venerdì 8 febbraio 2019

Cittadinanza Attiva, o le Trappole della Mente?






“Le trappole della mente stanno alla cittadinanza attiva come l’agire in prima persona sta nel lamentarsi”

La quantità di dati falsi su cosa sia vita sociale, cittadinanza attiva e risolvere questioni è stata sempre enorme; oggi di proporzioni immense che fanno rima con l’inazione.


“Oggi l’importante è far numero e non contare”

Prove di come agiscano queste falsità, falsificando in senso del reale, sarebbero da mettere in un silos di ottanta metri.
Una semplice prova indiziale.

In sintesi: buche sulle strade, qualcuno le fotografa, centinaia di parole, antagonismi, nevrosi, lamentarsi senza muovere un singolo pollice al riguardo, fiumi di trasmissioni televisive con gente inferocita, il festival del “Io non ci sono” gli arruffapopoli in azione, ma solo verbale, divise, reggimenti, furbizie dialettiche; ma lo scempio rimane lì e qualcuno ha speso migliaia di parole e tutto ciò passa per cittadinanza attiva e vita sociale con il dominio dei personaggi decorativi come le statue di cera e le dispute tra i teatranti senza interruzioni a parte le attività dei neuroni.

“Se le definizioni delle parole scendessero in sciopero, quel giorno sarebbe indicato come festa nazionale”

C’è un aspetto: sono sempre stato in antitesi con tutte queste furbizie della mente che portano all'inazione, ma rischiavo di diventarne complice, limitandomi a crearci farse, costruzioni creative e scriverci post al riguardo.
 Dovevo far attività pratiche e manuali sulla strada del decoro, allora sì che questi miei disaccordi avrebbero avuto un senso e conquistare autentica cittadinanza attiva.

“Chi è in disaccordo con il degrado, non considera l’inciviltà una concausa del vivere, voltandosi dall'altra parte; agisce sul meccanismo del prima e del dopo, riconquistando aree al bene comune”

All'inizio del novembre del 2018, decisi di entrare in Retake e sin dal primo momento provai tutto ciò che mi mancava: attività pratiche e manuali su come portare decoro con gli altri, empatia, resilienza e cittadinanza attiva e la mia attività creativa beneficiarne. I polpastrelli, in azione, non solo digitando su una tastiera, ma anche usando un rastrello per liberar una via da ingombri, un pennello per verniciare un muro insudiciato, un raschietto per tirar via adesivi, muovere una carriola per depositarci bottiglie da un’area verde, che era diventata un qualcosa di estraneo in un quartiere e per chi ci viveva.

“Il senso civico non consiste nel saper tutto al riguardo e poi buttar una bottiglia di plastica dalla finestra e lamentarsi che la città è sporca. Non saperne molto, incontrarlo, frequentandolo con le tue azioni e capire che fartelo amico è assai semplice e la parola lamentarsi, cancellata dal tuo dizionario”



Qui ecco in sintesi il senso del reale: L’area attorno Piazzale Jonio, come esempio: fotografie del degrado, un’area verde non più in possesso dell’uomo, dei bambini per giocarci, una foresta di inciviltà e squallore e atteggiamenti umani tendenti all'indifferenza ed ad un senso di estraneità verso il bene comune.
Retake interviene in forze, decidendo che quella zona della città deve essere riconquistata come bene comune per ricreare senso di appartenenza al vivere stesso: giungiamo in cinquanta a cui si aggregano con entusiasmo chi ci vive, bonificando un’area verde, tirando via centinaia di bottiglie di vetro e plastica, tappi conficcati nel terreno, sradicati e tolti di mezzo, un gran numero di sacchi di immondizia riempiti, potatura di alberi, riverniciato i muretti attorno all'area verde, pulita una struttura di vetro, staccati centinaia di adesivi, svuotati cestini dell’immondizia…ed a bonifica svolta…il decespugliatore entrare in azione e trasformare un’area degradata in un giardino esteso come un’opera d’arte di un paesaggista.




Dopo diverse ore la fotografia del dopo e di chi ha agito in tal senso: un misto di empatia, resilienza, fatica gioiosa portata a termine e occhi che delineano spazi…bambini che riconquistano quella zona e mutamento di umori di chi ci vive.
Semplicemente: cittadinanza attiva e nessun spazio della staticità del pensiero davanti al degrado che sta alla base delle trappole della mente.

“La cittadinanza attiva non è materia per dispute dialettiche. Agire in prima persona: senza divise, reggimenti, autoritarismi, inserire in germe della delega o il timore di vicinanza pratica con il senso del reale. La riconquista dell’impegnarsi sta in poche parole e visi solari che sta alla base della cittadinanza attiva”

Quindi non è un valore immutabile che star assieme, ci deve essere qualcuno che pontifica sugli altri con l’indice puntato ed occhi di fuoco salendo su otto sgabelli, uno sopra l’altro, per far l’autoritario, e guai a te se ti metti a ridere se la pila di sgabelli crolla assieme al tiranno di turno.
Ho imparato che l’unico sgabello che uso è quando vi salgo, armato di raschietto, per tirar via un adesivo da un muro o da un cartello stradale.

“La vita è piuttosto semplice, basta essere clandestini di se stessi e far tante cose che credevi di non saper fare, usando al meglio la tua vena di scoperte e trovar un fine nelle tue azioni, non avrai bisogno di usare un microscopio per trovarlo. Basta indossare una maglietta blu con l’indicazione di cittadini volontari mentre sei alla fermata del bus, e per non perdere tempo…tirar fuori un raschietto e sradicare inciviltà prima che il disservizio giunga”
Retake mi ha dato un senso di appartenenza che mi mancava: la spontaneità del vivere, senza il pensiero, ma consapevole che posso dare, scacciando gli inganni della mente in qualche botola a forma di televisore.



Attilio Saletta.




















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