Ieri sera, Bruce Springsteen mi ha accompagnato nel suo mondo che è anche il nostro.
Idealmente mi ha fatto entrare nella sua casa con tutti i carichi di conflitti, sconfitte e resurrezioni .
Non quindi nello Show Business.
Dove poi lui ed i suoi orchestrali hanno suonato, aveva qualcosa di magico che respirava di antico. spirituale e semplice.
Cosa mi ha detto tra una canzone e l'altra è di non temere le ferite che ciascuno si porta dietro.
Tra i grandi spazi e le sequenze piccole del vivere di ogni giorno.
Un inizio, subito emozionante con i grandi spazi, le corse dei cavalli in piena libertà.
Lui viaggiare con la sua Cadillac.
Nelle sue parole emergere il suo Paese: da una parte, la frontiera, la sfida ed il silenzio; dall'altra la vita comunitaria.
Prima dell'inizio delle musiche e delle ballate, qualcosa di magico: un luogo, quasi spirituale, un tempo, sede di feste di contadini dopo la fine del raccolto con antichi cimeli.
Il legno, quasi comunicativo ed una struttura architettonica a semi cerchio dalla acustica perfetta.
Un palco semplicissimo dove lui ed i musicisti, non suonare, colloquiare con gli spettatori attraverso ballate e musica e gli stacchi dove lui, con la sua voce, descrivere il senso delle canzoni in luoghi, alle volte, dai grandi spazi della natura, in altre, nel vivere di tutti i giorni e la sua auto viaggiare, o la sua moto su cui amava percorrere la frontiera americana ed il sabato sera mettersi in azione il ritmo.
Emergere però ferite: non riuscire ad amare come voleva, trattare male chi gli voleva bene, il desiderio di cambiare e riuscire a farlo, ma con ancora tanto da fare e non temere di mutar direzione attraverso le ferite interiori, fisiche e spirituali per poter riuscire ad amare.
Poi la sua passione per viaggiare in auto, ma non per andare da un posto all'altro; percorrere la libertà ed il sogno americano nei vasti territori della frontiera ed incontrare persone con gli stessi desideri.
l'amarezza prendere piede; oggi si viaggia, solo più per andare da una parte all'altra, forse neanche osservare nulla nel viaggio.
La forza del cambiamento che ti porta ad avere persone che ti volevano bene e che avevi dimenticato, perso nelle tue paure delle tue tante ferite, ma nulla di stabile, perché gli antiche errori, potrebbero bussare nuovamente alla tua porta interiore.
Poi il rischio da accettare: metterti in gioco, trovare una donna da amare, non sapere dove tutto questo ti porterà, ed ogni giorno, qualcosa di nuovo e vedere attorno a te, costruirsi la vita sociale.
Ma anche sconfitte: partire per la California con il desiderio di far musica e trovarsi senza un dollaro in tasca, poi trovare soluzioni che la musica non può essere tutta la tua vita.
Il sabato sera, con la sua moto, viaggiare in locali sperduti dove poter divertirsi, sentire musica e ballate.
Dentro il luogo magico partire la ritmicità della fisarmonica; ma ad ogni cambio di ritmo e di testi, luongo questo film, le armonie mutano direzione.
Il tarlo della menzogna agire e tutto quello, che con fatica avevi costruito, dissolversi in un battibaleno assieme ai tuoi sogni, preferendo le scorciatoie alla ricerca del far camminare il meglio della tua essenza.
Il miracolo del vivere che è la parte più rilevante di questo film documentario mettersi in moto, ma che potrebbe dissolversi rapidamente se smetterai di farti domande fondate sulle tue tante ferite.
Poi la decisione di crearti una famiglia, dei figli e istantanee iniziali e dopo tre decadi, ma nulla di definitivo perché c'è da conquistare l'indomani.
l'ultima ballata speranzosa, ma prima, lui camminare in un deserto, passo dopo passo con l'augurio di conquistare la vita attraverso le ferite, come un viandante o un pellegrino del vivere.
Questo è il modo con cui Bruce Springsteen mi ha fatto entrare nella sua casa.
La scena finale vede un uomo pulire il locale, ora vuoto e Patti e Bruce dialogare seduti su un bancone.
Attilio Saletta.