sabato 3 dicembre 2016

Ultima parte de...gli auto convincimenti umani e...


Vittorio Alfieri.



“Un giorno ho incontrato uno che faceva politica…la forma migliore di rallentar la mente umana…gli ho detto che mai chiederò ad un personaggio simile la libertà. E’ già in mio possesso. Lui mi ha fatto una faccia risentita. Una delle malattie degenerative di questa epoca sono chi pontifica sul nulla, prendendosi tremendamente sul serio; dunque sul nulla”

Nella prima parte di questo mio ultimo tragitto, passo in rassegna le degenerazioni del pensiero umano, quindi le azioni anti causative per definizione.



Perché le attività della politica producono così tanti danni essendo la politica stessa una delle peggiori false scienze in circolazione?

Ecco qualche aspetto: nessuna intenzione di stimolare la scoperta dello stato dell’esistenza e meno che mai, agevolar e trasmettere ad altri il senso delle cose che non si stabilisce attraverso i numeri; sugli spazi di vita umana di ciascuno e tutte le forme viventi. La sintesi della democrazia sta tutto qui, nel farsi domande, ma se questo fondamento è ostacolato, la democrazia non esiste, o peggio, degenerata in un coacervo meccanicistico esasperato, quello impostato nel 1895 da Gustav Le Bon ne: La psicologia delle folle. Il dominio della nevrosi rispetto alla vita consapevole…l’asse portante dell’oggi.

I cambiamenti climatici che portano alle peggiori disuguaglianze mai introdotte nella vita sociale. Assenza di una visione del mondo, giacché se vi fosse, l’uomo non sarebbe soggetto ad un concerto di disvalori, sino al punto da considerali naturali. Questo porta alla vulnerabilità di un sempre maggior numero di individui, non solo i poveri, per le regole, piene di controsensi e contorsioni del mercato.

L’intenzione di imbrigliare la semplicità per renderla inerte e priva di mezzi, dando peso solo all'uso dispotico dei numeri che tutto annienta diventando il “Vaso di Pandora” per tanti e il dominio dei “Non Plus Ultra” nel secolo della comunicazione con una marea di premesse indiscusse, schemi fissi, dati falsi sulla natura umana, cortei di insostituibili e personaggi ad issar il vessillo de: “Se esco di scena…il diluvio” e ben pochi mettono controllo al loro intelletto ed è per questo che la semplicità è imbrigliata; in caso contrario ad essere imbrigliato sarebbe “L’Impero del Male della Complessità” andando dentro la filiera dei fatti e scovando soluzioni semplici. Se si osserva solo l’esterno delle situazioni, vedi solo la complessità. Dietro l’imbrigliar la semplicità c’è la genesi della macchina del consenso che priva di valore la natura dei fatti ed interessi economici assieme ad una psicotica personalizzazione del potere a cui, qui da noi, nessuno desidera privarsene indipendentemente da quale collocazione è posto. Questo dimostra la natura inaffidabile del consenso, le maggioranze o minoranze, o peggio ancora, i compromessi politici, come se così, le devastazioni ambientali possano produrre concreti punti di svolta sulla base di compromessi tra gli uomini, o peggio, chi sta ai vertici della macchina sociale. La natura non è fatta su compromessi; su dati di fatto percepibili senza doverne parlare.

Altri devastanti pensieri degenerativi intervengono che poi determinano devastazioni a tutto tondo: soggetti monopolistici, per loro natura, portano all'instabilità che si ingrandisce in corrispondenza dell’ampliamento del mercato, quindi prenderne sempre più fette e la disparità seguir a ruota. Questa tendenza porta all'indifferenza al bene sociale, non solo di chi ha in mano queste leve, pure da parte di chi subisce questi effetti, oppure solo in parte. Così ecco che chi ha di meno, tende ad un uso irrazionale della natura e di se stesso, ponendo la salute in secondo piano. Questo produce potentati economici ad ignorar le ricadute sull'uomo e la natura rispetto alle loro decisionalità con il crollo del controllo sul loro operato.

Le conseguenze sono chiare di tutto ciò: una conflittualità endemica prodotta dalla bramosia del potere, gli accaparramenti senza regole che produce instabilità violenta, ondate migratorie e guerre in un generale clima di insicurezze, fughe, degrado della natura e devastazioni per le comunità rurali che decidono di migrar nelle città e questo, appunto, produce conflittualità endemiche sulle quali, molti ci lucrano soffiando su fittizie superiorità etniche o culturali.

