è stato un anno denso di mutamenti e posso dire che la mia patologia cardiaca mi abbia dato un senso vero del vivere.
Buon Natale e Namastè a tutti; anche a quelli che fanno il broncio alla vita e sono molto popolari ed accusano chi ricerca il meglio della vita di essere un fanatico.
Esattamente un anni fa e proprio mentre scrivo, ero in una sala emodinamica dell'ospedale di Perugia per l'impianto del pacemaker; è stato un anno denso di mutamenti e posso dire che la mia patologia cardiaca mi abbia dato un senso vero del vivere.
Buon Natale e Namastè a tutti; anche a quelli che fanno il broncio alla vita e sono molto popolari ed accusano chi ricerca il meglio della vita di essere un fanatico.
Attilio Saletta.
Nessun commento:
Posta un commento