Sulla scena appare un uomo senza vita; attorno al deceduto
vi sono: uomini facoltosi, rappresentanti dell’opinione pubblica, dei media e
popolani che discutono ferocemente attorno al morto ed a guidar la contesa
ovviamente politicanti che inscenano dispute dialettiche furibonde…l’unico
tranquillo appare il deceduto…gli altri supposti vivi appaiono dominati dalle
nevrosi del consenso.
D’improvviso, mentre le dispute feroci attorno ad un morto
alzano i toni della dialettica…su qualche parete appaiono immagini che
naturalmente i “Facoceri” trascurano…ma sembra la trama e l’ordito del “Crime
Scene” ed i duellanti, forse i mandanti…la vittima giace attorno a loro…il suo
viso sereno…i loquaci con facce a spigoli ed occhi di fuoco mentre passa un
cervello umano con le valige e catafalchi a ruote con raffigurazioni di mummie.
Le immagini su qualche parete di edifici mostrano: un
bambino felice del rapporto con il sapere con i suoi occhi curiosi, poi lo
stesso bambino accusato dai suoi compagni di scuola e dall'insegnante di voler farci qualcosa di suo con la conoscenza, l’immagine successiva mostra il
bambino annoiato in un’aula scolastica perché desidera sperimentare in pieno
ciò che l’insegnante cerca di farli apprendere, non essendo possibile, ecco che
si annoia sui temi del disco rotto dei grandi uomini, le guerre e le degenerazioni
del pensiero umano di cui le guerre un manifesto della depravazione del
pensiero umano; quindi ecco agli occhi del bambino il falso pedagogismo e il
falso centro commerciale della svendita dell’essenza umana.
Sarebbe il caso che
l’insegnante, invece di prendersela con il bambino…indagasse su se stessa/o…
Naturalmente
le dispute dialettiche continuano sempre di più e i duellanti si infittiscono
mentre solerti operai pongono diverse latrine su una piazza a poca distanza dal
luogo della disputa dialettica…i doppi sensi da dove sgorgano l’humus dei
loquaci appare inutile; il deceduto sembra l’unico tranquillo, un manifesto
mostra l’annuncio di un concerto di musica dodecafonica e un foglio di giornale
indicante cronaca politica; su un’altra un concerto di musiche di Bach,
Vivaldi, Chopin e Mozart…ma la sala rischia di chiudere….non così quella dove
la musica dodecafonica si svilupperà… del resto….è vicina ad un palazzo
austero…lì i commedianti hanno la possibilità di sviluppar le loro scalcinate
trame, ma con una differenza: quelli che fanno i commedianti di mestiere…fanno
ciò solo il tempo di una commedia e poi affrontano la vita reale….gli altri
mettono in farsa la vita sociale full time, ma è una farsa tragica accentuata
dalla dialettica.
Le immagini proseguono
mostrando: un bambino decide quali giochi fare con i suoi coetanei come
sudditi, poi un altro gruppo dove gli intrecci di progettualità ludica hanno la
possibilità di manifestarsi in pieno…poi giornali e trasmissioni televisive
dove uomini auto referenziali si considerano il centro di ogni cosa, all'esterno sembrano umanisti…ma nei loro luoghi di potere è il regno delle tenebre e i sudditi essenziali, giacché i fatti sono nemici della concordia.
Un’altra immagine
mostra invece un luogo dove la ricerca è essenziale e gli intrecci di
progettualità un menù costante, l’antagonismo non esiste ed è vera competizione
fondata sul controllo reciproco e la mediocrità un crimine…sembra quindi che
attorno ad un morto…la mediocrità non sia un reato…non esserlo
sicuramente…forse il deceduto commise questo efferato crimine.
La disputa attorno al
morto prosegue mentre qualcuno entra dentro qualche latrina e musiche da opera
buffa si ode all'interno…ma sulle pareti altri immagini giungono…
Un giovane ragazzo è attorniato
da altri che parlano, usando la “Cultura del si dice” lui non dice nulla…poi
una sua frase: “Ma siete certi di quello che dite?” …Occhi inferociti e visi
canuti dei suoi coetanei…lascia il gruppo con viso ilare il ragazzo dalla frase
semplice…
Invece di prendervela
con quel ragazzo…indagate su voi stessi; vi sono persone che amano sperimentar
ogni dato…se non è possibile…vi mollano…se poi l’accusate di asocialità…abbiate
l’idea che la maggioranza dei mezzi che usate sono il frutto di persone considerate
degli asociali; forse sarebbe il caso di riflettere.
Il concerto stridente prosegue attorno ad un deceduto
mentre passa un carro funebre indicante le parole più usate quali: Democrazia,
Giustizia, Libertà, Decenza e Curiosità Critica e sopra la bara: “Dead Town” ed
i duellanti assumono toni austeri mentre passano pupazzi senza testa e i
loquaci appaiono ammirati e sognanti, del resto…presto vi sarà una disputa
elettorale ed una banda musicale passa sulle ali del Dixieland: “The Ciarlatan
Band”
Altre immagini giungono
dalle pareti: un giullare affermar un semplice concetto…se lo sviluppo delle
qualità umane fosse stato dato dalle opinioni; cosa accadrebbe oggi?
Improvvisamente i duellanti appaiono in mutande, iniziano a
parlar con suoni gutturali, salgono su cavallini a dondolo ed osservano una
pietra a forma di ruota con toni risentiti.
Poi cadono oggetti frutto di persone che non hanno mai
badato al “Carcere del pensiero umano” le opinioni quindi: un sestante, un
bisturi, cartine geografiche, un motore a scoppio, una cinepresa, la boccetta
di un vaccino, un modello di un aereo, un computer e dichiarazioni pompose di
politicanti sulla follia di certe persone che credono di essere nate in maniera
diversa da loro e dall'opinione pubblica.
Altre scena appaiono:
un uomo cerca di passar sulle strisce pedonali ed è insultato da altri, a bordo
di auto, un uomo malmenato perché ha detto ad uno di non buttar carta per
terra, un altro discende da un mezzo pubblico per gli odori nauseabondi di
altri, frutto di bevande alcoliche e domanda a se stesso, se possa vivere ed
aver diritto alla vita con la decenza, il senso della misura e soprattutto,
giudice di se stesso e se non è possibile esiste solo lo spazio del regno delle
tenebre e le idee che devono andar bene per tutti e unicamente tinte unite
senza sfumature e se per caso dicesse di una sua scoperta sarebbe circondato
dalle parole ridondanti dei suoi simili.
Improvvisamente accade
qualcosa di non previsto: il deceduto si desta e corre felice per la piazza…i
duellanti inviperiti rincorrono l’uomo accusandolo di essere vivo mentre loro
avevano discusso della sua morte, un affronto alla loro superiorità
intellettuale, lui ride felice e saltella ed issa un cartello:
“Sono un introverso”
Siamo tenaci ed amiamo
pensar diversamente dagli altri.
“La vita
consapevole, quindi non amiamo oscuraci la vista da soli, rinchiudendo in un
baule le nostre domande, magari per aver vita sociale”
I duellanti dialettici
vanno verso i loro palazzi austeri, entrano, ma finiscono come figuranti in
un’opera buffa allegorica sull'oscurità in qualità di spettri inseguiti da loro
stessi.
Attilio Saletta.
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