Nelle metropoli cosa accade? Come da noi? Un aumento di malattie sociali come le slot machine, l’abbandono scolastico, ragazzi che non studiano, né ricercano lavoro, la ricerca del denaro facile attraverso i mezzi telematici e la televisione, il gratta e vinci, il denaro sporco che si introduce in ogni dove e con sempre meno controlli, uomini che improvvisamente entrano in politica in meccanismi oscuri e diventano subito rilevanti punti di rifermento: L’Italia è un esempio tangibile di tutto ciò. L’uomo sembra esser finito dentro un reticolato pieno di ricette preconfezionate a cui si affida ciecamente per poi veder i sui spazi di vita accorciarsi e non farci caso. Crollo di qualità dell’attività politica, per cui, si usa solo l’enfasi esibizionista più manifesta come sbandierar una funivia, con amnesie patologiche su mezzi pubblici fermi per mancanza di manutenzione, devastazioni del territori in un dominate clima di incertezze dove il meccanismo causa-effetto è diventato un arcano contemporaneo.

La domanda è: come si comporterà l’umanità dentro tutti questi meccanismi sempre più contorti? Possiamo andar avanti con un Falso Potere di Scelta Politico, in cui non hai alcuna possibilità di andar a scegliere il meglio, dove in una consultazione elettorale, in un progetto politico c’è tutto ed il contrario di tutto, perché devi accaparrar la maggior quantità di consenso? Dove non puoi prendere il meglio di un progetto e di un altro e metterli assieme, ma invece, un’accettazione acritica di questo o quel piano; quindi falso potere di scelta, proprio perché la politica è una falsa scienza; se fosse veritiera, un uomo potrebbe scegliere il meglio, mettendo assieme le cose più eccellenti da progetto a progetto, questo non è possibile. In una vera scienza questo è l’asse portante che genera vero potere di scelta: scovar il meglio e metterlo in azione, trovando ovviamente avversioni dall'ambiente circostante che per sua natura è pessimista sulla natura umana e crea consenso e vota per fede, spinta emozionale del momento, simpatia per questo o quell'altro, solo in positivo il gruppo politico a cui dai il voto, solo in negativo gli altri, pensando che vi siamo differenze enormi tra questo o quel partito, mentre è solo per l’occupazione del potere e un marcato ostracismo verso ogni genere di dissenso dentro la vita di questi rallentatori della mente umana che è all'interno della vita politica con i media, spesso ad issar la menzogna e l’oscurità come vessillo della politica; le conflittualità endemiche di oggi sono il frutto della menzogna e l’oscurità fatte passar per normale attività politica.

“In campo politico, se un indicatore migliora dello 0,1% si creano mastodontiche casse di risonanza; un uomo che scopre qualcosa, anche per chi non scopre mai nulla, non indice alcuna cassa di risonanza, meno che mai dentro se stesso, ha da aprir decine di porte da quella singola porta spalancata e se esiste enfasi, è silenziosa, perché mente e spirito umano non sono in conflitto, ma una costante sinergia di impopolarità che trova forza proprio dal non aver due nemici in casa come mente e spirito umano che sembra la costante dell’oggi delle decisionalità umane”

E’ possibile far di meglio con quello che abbiamo: la nostra essenza ottimistica sul vivere stesso? Sì decisamente Sì!



“Uno che neanche dentro se stesso, parla mai in terza persona singolare di ciò che lo circonda è accusato di voler far voli pindarici da molti altri che invece, sono molto concreti, parlando in prima persona singolare della personalizzazione del potere, dove la loro decisionalità è pari a zero. Resta da vedere chi possiede un Ippogrifo, chi battaglia con un’Orca. Non fonderò mai una scuola di pensiero: le divise costano e gli adepti chiedono subito di aver nemici e black list di cui né sono privo; solo un po’ sconsolato. Alle volte vorrei usar mezzi meno leggeri”

