Vittorio Alfieri.
“Un giorno ho incontrato uno che faceva politica…la
forma migliore di rallentar la mente umana…gli ho detto che mai chiederò ad un
personaggio simile la libertà. E’ già in mio possesso. Lui mi ha fatto una
faccia risentita. Una delle malattie degenerative di questa epoca sono chi
pontifica sul nulla, prendendosi tremendamente sul serio; dunque sul nulla”
Nella prima parte di questo
mio ultimo tragitto, passo in rassegna le degenerazioni del pensiero umano,
quindi le azioni anti causative per definizione.
Perché le attività della
politica producono così tanti danni essendo la politica stessa una delle
peggiori false scienze in circolazione?
Ecco qualche aspetto: nessuna
intenzione di stimolare la scoperta dello stato dell’esistenza e meno che mai,
agevolar e trasmettere ad altri il senso delle cose che non si stabilisce
attraverso i numeri; sugli spazi di vita umana di ciascuno e tutte le forme
viventi. La sintesi della democrazia sta tutto qui, nel farsi domande, ma se
questo fondamento è ostacolato, la democrazia non esiste, o peggio, degenerata
in un coacervo meccanicistico esasperato, quello impostato nel 1895 da Gustav
Le Bon ne: La psicologia delle folle. Il dominio della nevrosi rispetto alla
vita consapevole…l’asse portante dell’oggi.
I cambiamenti climatici che
portano alle peggiori disuguaglianze mai introdotte nella vita sociale. Assenza
di una visione del mondo, giacché se vi fosse, l’uomo non sarebbe soggetto ad
un concerto di disvalori, sino al punto da considerali naturali. Questo porta
alla vulnerabilità di un sempre maggior numero di individui, non solo i poveri,
per le regole, piene di controsensi e contorsioni del mercato.
L’intenzione di imbrigliare
la semplicità per renderla inerte e priva di mezzi, dando peso solo all'uso dispotico dei numeri che tutto annienta diventando il “Vaso di Pandora” per tanti e il dominio dei “Non Plus Ultra” nel secolo della comunicazione con una marea di
premesse indiscusse, schemi fissi, dati falsi sulla natura umana, cortei di
insostituibili e personaggi ad issar il vessillo de: “Se esco di scena…il diluvio” e ben pochi mettono controllo al loro
intelletto ed è per questo che la semplicità è imbrigliata; in caso contrario
ad essere imbrigliato sarebbe “L’Impero
del Male della Complessità” andando dentro la filiera dei fatti e scovando
soluzioni semplici. Se si osserva solo l’esterno delle situazioni, vedi solo la
complessità. Dietro l’imbrigliar la semplicità c’è la genesi della macchina del
consenso che priva di valore la natura dei fatti ed interessi economici assieme
ad una psicotica personalizzazione del potere a cui, qui da noi, nessuno
desidera privarsene indipendentemente da quale collocazione è posto. Questo
dimostra la natura inaffidabile del consenso, le maggioranze o minoranze, o
peggio ancora, i compromessi politici, come se così, le devastazioni ambientali
possano produrre concreti punti di svolta sulla base di compromessi tra gli
uomini, o peggio, chi sta ai vertici della macchina sociale. La natura non è
fatta su compromessi; su dati di fatto percepibili senza doverne parlare.
Altri devastanti pensieri
degenerativi intervengono che poi determinano devastazioni a tutto tondo:
soggetti monopolistici, per loro natura, portano all'instabilità che si
ingrandisce in corrispondenza dell’ampliamento del mercato, quindi prenderne
sempre più fette e la disparità seguir a ruota. Questa tendenza porta all'indifferenza al bene sociale, non solo di chi ha in mano queste leve, pure
da parte di chi subisce questi effetti, oppure solo in parte. Così ecco che chi
ha di meno, tende ad un uso irrazionale della natura e di se stesso, ponendo la
salute in secondo piano. Questo produce potentati economici ad ignorar le
ricadute sull'uomo e la natura rispetto alle loro decisionalità con il crollo
del controllo sul loro operato.
Le conseguenze sono chiare di
tutto ciò: una conflittualità endemica prodotta dalla bramosia del potere, gli
accaparramenti senza regole che produce instabilità violenta, ondate migratorie
e guerre in un generale clima di insicurezze, fughe, degrado della natura e
devastazioni per le comunità rurali che decidono di migrar nelle città e
questo, appunto, produce conflittualità endemiche sulle quali, molti ci lucrano
soffiando su fittizie superiorità etniche o culturali.
