mercoledì 17 ottobre 2018

Una giornata tra arte, sperimentazione e scoperte.



Domenica 14 Ottobre ho passato diverse ore all'interno della “Mostra Multimediale” costruita da mani estetiche legate alle opere degli “Impressionisti francesi e Vincent Van Gogh”




Non è stata una visita, ma un percorso di amore verso la vita e la sensibilità umana.
Ogni istante, denso di scoperte ed emozioni pure, senza calcoli o costruzioni di pensieri in uno stato di leggerezza che oramai è la mia colonna sonora del vivere, ma il tutto accompagnato dalle sinfonie di Ravel e molti altri.

Le opere degli impressionisti, con le loro opere, penetrarti dentro con il tappeto delle opere muoversi in ogni dove: sulle pareti, nei pavimenti, in tante zone murarie in un caleidoscopio di portento artistico, per fortuna, indescrivibile e i presenti affascinati, sdraiandosi con i volti e gli occhi desiderosi del percepire.
Quando poi Van Gogh è entrato in scena, per me è stato fonte di emozione pura.


Tanti elementi mi hanno fatto intuire moltitudini di scoperte mentre andava in scena l’arte in una delle sue massime espressioni artistiche che solo i dipinti e le arti visive posseggono per me queste capacità espressive e di why continui e concreti.

Cosa fu “L’impressionismo” se non, in un mondo in cui il germe del materialismo tecnocrate stava iniziando a creare i primi danni alla natura umana e l’ambiente, ebbene, questi artisti decisero di suscitar emozioni attraverso i colori, le armonie del vivere, i volti con una densità profonda e il gioco della sensibilità farsi strada in tante situazioni sempre presenti: dalle feste del ballo dove le gerarchie sociali annullate, trasportate dalla Bella Époque, ragazze e bambine iniziare la strada del ballo, non ancora ammaliate al desiderio di diventare delle stelle di prima grandezza in scuole dove gli arti inferiori trascinati dalla sensibilità, muoversi dalle armonie delle musiche e l’artista descrivere lo scenario senza tralasciar alcun aspetto.
A seguire, la natura con le sue tante sfumature colorate e densità mai uguali, poi le feste all'interno di ambienti naturalistici dove ogni aspetto, l’artista l’aveva individuato in una vera comunicazione di sensazioni, tra i volti, il ballo, la vita sociale messa in relazione con la natura.
I volti dei personaggi, presi in piccoli frammenti di vita di ogni giorno con visi dove la percezione della sensibilità umana percepibile e coinvolgente dalla mano sapiente dell’artista: un volto sorridente di una donna, di un uomo dai folti baffi, una ragazza pensierosa, quello di un militare, una giovane ragazza alle prime prove con una pianola assieme ad una donna desiderosa che lei sappia carpir le magie di quello strumento.


I corpi nudi di donne in ambienti naturali, con tutto, tranne il cattivo gusto e l’artista con un profondo rispetto di ogni aspetto.
Le opere della “Natura Morta” dove lo spazio per la semplicità, le cose di tutti i giorni, l’artista la descrisse come cosa ben viva e piena di sensibilità attraverso i colori e le sfumature.

I dipinti degli uomini in luoghi di ritrovo a giocar a carte con i loro volti intensi e la forza espressiva dell’artista descriverli.

Il frastuono dell’arte esplodere in uno scenario artistico di legame con la natura, con il festival dei colori manifestarsi come interpretazione autentica di cosa l’artista aveva visto con il tappeto musicale del “Bolero di Ravel” a darne il giusto impatto.

Le opere atte a descrivere il mare e le barche a vela solcarle in un tumulto di sensazioni.


Van Gogh, intervenire con il suo genio trasportar emozioni: i campi di grano, il mare, le ambientazioni semplici delle abitazioni, i volti dei personaggi ed i suoi tanti autoritratti.

Un tratto comune: gli impressionisti descrissero ciò che vedevano ed in luoghi di loro frequentazione come quel dipinto in quella via innevata piena di vita sociale.


Il legame con l’oggi mi è apparso evidente. Cammini per le vie e di persone solari ne individui ben poche, troppe dominate dai loro pensieri, i loro mondi dove gli altri, pare non esistano con il mano infernali strumenti per determinarlo al punto, che se sorridi per tua indole, il grugno di qualcuno diventa ancor più esteso.