Per capir dove rintracciar la speranza, non posso che riallacciarmi ad un periodo denso di rinascite: Il Romanticismo. Un movimento che aveva come cardine un cambiamento di pensiero, di atteggiamento e stile di vita basato sulla ribellione, spesso silenziosa rispetto alle convenzioni sociali, ma tutto legato ad un profondo senso di fugacità e malinconia che diede forza al cambiamento, ma partendo dall’individuo. Questa dinamica rivolta partì da anime irrequiete in tutti i campi della creazione come la letteratura, le arti visive come la Scapigliatura, un senso di insofferenza da tutto ciò che legava l’uomo all'ambiente circostante, questo determinò un sacrosanto subbuglio interiore in ogni ambito, cogliendo non i personaggi di rilievo, bensì quelli semplici che passavano inosservati ai più ed un avvicinamento marcato tra gli spazi di vita dell’uomo e tutto ciò che vi era attorno, togliendo di mezzo gli artifici delle convenzioni sociali con tutte le loro degenerazioni, spesso mettendole in ridicolo e rintracciando la sofferenza umana nei volti dei personaggi, o nei racconti dove l’intimità diveniva un bene prezioso da rispettare.

Questa mi pare l’architrave del cambiamento dove la brutalità è diventata una normale concausa sociale, il rispetto dell’essenza umana fatta a pezzi, un livello di convenzioni sociali degradate al peggio, il contatto tra l’uomo e l’ambiente circostante misurabile in anni luce, nessuna ribellione interiore allo stato delle cose, una marea di artifici entro cui si osservano le cose che più lontane dall'essenza umana non potrebbero essere. Chi invece ha un profondo senso di fugacità e malinconia rispetto all'esistente, considerato una persona passiva, dimenticando che il Romanticismo ebbe origine da questo fondamento.


Vedo il cambiamento in una profonda ribellione interiore di ciascuno di noi rispetto alle situazioni e quindi, una Riforma Percettiva profonda del vivere stesso. Mai e poi mai, realizzerò mie opere, descrivendo uomini sempre in primo piano, tanto meno sarò in accordo con il frastuono della masse, il libero arbitrio di chi possiede vasto consenso che si sente libero da qualsiasi legame etico, parandosi dietro le folle, issando le nevrosi politiche come asse del vivere e fin anche il corteo degli sfrattati perenni dalle attività umane: La Libertà, la Democrazia e la Giustizia, nate per difendere l’uomo dalle degenerazioni del potere, quindi, la necessità di non parlarne affatto, essendo insite nella natura umana. Quindi, se un falso pedagogismo si introdusse alla fine del diciannovesimo secolo con La Psicologia delle Folle, scritto da Gustav Le Bon con tutti gli effetto ben evidenti nell'oggi in un autentico Neuro Marketing per condizionare le attività umane, ebbene, è possibile disattivare quest’arma letale, formando un vero pedagogismo, ma traendo forza da ciò che il Romanticismo fu portatore.



“Uno che pensa che sarebbe meglio non farsi domande, trova grande conforto dalle classi politiche. Ma a ben vedere, l’evoluzione umana ebbe origine da un nostro predecessore che vide una pietra rotonda rotolare a differenza di una quadrata e si chiese il perché. Quindi: dove si è interrotta l’evoluzione percettiva dell’uomo?

Il fondamento è uno solo: “La vita sociale e comunitaria è un’arte” Da qui bisogna partire per la leva ottimistica del vivere stesso.

Non ci sono regole prestabilite…una sola però…la capacità di percepire come le tue azioni influenzano e agevolano quelle dei tuoi simili e viceversa…una Riforma Percettiva del vivere quindi…una sola modifica di una singola particella è in grado di crear mutamenti in miliardi di altre particelle…se questa è la regola fisica in tante scienze, questo vale anche per le decisionalità umane e velocizzando le sequenze del vivere stesso che è rallentato da una marea di artifici sociali e politici, tesi a crear giganteschi livelli di Traffico Sviluppato in cui un singolo NO, detto da qualsiasi organismo, determina che un individuo con capacità progettuali, debba prendere decine di iniziative per quel singolo No ricevuto. Da anni considero le classi dirigenti come perenni voci al passivo del mio vivere, indipendentemente da chi ha più consensi. Un mio pari che viva a Cincinnati, Kyoto, Rotterdam o Montreal, che abbia doti progettuali innovative, vede le sue indoli messe in azione rapidamente; da noi forse mai ed ho avuto prove palesi di ciò.

