Nel pomeriggio del Santo Natale sono andato a vedere
l’ultimo lavoro di Woody Allen e ne ho tratto significativi elementi per
l’oggi.
Volutamente ambientato negli
“Anni 50” ma un film che ha descritto
l’oggi in molte delle sue trame oscure.
Un “Luna Park” apparentemente giocoso, ma proprio sopra una delle tante
attrazioni, in una casa, si svolge il dramma famigliare.
L’aggancio
con l’oggi è evidente: la ricerca assidua di “Facilitatori” e costanti “Luna
Park per non essere “Causa” del
vivere e questi marchingegni provocano il “Dramma”
del vivere stesso, incentivato da quel “Anestetico” rappresentato dal “Banalizzare” la vita stessa in cui tutto
detiene un numero, ma nessun valore.
Ogni personaggio del film
vive una perenne e spesso frustrante condizione di desideri infranti ed
insoddisfazione e ricercar vie di uscita per uscirne: dal bagnino, che vorrebbe
diventar uno scrittore affermato e che incontra due donne e ne carpisce le loro
trame per corroborar la propria, la cameriera di un locale che desidera
ritornar a far l’attrice e si sente fuori ruolo e completamente insoddisfatta
dalla sua vita coniugale, la giovane donna che è scappata da vicende burrascose
e desidera costruirsi un futuro diverso e confacente con le sue indoli di
capacità intuitive, l’uomo che vive una condizione di ricerca frustrante di
certezze, vede nella propria moglie un’ancora di salvezza, cerca di
coinvolgerla nelle sue passioni, ma senza mai ricevere alcun sostegno.
Qui l’aggancio con l’oggi non
potrebbe essere più evidente: sembra che tutto sia alla portata e con facilità per l’uomo, con i moderni sistemi telematici, quasi una garanzia al riguardo; ma invece tutto ci sfugge e l’insoddisfazione segue a ruota assieme ai desideri infranti. Quasi che vi sia qualcuno in possesso di un “Inchiostro Simpatico” dove le garanzie più basilari spariscono alla fluttuazione dell’irrazionalità del tempo assieme a prender possesso delle soggettività altrui senza chiedere permesso a nessuno.
Nel
lavoro del regista è rintracciabile un costante spartito di “Chiaroscuri” dove momenti di felicità
sono schiacciati dalla sofferenza ed il desiderio di riscatto che rimangono
fermi come un “Centometrista” fermo
sui blocchi di partenza senza poter svolgere la competizione ed a svolgerla in
un perenne scenario di “Chiaroscuri” quelli
che hanno capacità dialettiche tali per cui esiste una giustificazione per ogni
smantellamento di “Know How dalla
vita sociale e
“L’allontanamento dalla colpa” e
quasi una costante dell’oggi, un germe che sta infestando il “Sistema Immunitario” della vita
sociale.
Nel film, i primi piani dei
volti, non sono solo inquadrature, “Radiografie”
del pensiero umano in tutto l’arco delle sensazioni vissute dai personaggi
e fa comprendere le anatomie del dramma, quasi una formula matematica della
degenerazione del pensiero e poi dell’azione vera e propria.
“Desideri Infranti, Sete di Possesso, Indifferenza, Dramma,
Allontanamento dalla colpa e senso di colpa”
Nessuno preme il “Grilletto” per annientare la vita di
nessuno, ma qualche personaggio agisce per far sì che qualcuno agisca al posto
suo; oggi, quanti macabri personaggi operano così per privar della vita loro
simili, ma senza mai premere alcun “Grilletto?
Il “Senso Comune” afferma che per far cessar la violenza: da quella
psicologica, fisica e mentale, serve impedire che qualcuno spari ad un suo
simile; un concetto che non ha nulla di funzionale al riguardo giacché tali
degenerazioni avvengono ben prima: attraverso “Implant” creati proprio da chi non spara alcun colpo di pistola
per uccidere un suo simile.
Gli “Implant” sono fondati su “Immagini
e circuiti mentali” che inseriti nella mente di qualcuno, fanno sì che
uccidano, o devastano con guerre psicologiche altre persone, dove la ricerca del
vero non entra minimamente ed il furore è iniziato ben prima, attraverso Implant, immagini e circuiti mentali.
Pensar di far cessar la
violenza, impedendo che qualcuno spari ad un suo simile equivale a credere che
le industrie belliche si riconvertano a produrre gelati e confetture.
Serve ben altro: smettere di
far i Censori della Conoscenza di se
stessi e ritornar ad essere Clandestini
del Sapere come quando si era bambini e Gattonare
nella vita come costante.
“Per capire in senso della vita è sufficiente passare
qualche ora con un bambino che ha iniziato a gattonare in soggiorno, sbatte
contro la gamba di una sedia, ma impara a non sbatterci più; sembra invece che
quando si diventa adulti, la conoscenza non è più una ricerca individuale, ma
collettiva, dettata dalle opinioni, quindi ci si istupidisce, c’è uno spigolo di
un muro, ma gli altri hanno detto che non fa male sbatterci contro, ci si va e
ci si fa male e la volta dopo ancora peggio; per capire l’essenza della vita
basta veder i azione un bambino che ha appena iniziato a gattonare in
soggiorno: La ruota delle meraviglie è tutta qui.
Attilio Saletta.
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