Un imbruttimento dell’animo umano sempre più insano con i circuiti mentali spediti da uno sciame di persone negative a cui sembra non possa far a meno di esserne dominate

Individui che nel corso della giornata non fanno che citar nomi di persone sempre sulle prime pagine dei giornali in maniera psicotica al punto di non essere più capaci di immedesimarsi con le loro vite, in possesso del disco rotto dei grandi uomini, una tragicomica opera teatrale che dura senza mai cessare, dall'epoca di Aristofane sino ai nostri giorni.

Le devastazioni dell’esibizionismo senza ostacoli ed il cattivo gusto pure, lo sfarinamento della vita sociale, una melma densa dove non c’è più spazio per il decoro e gli ambienti di vita autentica, sulla via della cancellazione e le feste dove serve dimostrare qualche vanteria sugli altri ed il germe di sentirsi migliori degli altri diventare una metastasi sociale.

Contro qualsiasi cosa, a favore di nulla.

In tutta questa disarmonia esiste una chiave precisa, Cèzanne la individuò: la consapevolezza porta all'umiltà, altri dire che se un’opera d’arte non suscita emozioni, non può esserla, chi crea, può anche essere triste, ma dentro c’è una sinfonia armonica e sensibilità che costruisce la dignità artistica e umana anche per chi non ha mai preso una tavolozza tra le mani, o altre forme artistiche.


Una domanda mi sono posto, quasi alla fine del percorso, percependo la densità dei volti e della natura:

Se oggi, dinanzi alle tante brutture dell’uomo e tutti gli effetti che il dominio delle persone negative creano, gli impressionisti del diciannovesimo secolo, cosa oggi potrebbero creare?”

“Il loro agire sul suscitare emozioni autentiche continua ad esistere nelle persone che stanno distanti dal caos degli inganni della mente

“E’ agevole sperimentare le negatività del pensiero umano, l’aspetto più facile da mettere in azione, sino al punto di inciampare su un gradino di una scala e parlare solo di questo lungo tutto il giorno ed allora la guerra dei trentanni sembrerà fare un picnic in un parco”

“La mancanza del senso del ridicolo delle persone negative è quella che ha dato da sempre fonti d’ispirazione per ogni genere di creazione artistica”

“Sperimentare la leggerezza del vivere è un lavoro arduo, ma vale la pena, ed alle persone negative, in cerca continua di notizie brutali, senza ricerca quelle belle, dentro se stessi, consiglio di andar a viverle negli ambienti, descritti dagli artisti dell’impressionismo.

Potrebbero disfarsi di diverse trame perverse. Parlar molto, ma vuoti dentro, sorrisi finti che sono la manifestazione dell’ostilità nascosta, principalmente verso se stessi.

Qualcosa di più incisivo da inserire: l’uomo oggi sembra pieno di zavorre dettate dalla pesantezza del pensiero umano, se si potesse pesare il tutto, sarebbe quantificabile in quintali di masse mentali per chi agisce sull'inazione, qui sta la chiave del lavoro degli impressionisti del diciannovesimo secolo e che spero abbia chi continua il percorso.



Avevano già intuito cosa stava accadendo all'uomo, la natura e la vita sociale, zavorre dettate dagli inganni che stavano introducendosi in maniera scientifica con l’uomo massa.

Descrissero invece l’uomo nelle sue varie azioni di ogni giorno e i colori della natura, non masse incolori in un assieme di burattinai e burattini, non mostrarono l’uomo che si crede migliore dei sui simili, ma l’intensità dei volti, delle movenze e di quelle della natura.

Un’idea non nasce con una mannaia in mano, pronta ad uccidere il primo che passa, il gioco dramma da secoli sta invece nel pensare che un’idea che non provoca omicidi non è degna di essere considerata tale. Basta vedere cosa fanno gli storicisti da secoli per carpir questo secolare gioco dramma.

Gli impressionisti avevano trovato l’antidoto contro le brutture dell’uomo, chissà che qualcuno non si metta a sperimentare quel benefico ricostituente che è l’arte che fa sorgere why e liberarsi di zavorre.



Attilio Saletta.











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