Devoto-Oli 2011, pagina 2920.
Dalle annotazioni di Serena Prina sull'opera di Nicolaj Ggol: descrisse una società irrigidita, gerarchica, profondamente ingiusta con l'azzeramento dell'individuo; lui tentò con tutti i mezzi di dar valore all'indidividuo preso nella sua singolarità dinnanzi alla sua sostituibilità che per me è basata oggi con il mezzo burocratico e nessuna incidenza morale nell'operato delle classi dirigenti.
Ecco cosa scrisse il diciottenne Nicolaj Gogol alla propria madre, messaggio attuale all'oggi ed anche alla mia condizione: In verità, costituisco un enigma per tutti, nessuno mi ha mai davvero decifrato.
Dalle nostre parti mi considerano un pedante bisbetico, insopportabile; uno che pensa di essere più intelligente, di essere stato creato in modo diverso dagli altri uomini.Dalle mie parti pensano che io sia un bacchettone con l'idea della mansetuetudine e della tolleranza. In un luogo sono l'essere più quieto, modesto, garbato, in un'altro sono garrulo e importuno fino all'eccesso, alcuni mi reputano intelligente; altri uno stupido.
Se riuscirò a far pubblicare le mie opere gli alfieri del terrorismo psicologico verso di me avranno qualche bel regalo.
E' vi garantisco che uno sciocco colto è più sciocco d'un sciocco ignorante.
Molìere: le donne saccenti
Colui solo è felice e grande che per essere qualcosa non ha bisogno nè di comandare nè di ubbidire.
J. W. Goethe.
Dal libro: la questione morale di Roberta de Monticelli " Bancarorotta della ragion pratica"
Attilio Saletta.