Prima di sviluppar una mia favola natalizia, che spero
si materializzi nel concreto, qualche impeto di enfasi silenziosa.
Per un Natale dove l’onestà del vivere non abbia
alcuna necessità di esibirla a parole, giacché enfatizzarla significa esserne
lontano, essendo una qualità interiore che non abbisogna di parole, ma di fatti
che passano inosservati. In primo piano quelli che non fanno che parlarne
armandosi di sotterfugi.
Per un Natale dove non sia il crimine motivo di
orgoglio evitando di dialogar con se stessi, facendo in modo che molti altri
facciano lo stesso e chi non segue il flusso, uno che crede di essere se
stesso.
Per un Natale dove la base non sia seguir le opinioni
degli altri che è un carcere dell’anima, create da un corteo di senz'anima dove
tutto ha un prezzo, ma nessun valore.
Per un Natale senza uno sciame infinito di abbagli,
dove ci si affida a qualcuno con dei bei superlativi a presa rapida e punti
esclamativi in un mondo che ha bisogno di punti interrogativi e percezioni
semplici. Non considerarci migliori degli altri perché possediamo doti oratorie
piene di iperboli ed arroganza parlando di democrazia ed i crimini seguir a
ruota.
Per un Natale dove non sia l’oscurità l’asse portante
del vivere dove scovar mandanti, esecutori, folli, psicopatici e punti di non
ritorno sembra il menù di ogni giorno e le dispute dialettiche assommano
vittime su vittime, annientando persone con delle progettualità in favore di
chi non ne ha alcuna.
Per un Natale senza bancarelle dentro la nostra
essenza per far sì che la nostra essenza non sia presa in possesso da un corteo
di alfieri degli abbagli e dei raggiri. L’impopolarità diventar un bene,
abbattendo barriere, principalmente dentro noi stessi, il più bel regalo sotto
l’albero senza manuali d’uso.
Per un Natale che mandi all'oblio la psicosi del
contarsi, l’uomo come numero, l’uso folle e spropositato del consenso, i
sondaggi d’opinione, la menzogna come normale concausa della vita sociale.
Sotto l’albero un’insolenza progettuale silenziosa che mette in discussione il
pessimismo verso le qualità umane che sembra essere la nota dominate che mette
nelle retrovie il meglio di noi stessi, davanti gli ostacoli creati da noi
stessi, ma avendo prima posto nelle retrovie della nostra coscienza il meglio
di noi e chi dirige la sinfonia sociale l’architrave del pessimismo verso le
qualità umane, armandosi di arroganza per celar il vuoto e la propaganda
produrre il disastro nichilista dell’oggi.
Per un Natale dove non dar più alcuna importanza agli arruffapopoli,
tecnocrati, populisti, sapientoni, burocrati, risentiti, piagnucoloni perenni,
tartufi, vittimisti, loquaci, baroni, gattopardi, famelici amati del possesso. Guru,
Rasputin e alchimisti moderni vari e la logica delle idee messa dove merita: “In
un Museo degli Orrori assieme alle torture di ogni epoca; la logica delle idee”
Questo sì che sarebbe un bel regalo di Natale e nessuno farne parte come
vittima sacrificale, senza la bramosia dello schierarsi, perché senza questa
immane badante ci sentiamo perduti.
Per chiudere: il più bel regalo natalizio, non dar per
scontato nulla, non aver paura di farsi domande e scoprire, la libertà diventar
un fondamentale dovere senza necessità di esibirla e l’etica un sacrosanto
diritto, scacciando il Regno delle Tenebre che fa dir che l’etica sarebbe un
linguaggio incomprensibile all'uomo e la libertà da esibir come perenne pugno
in faccia verso chi usa gli occhi come mezzo estensivo dell’anima.
