Premessa: nessuno possiede il Pianeta Terra, tanto meno chi non possiede criteri etici.
Tutto sembra ricondurre ad “Open
Society” di Karl Popper.
Una Società
chiusa che comprime l’individuo, riducendoli gli spazi.
Allargando il concetto:
un non vivere egoistico dove il bene comune non esiste, assenza di cultura di
governo, disinteresse per il futuro, scambio fraudolento e chi dirige la follia
con ampi consensi si appropria di tutto, senza dar in scambio nulla, sentendosi
al di sopra delle leggi, del decoro e come mantello, la menzogna, la vanagloria
e l’ignoranza del vivere, perché una laurea è un pezzo di carta, ma il vivere è
ben altra cosa che ti deve accompagnare per tutta la vita.
La sete del
possesso di questi Cavalieri dell’Apocalisse che issano il vessillo dell’Impero
del Male sta distruggendo questo nostro pianeta in maniera vorticosa, senza
pensare alle conseguenze tragiche per il creato e le future generazioni.
Avanzano tra
tracotanza e strafottenza per tutti e tutto, solo la metastasi del consenso
importa, tutto il resto è tabula rasa e la degenerazione del pensiero umano
fare il resto.
Società
chiusa che comprime l’individuo quindi ed impedisce qualsiasi sviluppo che può
essere messo in azione da chi sa pensare diversamente sulla base della società
aperta come la descrisse Popper.
Quindi chi
possiede Cultura di Governo?
Nessuno di quelli che infestano di idiozie con le
loro vanterie le pagine dei giornali; solo persone che non appaiono mai sul
proscenio dell’insania.
Il fornaio
che mentre tutti dormono, è impegnato a far il pane, con la qualità ed impegno,
cercando di dare il meglio di sé, quindi Cultura di Governo.
Per lui dieci euro
guadagnati sono il frutto di lavoro di ore; non comizi senza contenuti da chi
ostruisce il cammino del prossimo.
Il
fruttivendolo che prestissimo, va a prendere frutta e verdura per dar sostanza
ai pranzi e cene del prossimo, quindi Cultura di Governo.
Una ragazza
esce di casa con il suo bambino e deve fare gli slalom tra il traffico e gli
incivili per portarlo a scuola e poi andar al lavoro. Un impegno costante che è
Cultura di Governo per definizione.
Un uomo ed
una donna escono di casa per dar sostegno verso chi ha di meno. Potrebbero
passare la serata a guardare la televisione o smanettare con lo smartphone;
scelgono l’impegno civile ed affrontano pezzi di società che vivono nell'ombra.
Quindi Cultura di Governo.
Un uomo vive
nella povertà, non certamente civile e spirituale, affronta da solo le sue
precarietà e gli ostacoli, ben più ardui di quel termine vuoto chiamato Popolo.
Quindi Cultura di Governo.
Un uomo
semplice, vede il degrado della città, l’affronta, risolvendolo con un
raschietto e altro, assieme ad altri crea autentica risalita di civiltà e
quindi, Cultura di Governo, veloce ed efficace, senza il lamentio di chi ha
bisogno di un capo che decide per lui.
Una coppia
in pensione non passano le giornate a leggere giornali o altro. Impiantano
alberi in una zona quasi brulla e la trasformano. Massima manifestazione di
Cultura di Governo.
Un
negoziante vede plastica in ogni dove, decide di far qualcosa al riguardo e fa
diventare il suo esercizio commerciale un Plastic Free. Segno tangibile di
Cultura di Governo.
Un artigiano
il pensione crea dal nulla un fabbricato per insegnare i mestieri del lavoro a
ragazzi e ragazze e creare prospettive nuove al suo prossimo. Quindi Cultura di
Governo.
Un
insegnante rivitalizza la pedagogia dello studio e dell’impegno ai ragazzi,
uscendo, va con i suoi bambini e li fa giocare a giochi spariti dalla modernità
dove anche la spensieratezza sembra essere sparita.
L’anticorpo sano produce un
ritorno di spontaneità per molti. Vera Cultura di Governo.
Due genitori
portano i loro figli in ambienti naturalistici, quattro ore bastano per creare
nuovi presupposti per il vivere. Cultura di Governo.
Un uomo
politico, ma diverso dagli altri: non ha apparati, non fa comizi, ama l’etica e
l’impegno civile, va in giro a far domande al suo prossimo, la sua abitazione è
semplice, chiunque può venire da lui e senza ostacoli a proporre soluzioni, ama
essere messo in difficoltà, si fa domande, il suo ufficio pieno di documenti
fatti da persone progettuali che legge con interesse ed entusiasmo.
Non importa
se è visto male dai suoi colleghi; vede tanta Cultura di Governo nelle tante
persone che incontra e nei documenti creati da persone progettuali, Vera
Cultura di Governo.
Insomma:
Società Aperta, dove ogni progettualità è messa in circolo e la fame di
soluzioni sta nelle periferie del pensiero umano, non al centro, impegnato a
rendere banale il vivere stesso.
Affrontare a
viso aperto le sfide dell’oggi, ma senza comizi o conferenze, non dando credito
alle parole, ma andando di persona a veder le cose e creare così, Cultura di
Governo che non può essere messa in azione da chi ha anchilosato la sua mente
al consenso che è in antitesi con la Cultura di Governo.
La sola
Cultura di Governo si basa su Scambio quattro: non quello fraudolento che è di tipo
uno, pagando denaro attraverso un becero neuro marketing frutto di una Società
Chiusa; su quello più alto dove dai il meglio rispetto a quello che fai, di
alta qualità e chi ne usufruisce ha di più di quello che pensava di poter avere
e crea un circolo di qualità con effetto domino lungo tutta la catena sociale.
Solo in quel caso si ha Cultura di Governo, quindi Società Aperta.
Totale
indipendenza da tutto ciò che cerca di inghiottire l’uomo verso la bassezza
morale di questo Impero del Male.
Attilio Saletta.
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