Aumentando le tue doti percettive su come influenzi le azioni dei tuoi simili, questo velocizza le attività umane: se un uomo posteggia la sua auto, creando ingombri, questo rallenta le azioni di molti suoi simili: un disabile deve recarsi in un ufficio, ma trova l’ostacolo dal quel mezzo a motore, quindi deve prendere iniziative per giungere in quell'ufficio, una giovane madre è assieme a sua figlia che deve portare all'asilo nido, poi andar al lavoro, usando mezzi pubblici. Incontra un’auto come ostacolo e questo determina che deve far la gimcana nel traffico per giungere all'asilo nido, un mezzo pubblico si guasta, all'interno tante soggettività, ciascuna con qualcosa da svolgere e progettualità da mettere in azione. Trovando questo ostacolo, il rallentamento delle attività sociali ed economiche è cosa fatta, un ragazzo finisce in ospedale, frutto di una buca sulla strada…stava andando a scuola con la sua moto. Quella buca determina che quel ragazzo avrà ostacoli davanti a lui nel suo percorso scolastico e sofferenze in un letto di ospedale. Una donna è su un’auto e parla al telefonino ed investe un’altra donna che stava recandosi al lavoro. Questo determinerà che quella donna dovrà andar in ospedale, telefonar in ufficio, creando rallentamenti nella vita economica e sociale, un corruttore non paga le tasse, questo determina che ci sarà un minor afflusso economico per attività sociali quali la Scuola, I Servizi, la Sanità. Questo determinerà che i genitori di un bambino dovranno tirar fuori denaro per la scuola dove quel bambino studia e centinaia e centinaia di altre attività e traffico sviluppato che rallenteranno le attività umane ad ogni livello, creando disparità sociali che pure esse, sono una forma di rallentamento sociale assieme a noncuranza di percezione delle attività sociali stesse.
Un solo giorno di questo assieme di frammenti, determina milioni di euro d spesa, ore e ore sprecate per l’incuria di tanti e l’incapacità percettiva delle ricadute delle azioni di ciascuno ed enormi livelli di rallentamenti nella vita sociale. Il vero cambiamento avviene dentro noi stessi e come conseguenza all'esterno di noi, o meglio, se le nostre attività creano benefici, ben distanti dalle nostre decisioni. Il fallimento non è di questo mondo, diventa tale se non si impara da essi; si muta direzione in base agli insegnamenti che la vita e temporanei fallimenti giungono. Se non si fa ciò, il fallimento diventa perenne come in questo Paese che mai impara dai fatti, preferendo aggrapparsi alle dispute dialettiche che è la più peggiore inazione che l’uomo possa prendere.

Se però, ciascuno aumenta le sue capacità percettive e come le sue azioni semplici aiutano i suoi pari e se questo diventa vero pedagogismo, si manda all'aria quello falso, introdotto nel 1895 da Gustav Le Bon e le suggestioni in qualche museo degli orrori. Forse però, per rendere le cose efficaci, bisognerebbe crear dei Centri di Disintossicazione da Potere…Le sequenze delle attività sociali aumenterebbero con la drastica riduzione di quella letale attività chiamata Politicizzazione della vita sociale con tutto il corollario di retorica, artifici che il Romanticismo cercò di disattivare e le voci al passivo sarebbero di chi non si fa domande e che non considera un reato la mediocrità.

Bisogna imporre velocità nelle attività sociali, e se questo non accade, prendere noi l’iniziativa…una buca sulla strada? Nessuno ci bada? La sistemiamo noi usando Innovazione Sociale e Amministrazione Condivisa…Serve ridurre la distanza tra l’uomo ed i suoi spazi di vita, dando valore alle cose che passano inosservate, le uniche che hanno rilevanza.



E’ possibile ingabbiare la complessità e spedirla in un museo: Quello dell’Impero del Male. Un cambiamento di pensiero e di atteggiamento e stile di vita, basato sulla ribellione silenziosa delle convenzioni sociali.

Chiudo con questo ultimo frammento: Dialogando con la Speranza.

Sì e vero, ci vediamo raramente, ma in quei “Rari” c’è un affollamento di desideri e “Noi Possiamo” e guardandoci negli occhi, il furore dei “Non Possiamo” e ritornar facendo finta di essere solo due amici malinconici, mentre dentro di noi c’è un vulcano ribollente d’insolenza silenziosa, senza filosofeggiar su alcunché e spedir chi pontifica sul nulla in qualche buca, ma molto grande e molti malinconici far festa”



Attilio Saletta.






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