“Favola
Natalizia”
Pare che un giorno, un Sindaco, un Sapientone che si
spacciava per Guru ed una donna arrogante in carriera, si trovarono dinanzi ad
un masso sulla strada. Ciascuno cercò di spostarlo con l’arroganza e la
dialettica parlando al masso, ma costui non si spostò. Tempo qualche minuto,
altri alti papaveri giunsero per sviluppar la disputa nei confronti del masso,
poi arrivarono noti giornalisti e politologi con lo stesso scopo, ma il masso
non si spostò. Improvvisamente ebbero una paralisi alle corde vocali, poi le
parole, si rifiutarono di uscire dalle loro bocche dopo che ebbero nuovamente
in funzione le loro corde vocali.
Qualcuno che voleva uccidere in nome di qualche idea, vide le sue armi da fuoco sparar stelle filanti e getti di cioccolata liquida, uno su un TIR, lanciato a folle velocità, vide il suo mezzo fermarsi e poi partir come una fisarmonica, stando nello stesso posto, una donna che voleva farsi esplodere in una via, farsi esplodere, facendo uscire Elfi, Nani e Giullari festanti e tutti assieme ballare, compresa la donna. Un alto papavero, su un’auto blu, vide la sua austera vettura, prima emanar una ridondante ballata messicana e lui uscir con una danza, tutta a scatti, poi l’auto diventar una zucca vuota. Economisti, intenti a far di conto, si trasformarono in germi patogeni verdastri e i numeri su cui lavoravano, si trasformarono in esseri umani e videro dei germi patogeni sparire in un fosso.
Qualcuno che voleva uccidere in nome di qualche idea, vide le sue armi da fuoco sparar stelle filanti e getti di cioccolata liquida, uno su un TIR, lanciato a folle velocità, vide il suo mezzo fermarsi e poi partir come una fisarmonica, stando nello stesso posto, una donna che voleva farsi esplodere in una via, farsi esplodere, facendo uscire Elfi, Nani e Giullari festanti e tutti assieme ballare, compresa la donna. Un alto papavero, su un’auto blu, vide la sua austera vettura, prima emanar una ridondante ballata messicana e lui uscir con una danza, tutta a scatti, poi l’auto diventar una zucca vuota. Economisti, intenti a far di conto, si trasformarono in germi patogeni verdastri e i numeri su cui lavoravano, si trasformarono in esseri umani e videro dei germi patogeni sparire in un fosso.
La vicenda terminò quando una marea di arroganti,
alfieri dei raggiri, alti papaveri, sapientoni, guru e dilettanti congeniti si
trovarono senza nasi. Una collina di Nasi si era formata davanti ad un palazzo
austero; il gruppo degli alfieri della logica delle idee si precipitarono
dentro la collina alla ricerca dei loro nasi. Una battaglia furibonda si
innescò tra gli alfieri della logica delle idee. Nessuno trovò il proprio naso
di appartenenza, decisero di prendere i nasi dei loro simili, abituati da sempre,
attraverso la logica delle idee a prendere per il naso il loro prossimo. Per
una volta, nessuno si fece prendere per il naso dagli alfieri della logica
delle idee, quindi gli alfieri della logica delle idee, rimasero senza nasi.
Dell’incresciosa vicenda furono accusate diverse menti
libere, che usando il loro potere immaginativo, avevano preso per il naso gli
alfieri della logica delle idee, da sempre abituati a prendere per il naso il
loro prossimo con la logica delle idee. Questa volta però ad essere presi per
il naso e senza nasi, proprio gli alfieri della logica delle idee che come
ultima azione dichiararono che senza nasi, attraverso la logica delle idee, l’uomo
non doveva più usar odorar nulla, compresa la vita stessa, essendo che loro,
gli alfieri delle logica delle idee, erano stati privati dei loro nasi.
Dopo questa dichiarazione svolta dagli alfieri della
logica delle idee, una enorme palla fatta di neuroni andati a male investì gli
alfieri della logica delle idee che partì in direzione del passato remoto,
lasciando all'uomo la strada aperta del tempo presente, ostruita da sempre dagli alfieri della logica delle idee.
Attilio
Saletta.
Nessun commento:
Posta un commento