sabato 14 ottobre 2017

LA JOIE DE VIVRE.


Ci sono molte abitazioni prive di fondamenta in cui un tempo vi entravo, da diverse decadi non ci metto più piede.


Quella abitazione così amata da tanti per cui il destino dell’uomo dipenderebbe da tanti ad eccezione di te stesso, generando un falso potere di scelta.


Quell'edificio ridondante fatto di reggimenti rumorosi, chiassosi pieni di brulicar di antagonismi, schieramenti dominati dalla nevrosi e sociologie di massa guidati da falsi colti da quell'immenso asilo infantile chiamato politica, ricolma di grandi uomini e disco rotto di ripicche, piagnucoloni, vittimisti e personaggi decorativi, una mastodontica seduta psicologica dove la decenza non ha diritto di entrarci.


Quella maestosa casa dove ogni parola è forzata, le definizioni delle stesse mai rispettate generando un reato semantico costante ed i paroloni pieni di psicologie fantastiche; credere alla proprie bugie.

Quell'edificio in cui l’uomo pensa di vivere circondato da Superman che gli risolveranno ogni problema; principalmente dargli la possibilità di non pensare e farsi domande ed allora ecco la calata degli eroi e l’uomo passare da un miraggio all'altro senza soluzione di continuità con questa casa così ambita.


Quel luogo dove personaggi sicuramente desiderano rappresentarti a patto che non hai qualche dubbio ed in questo caso dovrai evitar di andar in bagno e tener aperta la porta onde evitar di essere accoltellato da una sillaba come accadde ad un uomo ritratto in un famoso dipinto o nelle vicende di Andrea Chenier, uccisi da chi desideravano rappresentarli; la lista è assai lunga al riguardo e David Copperfield continua a cercar di valicar le colline di Dover.


Da tempo ho scelto di non averci più nulla a che fare con questa società urlata, masse mentali e l’uomo capace di sminuire se stesso attraverso i battaglioni dei “Signor No” contro qualcosa, principalmente la definizione di “Uomo” rintracciabile in un dizionario ed a favore non è dato sapere nei meccanismi inebrianti del pessimismo verso le qualità umane che diedero a Kafka, Gogol, Dostoevskij, Shakespeare ampie fonti di ispirazione e Moliere far ridere ancora lo spettatore, senza sapere che sta ridendo di se stesso; la mancanza del senso del ridicolo dell’uomo è stata da sempre la maggior fonte creativa di commediografi e umoristi; far ridere è una cosa seria.


La mia casa che sto costruendo è fatta di vero potere di scelta: in una scena chiassosa scelgo quei pochi frammenti che sono di segno opposto senza badar al resto, cerco scoperte attraverso aprir la mia mente alla crescita e che trovo nei cento minuti che passo in un ambiente naturale; lì comunicazioni forzate e orchestre sinfoniche fatte unicamente di strumenti a percussione non li trovo ed è facile scovar la più grande delle dinamiche esistenti: la dignità assieme alla forza della volontà, così creo il mio show di scoperte e scelgo le immagini ed i rumori che desidero che sono farina del mio sacco, non finirci dentro assieme alla sceneggiatura della mia vita.


C’è una scena tratta da: Lisbon Story di Wim Wenders che spiega tutto ciò: il protagonista è un rumorista e va in giro per Alfama, quartiere famoso della capitale portoghese con attrezzature particolari e coglie vari aspetti, ma su sua libera scelta per poi ascoltare in una casa semibuia le armonie dei Madredeus in una stanza con loro a suonare, appunto Alfama.




Questa è la casa che sto costruendo; vero potere di scelta.
Del resto Blangè nel “Tram che si chiama desiderio” non indicò di cancellare il formalismo ed andar verso la joie de vivre, dove trovarla? Nei riti pubblici dove domina il linguaggio del “Non esserci” oppure ricercarla tu stesso scendendo in strada ed affrontando la vita? Scegliendo le immagini e le armonie da carpire? Creando tu stesso la trama della tua vita; il noir puoi vederlo in qualche film interpretato da Boris Karloff, o riderci su con qualcuno scendere le scale armato di trombetta verso gli scantinati per andar a liberare Panama come in “Arsenico e Vecchi Merletti” Non nella vita sociale; del resto la vita è fatta per risolvere problemi mettendo sotto controllo l’intelletto e quando non è così anche un alito di vento diventa un ostacolo ed il Signor K poter essere annientato per aver osservato l’ovvio.

















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