lunedì 2 gennaio 2012

NATURELLES




Nessuno può farvi sentire inferiore senza il vostro consenso.
Eleanor Roosevelt, This is my story.


Sulle onde della sinfonia composta da Maurice Ravel, intitolata Histoires Naturalles, due personaggi fissi che svolgeranno vari percorsi in una città che potrebbe essere in qualsiasi luogo iniziano a entrare in un particolare universo: quelli che hanno gli occhi per non guardare, le orecchie per consentire, quelli che sanno tutto senza saper nulla che depone il loro favore per interessarsi di questioni sociali e fare il maggior numero di danni al loro prossimo con tale cecità legalizzata.

La Principessa dell’Osservazione dell’Ovvio e il Principe della Logica iniziano un percorso semplice all’interno di un parco con la sinfonia naturale a far da sottofondo al loro spirito libero. Non hanno bisogno di sapere se quello o l’altro hanno fatto cose negative perché sanzionate da qualche organo giudicante giacché come disse un giorno Abraham Lincoln: Potete ingannare per qualche tempo, o alcuni per tutto il tempo, ma non potete prendere per il naso tutti per tutto il tempo; perciò la condanna morale interiore vale più di miliardi di parole, documenti, sotterfugi e codardie varie.

Leggono qualche dato come il solito frammentario e non descrittivo d’esseri umani che disgraziatamente s’occupano dell’arte del risolvere i problemi; ma il problema vero sono loro e chi gli crede. Ecco che costoro si lamentano perché devono privarsi di privilegi, guadagni senza un millimetro di coscienza etica, utilità sociale in prossimità dello zero e fuori scambio con la Società Civile. I due partono da qui per intessere qualche semplice percezione sensoriale che naturalmente non fa parte del senso comune che da sempre nasconde il buon senso. Inizia la Principessa che non è affatto tale, solo il suo spirito libero è così, a seguire il suo amico; non è necessario descriverli.

- Senti mio caro, esiste quest’aspetto: se io devo rimarcare a qualcuno che dice di interessarsi dell’arte del risolvere i problemi, ma che non vuole privarsi dei suoi privilegi è già molto grave che debba farlo.

- Certo: specie in una situazione di questa gravità dovrebbero percepirlo dentro le loro coscienze; se non sono neanche capaci di privarlo è il segno che dentro qualcuno c’è qualcosa di tremendamente sbagliato, devono incominciare ad indagare seriamente dentro loro stessi.

- Non come individui che s’interessano dell’arte del risolvere i problemi dove costoro sono il maggior problema in assoluto come poi vedremo nel corso di questi nostri percorsi; bensì come esseri umani perciò costoro sono persone molto malate, provo per tali indegni non risentimento, senso pietistico e commiserevole per le condizioni di disuso delle loro facoltà cerebrali e la situazione miserevole in cui versano le loro capacità cognitive.

- Già: se io devo dirglielo è cercare di farglielo capire è estremamente grave perché dovrebbero capirlo da loro stessi ed agire di conseguenza senza di nessuno che dovrebbe dirglielo; se è necessario che qualcuno gli dica l’anomalia è molto grave, il segno della degenerazione cerebrale di tanti esseri che considerano l’arte del risolvere i problemi un passatempo e la professione vera esibire arti oratorie in cui una singola frase risolve ogni problema.

- Sicuramente, in questi nostri percorsi andremo dentro le questioni usando l’analisi logica inserendo il semplice concetto che la realtà e già descrittiva in se stessa e le parole servono se allargano i confini descrittivi della stessa; in caso contrario chi fa tale percorso è inutile e dannoso ed è malato di una patologia tutta legata a certi che di tale situazione hanno fatto un’arte: la Doppiezza.

Sulle onde de: L’Olandese Volante di Wagner passa nelle vicinanze una forma deforme di Zucca Vuota, al suo inseguimento per entrarci decine d’aderenti al Senso Comune, dietro di loro carri traboccanti nella loro totalità di Nonsenso, Contraddizioni, Paradossi, Frasi Pompose e sondaggi d’Opinioni Favorevoli. I due indossano un casco protettivo per difendersi da tale Concerto Dodecafonico con la certezza che non saranno mai popolari né desiderano esserlo e tanto meno convincere qualcuno e come disse Fracois de Salignac: La patria di un maiale è dappertutto dove ci sono ghiande.


Non è facile emergere per coloro alle cui virtù è ostacolo la scarsezza di mezzi.
Giovenale, Satire.

Attilio Saletta

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