giovedì 17 agosto 2017

LA FORZA DELLA VULNERABILITÀ' E QUALCHE VIAGGIO.


Sono stato alla Mostra al Vittoriano questo fine settimana con le immagini di Anna Magnani e tanti aspetti mi hanno colpito tra foto, sue frasi, scene di film e interviste mai formali.


Una sua risposta ad una domanda posta da un giornalista mi ha fatto capire tante cose dell'oggi.

" Sono vulnerabile"


Viviamo in un tempo dove lo scopo principale dell'uomo sta nel mascherare questo altissimo livello di vulnerabilità ad ogni livello, mai così grande come ora e quindi si finge in maniera spudorata di non esserlo e si usa ogni marchingegno per questa mastodontica finzione.

Qui sta l'attualità di quella frase della grande attrice con la sua limpidezza visiva e di parole.


Ed ecco gli strumenti telematici come modo principale per nascondere le nostre fragilità, mai così grandi come ora, ci mascheriamo attraverso gli "I  Like"  o l'inverso, fingiamo di partecipare in prima persona a qualche attività pseudo sociale e politica, ma dietro c'è il vuoto interiore, malati di consenso, di falsa partecipazione mentre c'è ben altro da conquistare:
" Noi stessi" e capire attraverso le nostre fragilità come Anna Magnani descrisse nei sui film.


In balia della follia contemporanea, la cosiddetta politica che con i suoi derelitti strumenti fa credere all'uomo di essere potente e senza vulnerabilità, basta seguire questo o quell'altro ed il gioco è fatto.

Il risultato di questa colossale finzione? L'uomo che non potrebbe essere più vulnerabile come non mai, ma egli crede di non esserlo o finge di non esserlo.

Allora ecco l'uomo alla prima mercé economica, sociale, gli spasmi ideologici, l'uso cieco del potere, l'annientamento del senso critico e demotivare l'uomo a farsi domande.
Queste sono tra le tante manifestazioni della vulnerabilità contemporanea, quindi, l'uomo abbandonato a se stesso e senza difese,ma con il suo consenso


Crediamo di essere potenti, ma siamo come questa immagine gusto sopra: indifesi dalla degenerazione del pensiero umano, lasciati allo sbando dalla prima fluttuazione politico sociale a cui crediamo con il fanatismo più folle delle ultime generazioni a questa parte con la devastazione criminale della natura e dell'essenza umana.

Serve ben altro: indagare su noi stessi e renderci consapevoli che vedere le nostra vulnerabilità ci fa bene.

Anna Magnani recitò la verità e i tanti tratti dell'ipocrisia, il declino della vita sociale, la degenerazione della Borghesia, la disperazione di chi ha perso tutto, ma anche la voglia della rinascita ed il Neorealismo porre domande, indagare, non le masse ed i grandi numeri; persone singole con tutti gli ostacoli quotidiani da affrontare.

Nella cinematografia dell'oggi, c'è forse questo atteggiamento ed interesse verso la solitudine umana, o forse, più facile descrivere e qualche contorno neutro del vivere, senza documentare la fragilità umana di singoli individui dove gli " Io non posso" diventano sempre più massicci  come gli "Io posso" di frange ristrette di caste con beni sempre maggiori e che fanno pure i perseguitati.

Ma c'è dell'altro...


La degenerazione della vita sociale, una marea di "Stati nello Stato"

Per vederlo non occorre andar lontano o in qualche località messicana o della Colombia.
Basta farsi un giro in certi quartieri dove la legalità non esiste, le forze dell'ordine non ci mettono piede, al loro posto truci individui e se c'è qualche uomo in una pozza di sangue, nessuno ci fa caso, mezzi pubblici devastati dove nessuno paga il dovuto, odori nauseabondi all'interno, le case popolari divelte dove le finestre sono l'immagine del degrado ed a gestire il tutto il racket come per il commercio.

A notte sul Tevere ragazzi senza vita per gli effetti dei vari clan del narcotraffico.

Andate in certi luoghi per veder queste scene: al Pigneto, Tor Bella Monaca o Primavalle e lì vedrete la vulnerabilità umana con persone che sono in una condizione di occupazione delle loro vite come se ci fosse un esercito straniero in possesso di quei territori e livelli altissimi di disoccupazione e cancellazione della vita sociale. 

Non c'è materia per documentare, farsi domande, indagare e far film su materie come queste?

Anna Magnani disse di non essere un'attrice, solo una donna che voleva vedere cosa stava accadendo, non in qualche luogo ovattato, sul selciato del suo Paese, nei cuori delle genti, se esisteva spazio per la verità e quali  per l'ipocrisia.


Lei disse anche di essere una donna coraggiosa, oggi sembra che vedere l'ovvio comporti coraggio in un mondo che ha cancellato l'osservazione dell'ovvio, un'altro aspetto della vulnerabilità umana, ma che noi mascheriamo con artifici e la menzogna che è parte di concausa della vita stessa e senza di essa non puoi aver consenso.

Se volete, andate a veder questa mostra e caricarvi qualche bella domanda su cui investire che fu il tratto del Neorealismo e di Anna Magnani.












  
















  

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