giovedì 25 ottobre 2018

Prigionieri della routine?


Viviamo in un tempo degenerato dove il carcere più assoluto è la routine.

Cerchiamo solo notizie negative, ma se non le troviamo, la vita ci appare irreale.


Crediamo che la vita sociale sia passar il tempo su internet, dove il peggio del peggio dimostra le sue capacità, indipendentemente da quale reggimento provenga questa fittizia vita sociale.
Peggio ancora, diventare incapaci di immedesimarsi con le nostre vite reali. 
L'unica cosa che conta sono il coro stonato della " Ciarlatan Band" del momento dove esistono solo le opinioni.


Esse hanno solo valore nelle corse dei Cavalli, non quelli dei ronzini che credono di vincere a forza di deliri.
Senza contare chi inciampa su un gradino...Parlerà tutto il giorno solo di quello, al punto che lo "Scisma Luterano" al suo confronto, sembrerà un bel picnic in un parco.


Insomma: siamo come carcerati che posseggono le chiavi per uscire dalle galere, ma siamo talmente legati alla prigione della routine dal non voler uscirne.


Eppure c'è un modo per sperimentare vera vita sociale, mandando nell'oblio questa collosa routine inconcludente.
Un impulso creato da te stesso, assieme ad altri.


Far qualcosa di semplice: agire verso il bene comune e combattere il degrado ovunque si annidi.
Inizierò prestissimo ad agire così, lavorando con una Onlus

"Retake"

Veder una zona muraria rovinata dal degrado ed agire per darne decoro ed un parco di nuovo vivibile, questo è il modo migliore per sconfiggere la routine di questa scadente epoca.
Agirò in questo senso con altri.
In totale libertà, senza autoritarismi deteriori e bramosie del consenso e lo show e le good news create da te stesso assieme ad altri, sfuggiti alla piovra della routine amorfa contemporanea dominata dal trash in ogni dove.



La stessa cosa vale per quello che sto sperimentando: l'attività meditativa.
Il valore della libertà è solo interiore; il resto è un festival di artifici ed è una auto disciplina che ti viene da dentro.


Perché dover domandar la vita ed i suoi spazi, quando è già in tuo possesso sin dalla nascita? O peggio, andar con il cappello in mano verso chi fa della routine del pessimismo umano la base del suo dominio?


Il vivere è ben altra cosa e non dover domandar a nessuno cose che possiedi da sempre, perché sono innate nella natura umana. 
Dimenticarsene crea la metastasi della routine dell'oggi, indipendentemente in quale collocazione sociale vivi.

" Le uniche cose di valore sono quelle dove agisci in piena libertà, senza ordini, disinteresse verso il consenso ed ogni frammento una scoperta trainata dalla gioia di vivere ed una colonna sonora che ti sostiene in ogni momento"






  




















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