Nelle metropoli cosa accade?
Come da noi? Un aumento di malattie sociali come le slot machine, l’abbandono
scolastico, ragazzi che non studiano, né ricercano lavoro, la ricerca del
denaro facile attraverso i mezzi telematici e la televisione, il gratta e
vinci, il denaro sporco che si introduce in ogni dove e con sempre meno
controlli, uomini che improvvisamente entrano in politica in meccanismi oscuri
e diventano subito rilevanti punti di rifermento: L’Italia è un esempio
tangibile di tutto ciò. L’uomo sembra esser finito dentro un reticolato pieno
di ricette preconfezionate a cui si affida ciecamente per poi veder i sui spazi
di vita accorciarsi e non farci caso. Crollo di qualità dell’attività politica,
per cui, si usa solo l’enfasi esibizionista più manifesta come sbandierar una
funivia, con amnesie patologiche su mezzi pubblici fermi per mancanza di
manutenzione, devastazioni del territori in un dominate clima di incertezze
dove il meccanismo causa-effetto è diventato un arcano contemporaneo.
La domanda è: come si
comporterà l’umanità dentro tutti questi meccanismi sempre più contorti?
Possiamo andar avanti con un Falso Potere
di Scelta Politico, in cui non hai alcuna possibilità di andar a scegliere
il meglio, dove in una consultazione elettorale, in un progetto politico c’è
tutto ed il contrario di tutto, perché devi accaparrar la maggior quantità di
consenso? Dove non puoi prendere il meglio di un progetto e di un altro e
metterli assieme, ma invece, un’accettazione acritica di questo o quel piano;
quindi falso potere di scelta, proprio perché la politica è una falsa scienza;
se fosse veritiera, un uomo potrebbe scegliere il meglio, mettendo assieme le
cose più eccellenti da progetto a progetto, questo non è possibile. In una vera
scienza questo è l’asse portante che genera vero potere di scelta: scovar il
meglio e metterlo in azione, trovando ovviamente avversioni dall'ambiente circostante che per sua natura è pessimista sulla natura umana e crea consenso
e vota per fede, spinta emozionale del momento, simpatia per questo o quell'altro, solo in positivo il gruppo politico a cui dai il voto, solo in
negativo gli altri, pensando che vi siamo differenze enormi tra questo o quel
partito, mentre è solo per l’occupazione del potere e un marcato ostracismo
verso ogni genere di dissenso dentro la vita di questi rallentatori della mente
umana che è all'interno della vita politica con i media, spesso ad issar la
menzogna e l’oscurità come vessillo della politica; le conflittualità endemiche
di oggi sono il frutto della menzogna e l’oscurità fatte passar per normale
attività politica.
“In campo politico, se un indicatore migliora dello 0,1%
si creano mastodontiche casse di risonanza; un uomo che scopre qualcosa, anche
per chi non scopre mai nulla, non indice alcuna cassa di risonanza, meno che
mai dentro se stesso, ha da aprir decine di porte da quella singola porta
spalancata e se esiste enfasi, è silenziosa, perché mente e spirito umano non
sono in conflitto, ma una costante sinergia di impopolarità che trova forza
proprio dal non aver due nemici in casa come mente e spirito umano che sembra
la costante dell’oggi delle decisionalità umane”
E’ possibile far di meglio con quello che abbiamo: la
nostra essenza ottimistica sul vivere stesso? Sì decisamente Sì!
“Uno che neanche dentro se stesso, parla mai in terza
persona singolare di ciò che lo circonda è accusato di voler far voli pindarici
da molti altri che invece, sono molto concreti, parlando in prima persona
singolare della personalizzazione del potere, dove la loro decisionalità è pari
a zero. Resta da vedere chi possiede un Ippogrifo, chi battaglia con un’Orca.
