sabato 23 gennaio 2016

Human ofcourse and daily crime scene.




Sulla scena appare un uomo senza vita; attorno al deceduto vi sono: uomini facoltosi, rappresentanti dell’opinione pubblica, dei media e popolani che discutono ferocemente attorno al morto ed a guidar la contesa ovviamente politicanti che inscenano dispute dialettiche furibonde…l’unico tranquillo appare il deceduto…gli altri supposti vivi appaiono dominati dalle nevrosi del consenso.
D’improvviso, mentre le dispute feroci attorno ad un morto alzano i toni della dialettica…su qualche parete appaiono immagini che naturalmente i “Facoceri” trascurano…ma sembra la trama e l’ordito del “Crime Scene” ed i duellanti, forse i mandanti…la vittima giace attorno a loro…il suo viso sereno…i loquaci con facce a spigoli ed occhi di fuoco mentre passa un cervello umano con le valige e catafalchi a ruote con raffigurazioni di mummie.

Le immagini su qualche parete di edifici mostrano: un bambino felice del rapporto con il sapere con i suoi occhi curiosi, poi lo stesso bambino accusato dai suoi compagni di scuola e dall'insegnante di voler farci qualcosa di suo con la conoscenza, l’immagine successiva mostra il bambino annoiato in un’aula scolastica perché desidera sperimentare in pieno ciò che l’insegnante cerca di farli apprendere, non essendo possibile, ecco che si annoia sui temi del disco rotto dei grandi uomini, le guerre e le degenerazioni del pensiero umano di cui le guerre un manifesto della depravazione del pensiero umano; quindi ecco agli occhi del bambino il falso pedagogismo e il falso centro commerciale della svendita dell’essenza umana.
Sarebbe il caso che l’insegnante, invece di prendersela con il bambino…indagasse su se stessa/o…

Naturalmente le dispute dialettiche continuano sempre di più e i duellanti si infittiscono mentre solerti operai pongono diverse latrine su una piazza a poca distanza dal luogo della disputa dialettica…i doppi sensi da dove sgorgano l’humus dei loquaci appare inutile; il deceduto sembra l’unico tranquillo, un manifesto mostra l’annuncio di un concerto di musica dodecafonica e un foglio di giornale indicante cronaca politica; su un’altra un concerto di musiche di Bach, Vivaldi, Chopin e Mozart…ma la sala rischia di chiudere….non così quella dove la musica dodecafonica si svilupperà… del resto….è vicina ad un palazzo austero…lì i commedianti hanno la possibilità di sviluppar le loro scalcinate trame, ma con una differenza: quelli che fanno i commedianti di mestiere…fanno ciò solo il tempo di una commedia e poi affrontano la vita reale….gli altri mettono in farsa la vita sociale full time, ma è una farsa tragica accentuata dalla dialettica.

Le immagini proseguono mostrando: un bambino decide quali giochi fare con i suoi coetanei come sudditi, poi un altro gruppo dove gli intrecci di progettualità ludica hanno la possibilità di manifestarsi in pieno…poi giornali e trasmissioni televisive dove uomini auto referenziali si considerano il centro di ogni cosa, all'esterno sembrano umanisti…ma nei loro luoghi di potere è il regno delle tenebre e i sudditi essenziali, giacché i fatti sono nemici della concordia.
Un’altra immagine mostra invece un luogo dove la ricerca è essenziale e gli intrecci di progettualità un menù costante, l’antagonismo non esiste ed è vera competizione fondata sul controllo reciproco e la mediocrità un crimine…sembra quindi che attorno ad un morto…la mediocrità non sia un reato…non esserlo sicuramente…forse il deceduto commise questo efferato crimine.

La disputa attorno al morto prosegue mentre qualcuno entra dentro qualche latrina e musiche da opera buffa si ode all'interno…ma sulle pareti altri immagini giungono…

Un giovane ragazzo è attorniato da altri che parlano, usando la “Cultura del si dice” lui non dice nulla…poi una sua frase: “Ma siete certi di quello che dite?” …Occhi inferociti e visi canuti dei suoi coetanei…lascia il gruppo con viso ilare il ragazzo dalla frase semplice…

Invece di prendervela con quel ragazzo…indagate su voi stessi; vi sono persone che amano sperimentar ogni dato…se non è possibile…vi mollano…se poi l’accusate di asocialità…abbiate l’idea che la maggioranza dei mezzi che usate sono il frutto di persone considerate degli asociali; forse sarebbe il caso di riflettere.

Il concerto stridente prosegue attorno ad un deceduto mentre passa un carro funebre indicante le parole più usate quali: Democrazia, Giustizia, Libertà, Decenza e Curiosità Critica e sopra la bara: “Dead Town” ed i duellanti assumono toni austeri mentre passano pupazzi senza testa e i loquaci appaiono ammirati e sognanti, del resto…presto vi sarà una disputa elettorale ed una banda musicale passa sulle ali del Dixieland: “The Ciarlatan Band”

Altre immagini giungono dalle pareti: un giullare affermar un semplice concetto…se lo sviluppo delle qualità umane fosse stato dato dalle opinioni; cosa accadrebbe oggi?

Improvvisamente i duellanti appaiono in mutande, iniziano a parlar con suoni gutturali, salgono su cavallini a dondolo ed osservano una pietra a forma di ruota con toni risentiti.
Poi cadono oggetti frutto di persone che non hanno mai badato al “Carcere del pensiero umano” le opinioni quindi: un sestante, un bisturi, cartine geografiche, un motore a scoppio, una cinepresa, la boccetta di un vaccino, un modello di un aereo, un computer e dichiarazioni pompose di politicanti sulla follia di certe persone che credono di essere nate in maniera diversa da loro e dall'opinione pubblica.

Altre scena appaiono: un uomo cerca di passar sulle strisce pedonali ed è insultato da altri, a bordo di auto, un uomo malmenato perché ha detto ad uno di non buttar carta per terra, un altro discende da un mezzo pubblico per gli odori nauseabondi di altri, frutto di bevande alcoliche e domanda a se stesso, se possa vivere ed aver diritto alla vita con la decenza, il senso della misura e soprattutto, giudice di se stesso e se non è possibile esiste solo lo spazio del regno delle tenebre e le idee che devono andar bene per tutti e unicamente tinte unite senza sfumature e se per caso dicesse di una sua scoperta sarebbe circondato dalle parole ridondanti dei suoi simili.

Improvvisamente accade qualcosa di non previsto: il deceduto si desta e corre felice per la piazza…i duellanti inviperiti rincorrono l’uomo accusandolo di essere vivo mentre loro avevano discusso della sua morte, un affronto alla loro superiorità intellettuale, lui ride felice e saltella ed issa un cartello:

                                  “Sono un introverso”
Siamo tenaci ed amiamo pensar diversamente dagli altri.   
                         “La vita consapevole, quindi non amiamo oscuraci la vista da soli, rinchiudendo in un baule le nostre domande, magari per aver vita sociale”
I duellanti dialettici vanno verso i loro palazzi austeri, entrano, ma finiscono come figuranti in un’opera buffa allegorica sull'oscurità in qualità di spettri inseguiti da loro stessi.



                                                Attilio Saletta.






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