Ci sono molte abitazioni prive di fondamenta in cui un
tempo vi entravo, da diverse decadi non ci metto più piede.
Quella abitazione così amata da tanti per cui il
destino dell’uomo dipenderebbe da tanti ad eccezione di te stesso, generando un
falso potere di scelta.
Quell'edificio ridondante fatto di reggimenti
rumorosi, chiassosi pieni di brulicar di antagonismi, schieramenti dominati
dalla nevrosi e sociologie di massa guidati da falsi colti da quell'immenso asilo infantile chiamato politica, ricolma di grandi uomini e disco rotto di
ripicche, piagnucoloni, vittimisti e personaggi decorativi, una mastodontica
seduta psicologica dove la decenza non ha diritto di entrarci.
Quella maestosa casa dove ogni parola è forzata, le
definizioni delle stesse mai rispettate generando un reato semantico costante
ed i paroloni pieni di psicologie fantastiche; credere alla proprie bugie.
Quell'edificio in cui l’uomo pensa di vivere
circondato da Superman che gli risolveranno ogni problema; principalmente
dargli la possibilità di non pensare e farsi domande ed allora ecco la calata
degli eroi e l’uomo passare da un miraggio all'altro senza soluzione di
continuità con questa casa così ambita.
Quel luogo dove personaggi sicuramente desiderano
rappresentarti a patto che non hai qualche dubbio ed in questo caso dovrai
evitar di andar in bagno e tener aperta la porta onde evitar di essere
accoltellato da una sillaba come accadde ad un uomo ritratto in un famoso
dipinto o nelle vicende di Andrea Chenier, uccisi da chi desideravano
rappresentarli; la lista è assai lunga al riguardo e David Copperfield continua
a cercar di valicar le colline di Dover.
Da tempo ho scelto di non averci più nulla a che fare
con questa società urlata, masse mentali e l’uomo capace di sminuire se stesso
attraverso i battaglioni dei “Signor No” contro qualcosa, principalmente la
definizione di “Uomo” rintracciabile in un dizionario ed a favore non è dato
sapere nei meccanismi inebrianti del pessimismo verso le qualità umane che
diedero a Kafka, Gogol, Dostoevskij, Shakespeare ampie fonti di ispirazione e
Moliere far ridere ancora lo spettatore, senza sapere che sta ridendo di se
stesso; la mancanza del senso del ridicolo dell’uomo è stata da sempre la
maggior fonte creativa di commediografi e umoristi; far ridere è una cosa
seria.
La mia casa che sto costruendo è fatta di vero potere
di scelta: in una scena chiassosa scelgo quei pochi frammenti che sono di segno
opposto senza badar al resto, cerco scoperte attraverso aprir la mia mente alla
crescita e che trovo nei cento minuti che passo in un ambiente naturale; lì
comunicazioni forzate e orchestre sinfoniche fatte unicamente di strumenti a
percussione non li trovo ed è facile scovar la più grande delle dinamiche
esistenti: la dignità assieme alla forza della volontà, così creo il mio show
di scoperte e scelgo le immagini ed i rumori che desidero che sono farina del
mio sacco, non finirci dentro assieme alla sceneggiatura della mia vita.
C’è una scena tratta da: Lisbon Story di Wim Wenders
che spiega tutto ciò: il protagonista è un rumorista e va in giro per Alfama,
quartiere famoso della capitale portoghese con attrezzature particolari e
coglie vari aspetti, ma su sua libera scelta per poi ascoltare in una casa
semibuia le armonie dei Madredeus in una stanza con loro a suonare, appunto
Alfama.
Questa è la casa che sto costruendo; vero potere di
scelta.
Del resto Blangè nel “Tram che si chiama desiderio”
non indicò di cancellare il formalismo ed andar verso la joie de vivre, dove
trovarla? Nei riti pubblici dove domina il linguaggio del “Non esserci” oppure
ricercarla tu stesso scendendo in strada ed affrontando la vita? Scegliendo le
immagini e le armonie da carpire? Creando tu stesso la trama della tua vita; il
noir puoi vederlo in qualche film interpretato da Boris Karloff, o riderci su
con qualcuno scendere le scale armato di trombetta verso gli scantinati per
andar a liberare Panama come in “Arsenico e Vecchi Merletti” Non nella vita
sociale; del resto la vita è fatta per risolvere problemi mettendo sotto
controllo l’intelletto e quando non è così anche un alito di vento diventa un
ostacolo ed il Signor K poter essere annientato per aver osservato l’ovvio.
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