Non fonderò mai una scuola di pensiero: le divise costano e gli adepti chiedono
subito di aver nemici e black list di cui né sono privo; solo un po’
sconsolato. Alle volte vorrei usar mezzi meno leggeri”
Per capir dove rintracciar la
speranza, non posso che riallacciarmi ad un periodo denso di rinascite: Il Romanticismo. Un movimento che aveva
come cardine un cambiamento di pensiero, di atteggiamento e stile di vita
basato sulla ribellione, spesso silenziosa rispetto alle convenzioni sociali,
ma tutto legato ad un profondo senso di fugacità e malinconia che diede forza
al cambiamento, ma partendo dall’individuo. Questa dinamica rivolta partì da
anime irrequiete in tutti i campi della creazione come la letteratura, le arti
visive come la Scapigliatura, un
senso di insofferenza da tutto ciò che legava l’uomo all'ambiente circostante,
questo determinò un sacrosanto subbuglio interiore in ogni ambito, cogliendo
non i personaggi di rilievo, bensì quelli semplici che passavano inosservati ai
più ed un avvicinamento marcato tra gli spazi di vita dell’uomo e tutto ciò che
vi era attorno, togliendo di mezzo gli artifici delle convenzioni sociali con
tutte le loro degenerazioni, spesso mettendole in ridicolo e rintracciando la
sofferenza umana nei volti dei personaggi, o nei racconti dove l’intimità
diveniva un bene prezioso da rispettare.
Questa mi pare l’architrave
del cambiamento dove la brutalità è diventata una normale concausa sociale, il
rispetto dell’essenza umana fatta a pezzi, un livello di convenzioni sociali
degradate al peggio, il contatto tra l’uomo e l’ambiente circostante misurabile
in anni luce, nessuna ribellione interiore allo stato delle cose, una marea di
artifici entro cui si osservano le cose che più lontane dall'essenza umana non
potrebbero essere. Chi invece ha un profondo senso di fugacità e malinconia
rispetto all'esistente, considerato una persona passiva, dimenticando che il Romanticismo ebbe origine da questo
fondamento.
Vedo il cambiamento in una
profonda ribellione interiore di ciascuno di noi rispetto alle situazioni e
quindi, una Riforma Percettiva profonda
del vivere stesso. Mai e poi mai, realizzerò mie opere, descrivendo uomini
sempre in primo piano, tanto meno sarò in accordo con il frastuono della masse,
il libero arbitrio di chi possiede vasto consenso che si sente libero da
qualsiasi legame etico, parandosi dietro le folle, issando le nevrosi politiche
come asse del vivere e fin anche il corteo degli sfrattati perenni dalle
attività umane: La Libertà, la Democrazia
e la Giustizia, nate per difendere l’uomo dalle degenerazioni del potere,
quindi, la necessità di non parlarne affatto, essendo insite nella natura
umana. Quindi, se un falso pedagogismo si introdusse alla fine del
diciannovesimo secolo con La Psicologia
delle Folle, scritto da Gustav Le Bon
con tutti gli effetto ben evidenti nell'oggi in un autentico Neuro Marketing per condizionare le
attività umane, ebbene, è possibile disattivare quest’arma letale, formando un
vero pedagogismo, ma traendo forza da ciò che il Romanticismo fu portatore.
“Uno che pensa che sarebbe meglio non farsi domande,
trova grande conforto dalle classi politiche. Ma a ben vedere, l’evoluzione
umana ebbe origine da un nostro predecessore che vide una pietra rotonda
rotolare a differenza di una quadrata e si chiese il perché. Quindi: dove si è
interrotta l’evoluzione percettiva dell’uomo?
Il fondamento è uno solo: “La vita sociale e comunitaria è un’arte” Da
qui bisogna partire per la leva ottimistica del vivere stesso.
Non ci sono regole
prestabilite…una sola però…la capacità di percepire come le tue azioni
influenzano e agevolano quelle dei tuoi simili e viceversa…una Riforma Percettiva del vivere quindi…una
sola modifica di una singola particella è in grado di crear mutamenti in
miliardi di altre particelle…se questa è la regola fisica in tante scienze,
questo vale anche per le decisionalità umane e velocizzando le sequenze del
vivere stesso che è rallentato da una marea di artifici sociali e politici,
tesi a crear giganteschi livelli di Traffico
Sviluppato in cui un singolo NO, detto
da qualsiasi organismo, determina che un individuo con capacità progettuali,
debba prendere decine di iniziative per quel singolo No ricevuto. Da anni considero le classi dirigenti come perenni
voci al passivo del mio vivere, indipendentemente da chi ha più consensi. Un
mio pari che viva a Cincinnati, Kyoto,
Rotterdam o Montreal, che abbia doti progettuali innovative, vede le sue
indoli messe in azione rapidamente; da noi forse mai ed ho avuto prove palesi
di ciò.
