giovedì 22 dicembre 2016

La Collina dei Nasi e gli alfieri della logica delle idee: Favola di Natale.






Prima di sviluppar una mia favola natalizia, che spero si materializzi nel concreto, qualche impeto di enfasi silenziosa.




Per un Natale dove l’onestà del vivere non abbia alcuna necessità di esibirla a parole, giacché enfatizzarla significa esserne lontano, essendo una qualità interiore che non abbisogna di parole, ma di fatti che passano inosservati. In primo piano quelli che non fanno che parlarne armandosi di sotterfugi.

Per un Natale dove non sia il crimine motivo di orgoglio evitando di dialogar con se stessi, facendo in modo che molti altri facciano lo stesso e chi non segue il flusso, uno che crede di essere se stesso.

Per un Natale dove la base non sia seguir le opinioni degli altri che è un carcere dell’anima, create da un corteo di senz'anima dove tutto ha un prezzo, ma nessun valore.

Per un Natale senza uno sciame infinito di abbagli, dove ci si affida a qualcuno con dei bei superlativi a presa rapida e punti esclamativi in un mondo che ha bisogno di punti interrogativi e percezioni semplici. Non considerarci migliori degli altri perché possediamo doti oratorie piene di iperboli ed arroganza parlando di democrazia ed i crimini seguir a ruota.

Per un Natale dove non sia l’oscurità l’asse portante del vivere dove scovar mandanti, esecutori, folli, psicopatici e punti di non ritorno sembra il menù di ogni giorno e le dispute dialettiche assommano vittime su vittime, annientando persone con delle progettualità in favore di chi non ne ha alcuna.

Per un Natale senza bancarelle dentro la nostra essenza per far sì che la nostra essenza non sia presa in possesso da un corteo di alfieri degli abbagli e dei raggiri. L’impopolarità diventar un bene, abbattendo barriere, principalmente dentro noi stessi, il più bel regalo sotto l’albero senza manuali d’uso.

Per un Natale che mandi all'oblio la psicosi del contarsi, l’uomo come numero, l’uso folle e spropositato del consenso, i sondaggi d’opinione, la menzogna come normale concausa della vita sociale. Sotto l’albero un’insolenza progettuale silenziosa che mette in discussione il pessimismo verso le qualità umane che sembra essere la nota dominate che mette nelle retrovie il meglio di noi stessi, davanti gli ostacoli creati da noi stessi, ma avendo prima posto nelle retrovie della nostra coscienza il meglio di noi e chi dirige la sinfonia sociale l’architrave del pessimismo verso le qualità umane, armandosi di arroganza per celar il vuoto e la propaganda produrre il disastro nichilista dell’oggi.

Per un Natale dove non dar più alcuna importanza agli arruffapopoli, tecnocrati, populisti, sapientoni, burocrati, risentiti, piagnucoloni perenni, tartufi, vittimisti, loquaci, baroni, gattopardi, famelici amati del possesso. Guru, Rasputin e alchimisti moderni vari e la logica delle idee messa dove merita: “In un Museo degli Orrori assieme alle torture di ogni epoca; la logica delle idee” Questo sì che sarebbe un bel regalo di Natale e nessuno farne parte come vittima sacrificale, senza la bramosia dello schierarsi, perché senza questa immane badante ci sentiamo perduti.
Per chiudere: il più bel regalo natalizio, non dar per scontato nulla, non aver paura di farsi domande e scoprire, la libertà diventar un fondamentale dovere senza necessità di esibirla e l’etica un sacrosanto diritto, scacciando il Regno delle Tenebre che fa dir che l’etica sarebbe un linguaggio incomprensibile all'uomo e la libertà da esibir come perenne pugno in faccia verso chi usa gli occhi come mezzo estensivo dell’anima.




                                               “Favola Natalizia”
                                 “La Collina dei Nasi e gli alfieri della logica delle idee”




Pare che un giorno, un Sindaco, un Sapientone che si spacciava per Guru ed una donna arrogante in carriera, si trovarono dinanzi ad un masso sulla strada. Ciascuno cercò di spostarlo con l’arroganza e la dialettica parlando al masso, ma costui non si spostò. Tempo qualche minuto, altri alti papaveri giunsero per sviluppar la disputa nei confronti del masso, poi arrivarono noti giornalisti e politologi con lo stesso scopo, ma il masso non si spostò. Improvvisamente ebbero una paralisi alle corde vocali, poi le parole, si rifiutarono di uscire dalle loro bocche dopo che ebbero nuovamente in funzione le loro corde vocali.
 Qualcuno che voleva uccidere in nome di qualche idea, vide le sue armi da fuoco sparar stelle filanti e getti di cioccolata liquida, uno su un TIR, lanciato a folle velocità, vide il suo mezzo fermarsi e poi partir come una fisarmonica, stando nello stesso posto, una donna che voleva farsi esplodere in una via, farsi esplodere, facendo uscire Elfi, Nani e Giullari festanti e tutti assieme ballare, compresa la donna. Un alto papavero, su un’auto blu, vide la sua austera vettura, prima emanar una ridondante ballata messicana e lui uscir con una danza, tutta a scatti, poi l’auto diventar una zucca vuota. Economisti, intenti a far di conto, si trasformarono in germi patogeni verdastri e i numeri su cui lavoravano, si trasformarono in esseri umani e videro dei germi patogeni sparire in un fosso.




La vicenda terminò quando una marea di arroganti, alfieri dei raggiri, alti papaveri, sapientoni, guru e dilettanti congeniti si trovarono senza nasi. Una collina di Nasi si era formata davanti ad un palazzo austero; il gruppo degli alfieri della logica delle idee si precipitarono dentro la collina alla ricerca dei loro nasi. Una battaglia furibonda si innescò tra gli alfieri della logica delle idee. Nessuno trovò il proprio naso di appartenenza, decisero di prendere i nasi dei loro simili, abituati da sempre, attraverso la logica delle idee a prendere per il naso il loro prossimo. Per una volta, nessuno si fece prendere per il naso dagli alfieri della logica delle idee, quindi gli alfieri della logica delle idee, rimasero senza nasi.

Dell’incresciosa vicenda furono accusate diverse menti libere, che usando il loro potere immaginativo, avevano preso per il naso gli alfieri della logica delle idee, da sempre abituati a prendere per il naso il loro prossimo con la logica delle idee. Questa volta però ad essere presi per il naso e senza nasi, proprio gli alfieri della logica delle idee che come ultima azione dichiararono che senza nasi, attraverso la logica delle idee, l’uomo non doveva più usar odorar nulla, compresa la vita stessa, essendo che loro, gli alfieri delle logica delle idee, erano stati privati dei loro nasi.

Dopo questa dichiarazione svolta dagli alfieri della logica delle idee, una enorme palla fatta di neuroni andati a male investì gli alfieri della logica delle idee che partì in direzione del passato remoto, lasciando all'uomo la strada aperta del tempo presente, ostruita da sempre dagli alfieri della logica delle idee.





                                                 Attilio Saletta. 

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