Il non plus ultra contemporaneo:
Le opinioni.
In questo dominante “Medioevo Tecnologico” che demotiva
l’uomo a pensar, o forse meglio, lo spirito umano è un’inutile accessorio,
magari da usar solo nel periodo natalizio condito da belle dosi di doppiezza ed
amnesie dopo un bel brindisi augurale; augurandosi che l’egoismo non possa
trovar l’antidoto, proprio nelle vita spirituale e la mente umana, forse è il
caso di riflettere come la società demotivi l’uomo a pensar e la brutalità e
gli estremismi, frutto di ciò.
Qual è la cosa più facile per ottener consenso? Sollevar
polveroni e nebbie mentali per impedir all'uomo di osservar la scena con tutti
gli attori presenti, usar le nevrosi e le drammatizzazioni del pensiero umano,
la vita consapevole, un nemico; preso in questo caos di opinioni, di spasmi
dell’ego, allarmi non previsti, riduzioni rilevanti di spazi d’indipendenza
dell’unico essere vivente dotato di senso critico, l’uomo si sente perduto.
Consegna la propria essenza al catafalco delle opinioni
come quei bambini a spaccar pietre dentro le caverne del “Tempio maledetto” in
una società creata apposta per demotivar la mente umana ad agir per crear
benessere; agendo per provocar insania in ogni dove, inserendo concetti che
dovrebbero andar bene per tutti come la globalizzazione, la pratica degli OGM,
l’ideologismo senza controllo, discorsi forcaioli sull'essenza umana; così
l’uomo, terrorizzato da questo clima tossico ed insano, depone le sue armi di
domande che avrebbe da porre, pensando di non poter guadagnarci la vita con
l’osservazione di quello che vede ed avviene un crollo d’indipendenza della
società stessa.
In questo sistema malato, con difese oramai allo sbando, i
germi peggiori possono trovar facilmente presa ed incidere; ovviamente prima
non sarebbe stato possibile quando l’uomo aveva più possibilità di incidere sul
volano della sua indipendenza.
Che accade materialmente: un uomo si trova in difficoltà in
questo insano bailamme caotico, ha certe predisposizioni mentali indipendenti,
ma abbandona la lotta, rinchiude dentro un baule il meglio di sé perché non
trova rispondenze alla sua carica progettuale e finisce per diventar censore di
se stesso per poter vivere e finisce anche lui nelle caverne del “Tempio
Maledetto” dove le opinioni dettano legge e l’utilità dei concetti come
principali nemici.
Quei bauli diventano sempre più grandi e testimoniano una
società che demotiva l’uomo a pensar, peggio, ad aver quel coraggio cerebrale
necessario per far fronte alla vita, ma essendo rinchiusi dentro bauli, non
possono essere utilizzabili; ma in quei bauli risiedono le risposte per l’oggi
perché sono la testimonianza del meglio di sé di ciascuno, quello che questa
malata società non desidera che venga messa in circolo e crear benessere.
I parametri malsani sono la pomposità sociale, la retorica,
l’aumento disgustoso di parole dette, la ragione che più fuori controllo non
potrebbe essere; tutto ciò che questo mondo non dovrebbe avere, neanche per un
nano secondo ed il meglio, dentro di ciascuno di noi, ma temiamo di farlo agire
per quella zavorra sopra di noi chiamate opinioni.
Siamo come un esercito che ha ogni mezzo per far fronte ad
ogni attacco, ma teniamo l’artiglieria migliore rinchiusa in un magazzino
inaccessibile; il nemico si trova la strada spianata davanti ed è la immagine
fotostatica di questo “Medioevo Tecnologico”
Io non ho deposto il meglio di me in un baule, chiuso a
tripla mandata, temendo le opinioni e quel tarlo devastante che incomincia ad
essere cancerogeno, patologia rovinosa dell’essenza umana chiamata” Piacer agli
altri”
Preferisco continuar ad essere un clandestino della
conoscenza, entrar in questo ridondante polverone contemporaneo e trovar tutto
ciò che mi impedisce di vivere, una vita economica degna di questo nome; una
battaglia che mi sta costando anche problemi cardiaci per la natura interiore
della mia sfida ed essere se stessi è la più grande delle lotte, ma silenziose,
che un uomo possa mettere in atto, davanti ad una società contemporanea che fa
di ciò, quello da abbattere prima degli altri; il meglio di ciascuno quindi, così
il peggio non avrà ostacoli e le cronache sanguinolente d’oggi sono la
conseguenza dei troppi artificiosi “Non plus ultra” che questa società ha
inserito, non importa a quale latitudini si riferisce.
Passerò questo periodo dell’avvento in silenzio, fuori
dalle luminarie; cercherò l’essenza negli occhi degli ultimi, ma in possesso di
grande dignità e decoro, in chi soffre in silenzio e vedendolo sembra che stia
bene; con se stesso sicuramente.
Ma con una speranza: che lo spirito di contraddizione entri
nei cuori di tante persone, che costituì quel microcosmo di speranza attorno ad
una capanna umile, e dentro, un bambinetto appena nato e due genitori scacciati
da ogni luogo, principalmente dalla vita interiore di ciascuno.
Quello spirito di contraddizione costituisce il vero
spirito di queste settimane e se attorno ad un albero natalizio, i doni saranno
costituiti da questo spirito e bauli riaperti…il peggio della natura umana
potrebbe essere scacciato.
Io non chiedo nulla; forse è già di per sé un gran dono.
Attilio Saletta.
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