Aumentando le tue doti
percettive su come influenzi le azioni dei tuoi simili, questo velocizza le
attività umane: se un uomo posteggia la sua auto, creando ingombri, questo
rallenta le azioni di molti suoi simili: un disabile deve recarsi in un
ufficio, ma trova l’ostacolo dal quel mezzo a motore, quindi deve prendere
iniziative per giungere in quell'ufficio, una giovane madre è assieme a sua
figlia che deve portare all'asilo nido, poi andar al lavoro, usando mezzi
pubblici. Incontra un’auto come ostacolo e questo determina che deve far la gimcana nel traffico per giungere all'asilo nido, un mezzo pubblico si guasta, all'interno tante soggettività, ciascuna con qualcosa da svolgere e
progettualità da mettere in azione. Trovando questo ostacolo, il rallentamento
delle attività sociali ed economiche è cosa fatta, un ragazzo finisce in
ospedale, frutto di una buca sulla strada…stava andando a scuola con la sua
moto. Quella buca determina che quel ragazzo avrà ostacoli davanti a lui nel
suo percorso scolastico e sofferenze in un letto di ospedale. Una donna è su
un’auto e parla al telefonino ed investe un’altra donna che stava recandosi al
lavoro. Questo determinerà che quella donna dovrà andar in ospedale, telefonar
in ufficio, creando rallentamenti nella vita economica e sociale, un corruttore
non paga le tasse, questo determina che ci sarà un minor afflusso economico per
attività sociali quali la Scuola, I Servizi, la Sanità. Questo determinerà che
i genitori di un bambino dovranno tirar fuori denaro per la scuola dove quel
bambino studia e centinaia e centinaia di altre attività e traffico sviluppato
che rallenteranno le attività umane ad ogni livello, creando disparità sociali
che pure esse, sono una forma di rallentamento sociale assieme a noncuranza di
percezione delle attività sociali stesse.
Un solo giorno di questo
assieme di frammenti, determina milioni di euro d spesa, ore e ore sprecate per
l’incuria di tanti e l’incapacità percettiva delle ricadute delle azioni di
ciascuno ed enormi livelli di rallentamenti nella vita sociale. Il vero cambiamento
avviene dentro noi stessi e come conseguenza all'esterno di noi, o meglio, se
le nostre attività creano benefici, ben distanti dalle nostre decisioni. Il
fallimento non è di questo mondo, diventa tale se non si impara da essi; si
muta direzione in base agli insegnamenti che la vita e temporanei fallimenti
giungono. Se non si fa ciò, il fallimento diventa perenne come in questo Paese
che mai impara dai fatti, preferendo aggrapparsi alle dispute dialettiche che è
la più peggiore inazione che l’uomo possa prendere.
Se però, ciascuno aumenta le
sue capacità percettive e come le sue azioni semplici aiutano i suoi pari e se
questo diventa vero pedagogismo, si manda all'aria quello falso, introdotto nel
1895 da Gustav Le Bon e le suggestioni in qualche museo degli orrori. Forse
però, per rendere le cose efficaci, bisognerebbe crear dei Centri di Disintossicazione da Potere…Le sequenze delle attività
sociali aumenterebbero con la drastica riduzione di quella letale attività
chiamata Politicizzazione della vita
sociale con tutto il corollario di retorica, artifici che il Romanticismo cercò di disattivare e le
voci al passivo sarebbero di chi non si fa domande e che non considera un reato
la mediocrità.
Bisogna imporre velocità
nelle attività sociali, e se questo non accade, prendere noi l’iniziativa…una
buca sulla strada? Nessuno ci bada? La sistemiamo noi usando Innovazione Sociale e Amministrazione
Condivisa…Serve ridurre la distanza tra l’uomo ed i suoi spazi di vita,
dando valore alle cose che passano inosservate, le uniche che hanno rilevanza.
E’ possibile ingabbiare la
complessità e spedirla in un museo: Quello
dell’Impero del Male. Un cambiamento di pensiero e di atteggiamento e stile
di vita, basato sulla ribellione silenziosa delle convenzioni sociali.
Chiudo con questo ultimo
frammento: Dialogando con la Speranza.
Sì e vero, ci vediamo raramente, ma in quei “Rari” c’è
un affollamento di desideri e “Noi Possiamo” e guardandoci negli occhi, il
furore dei “Non Possiamo” e ritornar facendo finta di essere solo due amici
malinconici, mentre dentro di noi c’è un vulcano ribollente d’insolenza
silenziosa, senza filosofeggiar su alcunché e spedir chi pontifica sul nulla in
qualche buca, ma molto grande e molti malinconici far festa”
Attilio Saletta.
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